Enoitalia – risultati 2019

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Enoitalia è balzata in avanti nella classifica delle aziende vinicole italiane (nel 2019 sesta per fatturato) con un costante incremento delle vendite, che hanno sfiorato i 200 milioni di euro. Nel 2019, inoltre, a migliorare in modo importante sono anche stati i margini, che le hanno consentito di posizionarsi a ridosso della “top ten” italiana per valore aggiunto. Enoitalia ha un posizionamento basso di prezzo medio di prezzo medio-basso , con una produzione di 109 milioni di bottiglie per 199 milioni di fatturato. Dal sito internet si evince che è la più grande azienda italiana privata per volumi prodotti e la seconda per produzione di Prosecco. Dalla relazione degli amministratori scopriamo che ha una forte esposizione al canale “offpremise” (80%) rispetto al canale “onpremise” o Ho.Re.Ca. (20%), il che dovrebbe aiutarla nel contesto della crisi COVID. Infine, è un’azienda con una forte vocazione internazionale, con il 78% del fatturato fuori dall’Italia. Per tornare alla nostra passione, i numeri, nel 2019 a fronte di 199 milioni di fatturato, il valore aggiunto è stato 24 milioni (a testimoniare un basso grado di integrazione verticale nella fase agricola, gestita da 200 partners), l’utile operativo è balzato a 10 milioni di euro (dopo qualche anno di margini in calo) e l’azienda è riuscita a generare 6 milioni di euro di cassa per gli azionisti (di cui 2.6 andati a dividendo e i restanti a riduzione del debito), grazie anche a una attenta gestione del capitale circolante. Passiamo ai numeri e ai dettagli.

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Canada – consumi e mercato del vino, dati 2018/19

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Il consumo di vino in Canada del 2019 ha subito un rallentamento in relazione all’andamento del consumo di alcolici in generale, anche se guardando i dati tale conclusione si lega soprattutto alla categoria degli “altri” prodotti come i vini fortificati, che potrebbero essere stati riclassificati dall’ufficio statistico di Statistics Canada. Comunque, i dati che presentiamo oggi mostrano un mercato stabile in valore per il 2019 (a dire la verità un 2018/19) e in calo del 2.5% a volume, all’interno di un trend quinquennale di crescita del 3% annuo a valore e del 2% annuo a volume. Come da diversi anni a questa parte la “classifica” in termini di velocità di crescita vede al primo posto i vini spumanti e rosati, poi i vini bianchi e alla fine i vini rossi, che comunque rappresentano la spina dorsale del consumo di vino canadese, con una quota superiore al 50% del totale sia a volume che a valore. Infine, noterete come stia crescendo la quota dei prodotti locali canadesi proprio nella categoria dei vini rossi, a differenza di quanto accade per le altre categorie. Passiamo a commentare qualche dato insieme.

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Tannico – risultati 2019

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Da quest’anno facciamo rientrare anche Tannico nella lista delle aziende legate al mondo del vino che seguiamo annualmente sul blog. Dopo anni di finanziamenti da parte dei soci che hanno costantemente coperto le perdite, “sacrificio” per fare acquisire una scala sempre più importante alla piattaforma, come forse avrete letto Tannico ha da quest’anno un azionista eccellente con il 49% del capitale. Si tratta di Campari, il leader italiano nel mondo degli spiriti, che da diversi anni ha deciso di uscire dal mondo del vino per dedicarsi agli aperitivi e ai superalcolici. In realtà ha mantenuto un piede in questo mondo con gli spumanti (Riccadonna e Cinzano, tra gli altri). Comunque, restando su Tannico, la piattaforma ha raggiunto nel 2019 20 milioni di fatturato e c’è da scommettere che nel 2020 farà un balzo significativo, dato che il business online ha avuto uno sviluppo importante con il COVID. È un’azienda con ampi spazi di miglioramento, vista la scarsa presenza fuori dall’Italia, che invece alcuni altri operatori (come Xtrawine per esempio) hanno sviluppato con molto successo. Sotto questo punto di vista, Campari può aiutare, ricevendo in cambio il know-how del mondo dell’ecommerce che il colosso, al pari dei suoi concorrenti internazionali, non ha mai guardato con particolare attenzione nel passato. Ma passiamo all’analisi dei dati di Tannico, che si caratterizza per una struttura particolarmente agile, senza capitale investito, senza capitale circolante (il magazzino viene finanziato dalle dilazioni dei fornitori) ma anche con poca leva operativa, dato che le perdite (e i versamenti da parte dei soci) continuano ininterrotte da diversi anni.

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Emilia Romagna – produzione di vino 2019 – dati ISTAT

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Mentre cominciano ad emergere I dati della vendemmia 2020, dobbiamo ancora completare il giro di dati sulle regioni italiane, che comunque trovate aggiornati nella sezione Solonumeri del blog. Passiamo oggi in rassegna i dati della regione Emilia Romagna, che rappresenta poco più del 10% della produzione di vino italiana, con un picco di rappresentatività nel segmento dei vini IGT (20% del totale). Nel 2019 la produzione à calata del 23% a 5.7 milioni di ettolitri, ben al di sotto (-11%) della media storica e ben sotto i dati generali della vendemmia italiana, che secondo ISTAT da cui noi prendiamo i dati (gli unici pubblicamente disponibili, anche se secondo alcuni non corretti) è calata nell’anno soltanto del 9%. Anche in Emilia Romagna come nel resto d’Italia la tendenza tira verso i vini bianchi, anche se da questo punto di vista il 2019 è stato un anno in controtendenza. Per quanto riguarda il 2020, per ora ISTAT ha condiviso soltanto un dato totale, senza spaccarlo per tipologie. La produzione dell’Emilia Romagna sarebbe cresciuta a 6.95 milioni di ettolitri, riportandosi del 9-10% sopra le medie storiche, nell’ambito di una vendemmia italiana stabile rispetto allo scorso anno, quindi anch’essa sopra quanto visto in passato. Passiamo a una breve analisi dei dati.

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Utili, margini e ritorno sul capitale delle principali aziende vinicole – aggiornamento 2019

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Proseguiamo l’analisi dei bilanci 2019 delle aziende vinicole tratti dal rapporto Mediobanca con la parte sugli utili, sui margini e sul capitale investito e sul ritorno generato. Come per il post precedente vi presento un grafico “dinamico” che mostra l’andamento del capitale investito contabile nel settore negli ultimi 15 anni. Potete notare che la leadership di Antinori in termini di valore aggiunto, utili e margini emerge da un costante reinvestimento degli utili che ha portato il capitale investito 2019 a oltre il doppio della seconda azienda italiana, Zonin (dopo aver incamerato le tenute di famiglia nell’azienda). Antinori dunque guida queste classifiche da anni, con un valore aggiunto sul fatturato superiore al 60% (quindi “fa in casa” molto di quello che fattura) e un margine quindi superiore al 30%, contro il 23-24% di Santa Margherita e Frescobaldi, che seguono. Antinori ha un buon ritorno sul capitale ma da questo punto di vista non rappresenta il livello più elevato in Italia : il suo 10% è superato da Santa Margherita ma anche da diverse altre aziende vinicole con strutture più snelle come Martini, Botter, Villa Sandi e Enoitalia (giusto per citarne alcune).

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