Concha y Toro


Concha y Toro – risultati primo semestre 2018

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Sebbene i dati del primo semestre 2018 non lo diano a vedere, la strategia di Concha Y Toro di concentrarsi sui segmenti di qualità e di tagliare dei costi sta cominciando a dare i suoi frutti. I margini sono sotto pressione per la combinazione dei cambi (impatto negativo di 3/4 punti percentuali sulle vendite, che altrimenti sarebbero cresciuti dell’1% circa) e dei costi straordinari della ristrutturazione. Il leggero calo dell’utile operativo del semestre sarebbe dunque un leggero miglioramento (+3%). Sta anche calando leggermente l’indebitamento, a fine giugno pari a circa 2.8 volte l’EBITDA. L’andamento borsistico delle azioni ha seguito questi progressi. Alla borsa di Santiago del Cile, CYT è cresciuta del 16% circa, mentre rispetto a un anno fa le azioni valgono circa il 30% in più. Passiamo ai dati con una annotazione: dal 2018 viene adottato un nuovo principio contabile che richiede di “scontare” dalle vendite le promozioni invece che caricarle come costo. Ne risulta un fatturato inferiore con un eguale impatto contrario sui costi di vendita. Visto che l’impatto non è marginale nel post trovate sia il dato del primo semestre 2017 come fu riportato che quello rivisto per questo nuovo principio contabile.

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Concha y Toro – risultati 2017

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Anche se i numeri del 2017 non lo mettono in luce, Concha y Toro sta vedendo i primi risultati positivi del piano di ristrutturazione e rilancio annunciato tempo fa con piani aggressivi di taglio dei costi, rilancio dell’azienda nel mercato domestico e focus su sui marchi più promettenti e profittevoli come Casillero del Diablo (5.2 milioni di casse nel 2017), Cono Sur Bicicleta (1.4 milioni), Trivento (0.7 milioni) e così via. Concha y Toro prevede poi che nel 2018 la produzione di vino propria possa crescere del 20% (come sappiamo il Cile ha avuto due pessime vendemmie nel 2016 e 2017), riducendo l’aggravio di costi degli acquisti esterni di uve per compensare la mancata produzione propria. Fatto questo preambolo, i numeri del 2017 sono caratterizzati da un calo del 2% delle vendite (principalmente dovuta ai cambi) e del 12% dell’utile operativo, mentre l’utile netto viene sostenuto da proventi di natura non ricorrente. Come vi dicevo, i segnali positivi si vedono nei mesi recenti: nel secondo semestre i segni si sono invertiti, con una ripresa del 3-4% degli utili in un contesto di vendite stabili. Traducendo questi dati in valute a noi amiche, le vendite sono circa 1 miliardo di dollari o 880 milioni di euro, mentre il valore di mercato al NYSE è attualmente di 1.5 miliardi di dollari, supportato anche dal rafforzamento della valuta cilena, passata da circa 660 peso per dollaro a 600 peso. Passiamo ai dati.

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La valutazione delle aziende vinicole – aggiornamento 2017

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I record raggiunti a fine anno dalle borse mondiali (non da quella italiana, chiariamo subito) si ribattono favorevolmente anche sulle valutazioni delle aziende vinicole. Come ogni anno facciamo il punto su quanto valgono e come si sono mosse le valutazioni dei principali titoli quotati del settore. Ebbene, conclusione più evidente è che rispetto a un anno fa di questi tempi le grandi aziende vinicole valgono il 10-15% in più se guardiamo i tre principali indicatori che prendiamo in considerazione (prezzo/utili, e valore d’impresa su EBITDA e utile operativo). Nel caso delle aziende della Champagne come vedrete le variazioni sono ancora più importanti, ma qui entra in gioco il fatto che gli utili di questi operatori sono calati mentre le valutazioni sono cresciute insieme al valore del loro magazzino… insomma dire che la valutazione è salita di oltre il 30% sarebbe un po’ fuorviante per chi legge… comunque, il quadro è positivo: le grandi aziende vinicole mondiali (tre) trattano a circa 22 volte gli utili attesi 2018, quelle piccole che comprendono anche le nostre Masi e Italian Wine Brand sono a 16 volte. Se guardiamo invece al valore di impresa su EBITDA siamo rispettivamente a 14 e 9 volte circa. Passiamo all’analisi dei dati.

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Concha y Toro – risultati primo semestre 2017

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Se da un lato il vino cileno macina record in Cina, dall’altro il rafforzamento del peso ne riduce il beneficio per le aziende vinicole. E’ il caso dei risultati dei primi 6 mesi di Concha y Toro, che tra l’altro è sovraesposta ai mercati occidentali rispetto alla media dei vini cileni. I ricavi quindi calano del 4% e molto peggio va agli utili che crollano del 25% anche perché ai sacrifici fatti sui prezzi in valuta locale (dollaro e sterlina sono le principali valute) per mantenere il prodotto competitivo si combinano gli incrementi dei costi della materia prima vino nel paese, che viene da una vendemmia piuttosto povera del 2016 (10 milioni di ettolitri rispetto ai 13 del 2015) e ne ha vissuta una seconda egualmente difficile nel 2017 (9.5 milioni di ettolitri). Tutto questo ha fatto partire un processo di ristrutturazione che durerà tutto l’anno. Vedremo. Passiamo ai dati.
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Concha y Toro – risultati 2016

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Lo scenario per Concha y Toro è cambiato piuttosto rapidamente negli ultimi mesi. Brexit ha determinato una forte contrazione delle vendite nel mercato inglese nella seconda e critica parte dell’anno, mentre la vendemmia 2016, impattata da pesanti piogge nel periodo della raccolta, ha avuto un impatto negativo sui costi di produzione. Se dunque a settembre 2016 celebravamo un semestre in forte progresso, con utili in crescita del 30%, nella seconda metà dell’anno gli stessi sono calati del 20%. E il saldo, per via dell’importanza del secondo semestre finisce di poco in territorio negativo. Si è guastato il punto di forza storico del vino cileno almeno fino ad ora, che sono le esportazioni, con perdite di quota in alcuni mercati storici non completamente compensati dal balzo nel mercato cinese (+43% per CYT). Il titolo in borsa è stabile da inizio anno intorno a 34 dollari, con un valore di mercato di 1.3 miliardi di dollari americani, cui si aggiunge un debito di circa 300 milioni per giungere a un valore di impresa di circa 1.55 miliardi di dollari: le azioni trattano quindi a 2.4x il fatturato, 11.3x l’EBITDA e 14.9x l’utile operativo. Ma passiamo ad analizzare i numeri.

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