Il bilancio di Ferrari F.lli Lunelli – seconda puntata

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 Fonte: bilancio d’esercizio 2005

Nella second puntata guardiamo alla struttura del capitale investito e al ritorno. Bene, due considerazioni sono da fare rispetto a quanto abbiamo scritto l’altro ieri: primo, che se e’ vero che gli utili sono alti, e’ anche vero che il capitale investito e’ molto rilevante; (2) secondo, che la Ferrari e’ una societa’ molto sana anche dal punto di vista finanziario.

In this second section we give a look to the invested capital structure. Well, two conclusions are clear: (1) first, it is true that the profits are high, it is also true that invested capital is very high; (2) second, Ferrari is a very healthy company from a financial point of view.

 

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Il bilancio di Ferrari F.lli Lunelli – prima puntata

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Fonte: bilancio d’esercizio 2005

La Ferrari del vino e’ un gioco di parole che quando si guarda al bilancio non e’ veramente uno scherzetto. La Ferrari non e’ una grande impresa (meno di 50m di fatturato annuo), pero’ ha dei margini e dei ritorni sul capitale molto rilevanti. Diamo subito la principale particolarita’ del suo bilancio: il re del metodo classico qualche anno fa ha rivalutato il marchio in bilancio caricando un valore negli attivi pari a circa 100m, che vengono ammortizzati per 10 milioni l’anno. Ora, quando si guardano i numeri, va considerato che ci sono ammortamenti annui per 10m (presumibilmente deducibili), che determinano una corrispondente riduzione dell’utile netto (per circa 7m, al netto delle tasse), ma che in realta’ risultano un costo "virtuale".

Ma procediamo con ordine. Ferrari fattura circa 45m, stabili nel 2005, la maggior parte dei quali in Italia. Ha un patrimonio di 120 ettari di vigneto e, fonte AIS, produce (e presumiamo vende) 4.8m di bottiglie l’anno. Largo circa ne esce un valore al litro di circa 12 euro, che e’ il piu’ elevato riscontrato sinora. Questo bilancio e’ quello unicamente della Ferrari: dobbiamo dedurre che la tenuta toscana e quella umbra non sono incluse.

The joke "Ferrari of wine" is not really true when it comes to profits of this company. Ferrari Flli Lunelli is not a large company (less than 50m sales) but has very nice margins and return on capital. The first feature of its company report is a 100m brand revaluation which was made 5 years ago, and which affects profits through a 10m yearly depreciation charge, which becomes roughly 7m at net profit level net of tax. Stripping out this item, we will see how profitable is this company.

Ferrari had 2005 sales of 45m, flat. It has 120ha of vineyards and according to AIS sells 4.8m bottles of sparkling wine. The average value per liter sold comes at 12 euros, which is the highest we have experienced up to now. One further notice: this company report just includes Ferrari, not its subsidiaries in Tuscany and Umbria.

 

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Le aree vitate nel mondo – aggiornamento 2003

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Fonte/Source: OIV, aggiornamento/update 2003

Avvertenza: trattasi di viti per uva da tavola e uva da vino (non rilevante salvo che in Cile, USA, Brasile, Turchia, Cina e Marocco…). Seconda nota metodologica: in tutti i grafici le superfici si devono intendere in MIGLIAIA di ettari, quindi 7955 sta per 7955000 ettari. Two remarks to read this: first it refers to both vineyards for wine production and for grapes production (however, except for Chile, US, China, Turkey, Brazil and MOrocco most of vineyards are for wine…). Second: all figures with no specified measure are thousand hectars.

Partiamo con i grandi numeri: poco meno di 8 milioni di ettari coltivati, di cui 4.7m in Europa (3.5m nella "vecchia" EU), 1.6m in Asia, 1m in America, 0.4m in Africa e 0.2m in Oceania. Bene diciamo che nel 2003 circa 3 milioni erano concentrati in 3 nazioni: Spagna, Francia e Italia. Mentre  "soltanto" 157000 in Australia, 211000 in Argentina, e 185000 in Cile, comunemente riconosciute come tra le piu’ minacciose fonti di importazioni di vino. Negli ultimi 15 anni la superficie vitata e’ scesa del 10% circa.

