Il numero dei produttori di vino in Nuova Zelanda cresce di anno in anno, così come la superficie vitata (38700 ettari a giugno 2019), con una sempre maggiore focalizzazione sui vini bianchi e sul Sauvignon Blanc in particolare (il 62% della superficie vitata del paese). A un’idea chiara di prodotto si somma una strategia di marketing aggressiva e ben organizzata (leggi unitaria) di questa associazione, la New Zealand Winegrowers Inc, che a dire la verità non è nemmeno più un’associazione ma una vera e propria azienda che promuove il vino neozelandese. Secondo il rapporto 2019, oltre alle esportazioni che da sempre supportano I produttori locali, negli ultimi anni si è sviluppato il turismo del vino internazionale. Incuriosice (e fa un po’ di invidia) il fatto che loro possano scrivere che ci sono stati 776,599 turisti del vino internazionali (non uno in più non uno in meno), che hanno speso 3.26 miliardi di dollari locali e che questi turisti siano stati nel paese 3.5 giorni in più della media dei turisti internazionali in genere. Sono 256 delle 716 totali le cantine che offrono esperienze di degustazione (216), ristorazione (109), ospitalità (61) e altre esperienze (50). Sarebbe bello che magari al livello delle regioni anche noi italiani possiamo un giorno produrre (e rendere pubblico!) un rapporto del genere, che aumenterebbe anche il potere politico del settore. Detto questo passiamo all’analisi dei dati, che mostrano oltre alla crescita delle superfici anche una sempre maggiore propensione all’export.