bilancio 2019


Naked Wines – risultati 2019/20

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In questo inizio di weekend estivo parliamo di Naked Wines, che risorge dalle ceneri di Majestic Wine. Come forse ricorderete lo scorso anno abbiamo commentato il progetto di disfarsi della catena di negozi fisici per concentrarsi sull’ecommerce attraverso l’originale business model di Naked Wines, una specie di negozio online con abbonamento (20 sterline al mese) e con un assortimento quasi completamente alternativo acquistato nel 2015. Nella nuova configurazione Naked Wines ha un fatturato di circa 200 milioni di sterline (erano quasi 500 prima), un utile operativo in pareggio (prima ne guadagnava 15-20 all’anno) ma ha una posizione finanziaria molto migliorata (55 milioni di cassa) e cresce del 15% all’anno. Hanno fatto bene o male? Mah, a guardare l’andamento di borsa si direbbe di no. Ma ovviamente l’avvento del COVID ha cambiato completamente le carte in tavola. Naked Wines vince (crescita accelerata, costi unitari in calo per l’effetto scala), se fosse rimasta con i negozi fisici sarebbe stato un vero disastro. Secondo i dati presentati, nel mercato americano la quota online delle vendite al dettaglio di vino è cresciuta dal 5% pre-crisi al 20% del totale a metà Aprile.  Commentiamo brevemente i numeri.

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Santa Margherita – risultati e dati di bilancio 2019

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A partire dal 31 gennaio 2020 Santa Margherita ha un nuovo amministratore delegato, Beniamino Garofalo, che ha preso il posto di Ettore Nicoletto . I dati di bilancio 2019 mostrano un progresso rispetto al 2018 soprattutto per quanto riguarda il fatturato, cresciuto del 7%, ma i margini non sono migliorati e a livello di utile netto e generazione di cassa il gruppo ha subito l’impatto di un onere fiscale straordinario in capo proprio a Ca del Bosco. L’azienda franciacortina ha riorganizzato la propria attività separando il business vinicolo, ora ricompreso in un’azienda agricola, da quello relativo all’ospitalità, lasciando la quota di Santa Margherita invariata al 60%. Non abbiamo i dettagli relativamente all’entità dell’aggiustamento ma confrontando il carico fiscale medio degli ultimi anni con quello del 2019 (57% a livello consolidato) possiamo immaginare un’impatto negativo di 10-15 milioni di euro. Questa occorrenza, unitamente al pagamento di 11 milioni di dividendi (che diventeranno 20 nel 2020 sugli utili 2019, praticamente tutto) non ha consentito una riduzione del debito che si è attestato poco sopra i 140 milioni e poco sopra lo scorso anno. Il bilancio della capogruppo recepisce poi una rilevante svalutazione del valore della partecipata Ca’ Maiol (per 5 milioni), che ha però un puro effetto contabile non rilevanti ai fini degli utili, della generazione di cassa e del valore futuro dell’attività (su cui Santa Margherita sta investendo pesantemente). Il consiglio di amministrazione non ha fatto alcun commento circa la crisi COVID-19. Passiamo all’analisi dei dati.

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Frescobaldi – risultati e dati di bilancio 2019

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Sotto alcuni punti di vista il 2019 è stato il miglior anno di sempre per Frescobaldi: fatturato sopra 120 milioni, incidenza delle materie prime al minimo di sempre, posizione finanziaria netta quasi neutra. È stato un anno senza scossoni, di consolidamento degli investimenti e delle acquisizioni degli ultimi anni (oltre 100 milioni dal 2014 al 2019, compreso acquisizioni), che mette Frescobaldi nelle condizioni di affrontare al meglio la sfida del 2020. L’impatto del COVID19 sarà significativo visto il posizionamento elevato dei prodotti, esposti quindi al canale Ho.Re.Ca. che ha subito uno stop di almeno 3-4 mesi. Gli amministratori, nell’ambito di un messaggio comunque cauto commentano così: “Occorre comunque precisare che i segnali derivanti dal mercato cinese, primo ad essere uscito da un lockdown generalizzato, sono incoraggianti e devono essere motivo di ottimismo per il settore vitivinicolo italiano”. Bene, passiamo a commentare i dati 2019.

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Italian Wine Brands – risultati 2019

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Italian Wine Brands ha chiuso il 2019 con ottimi risultati. Se nel primo semestre i margini erano migliorati grazie alle azioni sui costi e in assenza di crescita delle vendite, nella seconda parte dell’anno il fatturato è cresciuto del 9% e ciò ha dato un ulteriore contributo al progresso nei profitti. Nel 2019 il fatturato è stato 157 milioni, come in passato con una contrazione della parte “B2C” della Giordano, e una crescita a doppia cifra del segmento “B2B”, raggiunta soprattutto grazie alla diversificazione geografica e al contributo del mercato inglese. L’utile netto rettificato di 9 milioni (+27%) ha supportato la generazione di cassa: oltre a dividendi e acquisti di azioni proprie sul mercato per 4 milioni, IWB ha cancellato l’indebitamento finanziario netto. È quindi arrivata la prima acquisizione importante nel segmento del prosecco con un focus sul mercato svizzero (Raphael Dal Bo) per circa 12 milioni di euro, il che consentirà di aggiungere ulteriori 11 milioni di euro di vendite e fornirà l’occasione di sfruttare sinergie di costo e di ricavo (proponendo i prodotti di RDB in altri mercati e arricchendone la gamma sotto il marchio). La capitalizzazione di IWB è cresciuta di oltre il 30% negli ultimi 12 mesi a oltre 110 milioni (dato rilevato il 10 giugno 2020). Passiamo a una breve analisi dei dati.

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Advini – risultati 2019

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La metamorfosi di Advini è continuata nel secondo semestre 2019, con qualche scossone in più rispetto al passato. Diciamo subito che i numeri sono meno convincenti di quelli del primo semestre, anche se è chiaro che il business non sta andando così bene, soprattutto sulla parte on-premise (o Ho.Re.Ca.) francese, che ha visto un calo del 3%. Le cose si stanno “velocizzando” sotto altri punti di vista: c’è stato un cambio di amministratori e di governo societario piuttosto importanti con tutti i membri della famiglia JeanJean in posizione preminente che sono usciti. In secondo luogo, Advini ha proceduto a una  cessione straordinaria di crediti verso clienti al sistema bancario, tagliando il debito in modo significativo a fine anno. Ci sono anche notizie meno buone, tra le quali il fatto che i conti dell’anno scorso erano sbagliati, per esempio, visto che si erano dimenticati di togliere 1 milione di euro di valore del magazzino per prodotti che sono stati distrutti (valore che non abbiamo tolto dai nostri numeri per mantenere il confronto con il 2018 intatto). Comunque, l’anno si chiude con un secondo semestre meno spumeggiante del primo e il 2020 si apre naturalmente con l’emergenza COVID-19, sulla quale il management ovviamente non fa alcuna considerazione. Passiamo ai numeri.

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