Ho pensato di pubblicare i dati semestrali di Vranken Pommery per guardare come si evolvono i conti di un’azienda vinicola in un periodo di forte calo del fatturato. In realta’, nel caso specifico ci troviamo di fronte forse al “meno peggio”, nel senso che la VP ha nel corso del primo semestre 2009 incrementato la sua quota di mercato dal 7.5% a quasi il 10% nel mercato dello Champagne. Ci troviamo anche di fronte a un periodo dell’anno (i primi 6 mesi) in cui si realizza soltanto il 30% delle vendite annuali. I numeri che trovate sono quindi la somma dei secondi 6 mesi 2008 e dei primi 6 mesi 2009, cioe’ una sorta di 2009 fatto come se la seconda parte dell’anno fosse uguale a quella dell’anno scorso (che chiaramente non sara’, dato che il calo dovrebbe continuare in modo piuttosto evidente). I numeri che vedete portano a una serie di riflessioni: (1) la leva operativa impatta sui margini: cioe’ non solo il fatturato scende ma i costi fissi (come il costo del personale) pesano sugli utili, quindi con un fatturato a -8%, il MOL scende del 25% e l’utile operativo del 35%; (2) le minori vendite portano a un incremento del magazzino, se non si interviene prontamente sulle quantita’ prodotte; (3) questo comporta un incremento del capitale investito, che combinato ai minori utili fa scendere il ritorno sul capitale. Ma come dicevamo Vranken e’ stata forse la piu’ virtuosa tra le case di Champagne (Boizelle ha annunciato un calo delle vendite sul semestre del 18% contro l’8% di Vranken, mentre Laurent Perrier ha fatto un -25% sul periodo aprile-giugno, dopo che le vendite gia’ crollavano lo scorso anno).