Borgogna


Francia – esportazioni di vino – primo semestre 2019

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Per i primi 6 mesi del 2019 la Francia ha avuto un ottimo andamento delle esportazioni di vino, che hanno segnato una crescita del 6% pur in rallentamento verso la fine del semestre. Quello che succederà da ora (ottobre) in avanti è un punto di domanda. Come sapete le esportazioni di vino francese (ma anche spagnolo) verso gli USA saranno tassate del 25%. Si tratta della categoria dei vini in bottiglia, quindi non degli Champagne (si vede che a Trump quelli piacciono…). Si tratta di 1.26 miliardi di dollari (2018) che rappresentano l’11.5% delle esportazioni francesi dello stesso periodo (9.3 miliardi, di euro però). Gli americani pagheranno il 25% in più per avere lo stesso prodotto? Oppure spenderanno uguale e importeranno di meno? Oppure sceglieranno altri prodotti? Vedremo, certamente non si tratta di una buona notizia per il vino francese. Per ora concentriamoci su questo +6%, meglio del nostro +3%, supportato da un eccellente andamento degli Champagne e (tanto per cambiare) dai vini di Borgogna.

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Francia – esportazioni di vino, aggiornamento 2018

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L’indebolimento del commercio estero mondiale sta influenzando anche il settore del vino. I dati pubblicati da DISAR sulle esportazioni francesi certificano proprio questo tema: negli ultimi 6 mesi del 2017 ben 4 rilevazioni sono state negative. Il tutto ha portato l’export francese a rallentare su base annua da +6% (a giugno) a +3% (9.3 miliardi di euro), a fronte di un forte calo dei volumi, +2% ai sei mesi e -8% a fine anno. Il fatto che si tratti di un rallentamento strutturale e generalizzato lo si vede molto chiaramente dai dati per origine dei prodotti esportati (DISAR non ha un buon dettaglio per mercato, come invece fornisce ISTAT): tutte le categorie, dallo Champagne ai vini di Borgogna rallentano visibilmente la corsa, in un contesto comunque di continuo miglioramento del prezzo medio di esportazione, per tutte le categorie. Vedremo come chiuderà l’Italia con i dati di metà mese. Per quello che si è visto nei primi 11 mesi dell’anno il rallentamento dell’Italia è meno marcato, ma le nostre esportazioni erano state molto meno dinamiche nel corso del 2017. Passiamo ai commenti in dettaglio.

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La classifica dei grandi marchi di vino nel mondo Liv-Ex – aggiornamento 2018

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Sempre più Borgogna è meno Bordeaux (che resta pur sempre il riferimento principale) è la conclusione dell’analisi dei top brand mondiali del vino condotta come ogni anno da Liv-Ex in collaborazione con Power Brand. C’è però anche spazio per noi: i marchi italiani nella classifica raggiungono quota 10 sui 100 totali, un livello mai raggiunto prima. Sono anche sorpreso e contento che figuri per la prima volta il marchio dei “Produttori del Barbaresco” al numero 87 della classifica di quest’anno. A dominare la classifica come nuovo entrante è Leroy, il cui prezzo è cresciuto del 58% nel 2018. Insieme a DRC (terzo), Armand Rousseau (settimo) e Coche Dury (nono), sono ormai 4 i vini di borgogna nella top 10 del vino mondiale. Storicamente non erano più di uno-due, con la costante presenza del solo DRC. Nel complesso dunque meno Bordeaux (45 delle 100 etichette, mai così poche), più Borgogna (29 etichette) e un pochino più di Italia (10 etichette), anche se per vedere il primo dei nostri bisogna scorrere fino alla posizione numero 27, Gaja. I prezzi dei vini di alta qualità, qui classificati in base al prezzo, ai vini trattati e alla loro performance, sono strutturalmente in crescita. In media in questa classifica 2018 il prezzo sale del 14%, dopo il +16% del 2017 e il +14% del 2016. Si tratta di una performance eccezionale, dopo i due anni difficili del 2014-15. Passiamo a una breve analisi dei dati.

