Il vigneto umbro si estende su 12500 ettari, secondo il censimento ISTAT 2010, di cui il 60% DOC e il 60% circa di varietà nere. I vitigni internazionali hanno una forte penetrazione DOC, come in poche altre regioni italiane, mentre appare piuttosto evidente la specializzazione sui “rossi” di Perugia e la maggior propensione ai “bianchi” in provincia di Terni.
La base ampelografica del Lazio è particolarmente frammentata. I primi 5 vitigni, per come sono definiti da ISTAT (magari alcuni sono la stessa cosa chiamata in modo leggermente diverso…), sono soltanto la metà del totale e per questo motivo le tabelle che trovate nel post sono molto lunghe e pesanti. La base registrata a DOC non raggiunge ancora la metà del vigneto totale e si concentra in provincia di Roma. Come ben sappiamo il Lazio è principalmente una regione di vini bianchi: il 67% delle superfici DOC sono appunto concentrate in questa categoria. Andiamo a guardare insieme i dati.
L’Abruzzo ha un vigneto molto semplice, specializzato su due vitigni, senza grosse diversioni: Montepulciano e Trebbiano insieme fanno oltre l’80% della superficie vitata, che si trova principalmente in provincia di Chieti. Guardiamo insieme i numeri:
Quando si parla di vitigni autoctoni, la regione Marche può certamente dire la sua: i vitigni internazionali rappresentano forse 1000 ettari dei 16745 che sono stati censiti da ISTAT nel 2010. La fanno da padrone invece il Sangiovese e il Montepulciano. Però la regione è più famosa per quei 2200 ettari di Verdicchio, uno dei più rappresentativi vitigni autoctoni bianchi italiani, coltivato per la maggior parte in provincia di Ancona. Andiamo ad analizzare insieme qualche numero.
Il Friuli Venezia Giulia è una delle regioni dove i vitigni internazionali sono più diffusi, e lo sono nell’ambito di una regione fortemente orientata alla produzione DOC. Questa è chiaramente una particolarità, dato che come abbiamo spesso visto per altre regioni, i vitigni internazionali sono di solito associati ai vini IGT o ai vini comuni. Dei 19000 ettari vitati censiti da ISTAT per il 2010, il 40% circa è fatto dai vari Merlot, Cabernet e Chardonnay. Non mancano naturalmente le varietà autoctone, dove la fa da padrone il Pinot Grigio, insieme al Tocai, al Pinot Bianco e al Verduzzo nei bianchi, mentre tra i vini rossi il primo vitigno autoctono è il Refosco dal Peduncolo Rosso. Ecco, la seconda caratteristica chiave è la forte caratterizzazione nel segmento dei bianchi, che rappresentano oltre il 60% della superficie vitata. Andiamo a vedere i numeri.
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