First, the big numbers, just less than 8 million hectars planted, of which 4.7m in Europe (3.5m in the "old" EU), 1.6m in Asia, 1m in America, 0.4m in Africa and 0.2m in Oceania. Well, in 2003 nearly 3m were concentrated in Spain France and Italy, while just 157000 were in Australia, 211000 in Argentina, 185000 in Chile, which are usually mentioned as the most aggressive exporters in our markets. World vineyard area decreased by 10% in the last 10 years.

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Cantina di Soave – bilancio 2006 – seconda puntata

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Fonte: bilancio 2006 inviato dalla societa’.

In questo secondo post ci occupiamo piu’ in specifico dei margini, del capitale investito e circolante della societa’. In this second post we look more specifically to margins, invested capital and returns.

Allora, la cantina di Soave, come le altre cooperative ha per scopo quello di fare l’interesse dei propri soci non tanto attraverso i suoi utili ma piuttosto in termini di benefici alla loro attivita’ di viticoltori. In altri termini, gli utili di una cooperativa vengono "reinvestiti" per cosi’ dire in acquisti a prezzi piu’ elevati di uve, mosti e vini dei soci piuttosto che trattenuti per generare utili (che tra l’altro godrebbero di una tassazione agevolata…).

So, as already explained these non profit organisations are set to give an advantage to their shareholders who are also the suppliers. So, profits are more coming from what the organisation buys from them rather than from the profits generated.

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Cantina sociale di Soave – bilancio 2006 – prima puntata

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Fonte: bilancio 2006 inviato dalla societa’.

La Cantina di Soave e’ la cooperativa (a mutualita’ prevalente) di Soave, con un fatturato di circa 63m. Commercializza sia vino sfuso che imbottigliato. Le principali linee di prodotto sono Cadis, Le Poesie, Rocca Sveva e Maximilian. 1200 soci produttori, 3000 ettari di superfici (dei soci), 700000q di capacita’ produttiva di uva.

Cantina di Soave is the cooperative of Soave, with revenues of 63m. It sells both bottled and  non bottled wine. The main product brands are Cadis, Le Poesia, Rocca Sveva and Maximilian. 1200 shareholders with 3000 hectars, 700000q of grapes of production capacity.

In questo primo post cominciamo a parlare del fatturato e poi ci concentriamo sulle caratteristiche di mutualita’ prevalente.

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Andamento del fatturato. Il bilancio 2006 (chiusura giugno) mostra un aumento delle vendite (+8%) dovuto all’inclusione della cantina di Illasi). A parita’ di perimetro, la Cantina di Soave avrebbe mostrato un -9%, interamente dovuto a un -30% delle quantita’ che ha fortemente ridotto le vendite di vino sfuso. Fatturato molto ben bilanciato tra Italia (55%) ed estero, con esposizione prevalente in Germania e UK (18% e 15% rispettivamente). Una stima molto approssimativa pone il prezzo medio per litro venduto intorno a 1 euro al litro, molto simile a quello di CAVIRO e certamente molto al di sotto dei 2.5 euro di CAVIT. Va pero’ specificato che la cantina non suddivide produzione di vino e produzione distillata e quindi questo dato risulta "inquinato" da una componente a molto basso valore aggiunto rappresentata dalla distillazione.

Revenue trend. The 2006 company report (closing in June) shows an 8% revenue increase, mainly due to the merger with Cantina di Illasi. In like-for-like terms, revenues would have been down by 9%, entirely due to a 30% reduction of quantities (poor vintage vs. the record 2004). Revenues are well balanced between Italy at 55% and other markets. The key international markets are Germany with 18% of sales and UK with 15%. A rough estimate of average price is EUR1, but this number includes also distillation, not just wine sales. For this reason, while it is similar to CAVIRO (excluding distillation) and lower than CAVIT (EUR2.5), it cannot be fully compared.

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