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Francia – esportazioni di vino – primo semestre 2018

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Il quadro delle esportazioni di vino comincia a comporsi e il nostro punto di riferimento, la Francia, ha avuto un primo semestre 2018 leggermente migliore del nostro, +5.2% contro +4.1%. Niente di eclatante, anche perché quando guarderete l’andamento comparato degli ultimi 3 anni vedete che i due paesi sono sulla stessa parabola di crescita, pur partendo da valori diversi (nel senso che crescere da una base di 6 miliardi come noi o crescere da una base di 9 miliardi come loro non è la stessa cosa, noi dovremmo fare meno fatica…). La leggera differenza del primo semestre è tutta da trovare nell’andamento dei volumi: anche se nel 2017 la Francia era cresciuta molto, la spinta dei volumi è nel tempo stata inferiore. Il primo semestre 2017 era cresciuto del 5%, quindi quest’anno i volumi sono calati del 2%. L’Italia nel 2017 era cresciuta del 7% a volume, mentre nel primo semestre 2018 ne ha perso ben il 10%. L’altra grande differenza è che mentre l’export italiano è essenzialmente spinto dai vini spumanti, la Francia si muove con molta più omogeneità, seppur tra alti e bassi: per esempio nel primo semestre sono i vini di Bordeaux e di Borgogna a dare la maggior spinta, mentre per lo Champagne è stato un semestre a velocità più ridotta rispetto al recente passato. Passiamo ai numeri.

  • Le esportazioni di vino francese sono salite a 4.38 miliardi di euro nel primo semestre 2018, con una crescita del 5.2%. Piuttosto a sorpresa i francesi hanno beneficiato come dicevamo di un calo dei volumi inferiore a quello visto in Italia, solo -2% a 6.9 milioni di ettoltri, il che significa un miglioramento del prezzo mix del 7% a 632 euro per ettolitro (che nei primi 6 mesi è negativamente influenzato dalla bassa stagionalità dello Champagne, che vende a 2600 euro per ettolitro).
  • Non avendo dati corretti sulle esportazioni per mercato ci concentriamo sulle categorie di prodotto. La crescita più importante viene certamente dal Bordeaux, dove a fronte di un calo pesante dei volumi (-9% a 0.9 milioni di ettolitri), i prezzi sono cresciuti del 19% a 1234 euro per ettolitri. Ciò ha consentito un incremento dell’8% a 1069 milioni di euro delle esportazioni semestrali.
  • Il dato di Bordeaux non è molto lontano dagli 1.16 miliardi di euro realizzati in Champagne, +1.4%, interamente legati a un incremento leggero dei volumi.
  • Il +6% dei vini di Borgogna, a 421 milioni di euro, equamente diviso tra volumi e valore, e il +6% del resto del vino francese, con un -1% di volume rendono ragione di un semestre molto omogeneo e per certi versi migliore di quanto non dica il +5% iniziale.
Se siete arrivati fin qui… …ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco

La classifica dei grandi marchi di vino nel mondo Liv-Ex – aggiornamento 2017

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Come giustamente titola Liv-ex, il 2017 è stato l’anno dei vini di Borgogna. Anche se la classifica dei vini più pregiati al mondo è come lo scorso anno dominata dal trio Lafite Rothschild, Margaux e Mouton Rothschild, ben 4 dei primi 10 vini della classifica sono borgognoni e diventano 24 nei primi 100, un livello mai visto prima come mostrano i contributi grafici nel post. Il tutto a spese dei vini di Bordeaux, mai come quest’anno tanto pochi nella classifica e in parte dei vini italiani che scendono a 8 rispetto ai 9 del 2016. I vini di Borgogna, come vedremo nel post vincono anche come performance del prezzo, +19% in media all’interno di uno scenario molto positivo (+16%). Va però sottolineato che questi sono prezzi in sterline e che, mediamente, la svalutazione contro l’euro è stata del 7% (da circa 0.81 sterline per un euro a 0.87). Talchè i prezzi pur in crescita mettendosi dalla parte dell’euro sarebbero da vedere in crescita di poco meno del 10% in media. Il primo vino italiano in classifica è Masseto, al 20esimo posto, seguito da Sassicaia al 33esimo e da Gaja al 56esimo. Gli altri itaiani in classifica sono Solaia, Ornellaia, Tignanello, Giacomo Conterno e Casanova di Neri. Passiamo a commentare qualche dato.

 

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