Le esportazioni mondiali di vini spumanti – aggiornamento 2020

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Secondo la nostra analisi sui dati di UN Comtrade, i flussi di commercio estero di spumanti nel mondo sono calati da 7.3 miliardi di dollari del 2019 a 6.3 miliardi di dollari nel 2020, -13%. Il calo diventa poi -15% se parametrato in euro, vista la leggera svalutazione della valuta americana. Il calcolo è molto più complicato sui volumi, a causa della presenza di dati molto volatili. Diciamo che se prendessimo soltanto i volumi esportati dei principali paesi produttori (Francia, Spagna, Italia, Germania e Australia), arriveremmo a un calo dell’8% da 8.7 milioni di ettolitri a 8.0 milioni di ettolitri. Come è sempre capitato in tutte le crisi mondiali, la Francia è il paese che ha subito il maggior calo, passando da 3.4 a 2.8 miliardi di euro di export, -19%. Italia e Spagna sono state decisamente meno impattate, con un calo del 7% e dell’11% rispettivamente, per un valore di 1.47 miliardi e 400 milioni di euro rispettivamente. Dopo questi tre paesi, come potete apprezzare dalla lista, cominciamo con i “trader” come Singapore e quindi perdiamo di rilevanza. I dati di volume sono generalmente migliori di quelli a valore per Italia e Spagna, con cali del 2-3% sul 2019, mentre sono peggiori per la Francia, -22% a 1.7 milioni di ettolitri. Ovviamente l’Italia mantiene una leadership piuttosto marcata sui volumi, che hanno superato secondo UN Comtrade 4m/hl (i volumi di Istat sono leggermente diversi ma comunque coerenti con questi).

Bene, vi lascio alle tabelle e ai grafici, mentre nel prossimo post affrontiamo l’argomento al contrario, cioè le importazioni per paese 2020 (tabella già aggiornata in Solonumeri, a proposito).

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Russia – importazioni di vino 2020

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Con molto ritardo sono state pubblicate le statistiche sul commercio estero russo, che aggiorniamo oggi per quanto riguarda l’import di vino. Nel 2020 la Russia ha importato molto meno vino della norma, ma non ha speso molto di meno. In due parole è questo il riassunto dei dati che trovate all’interno del post e che potete anche consultare in formato scaricabile nella sezione Solonumeri.

Nel dettaglio, le importazioni sono calate del 14% in volume a 5.6 milioni di ettolitri, con l’Italia che ha ripreso la leadership (1.6m/hl, -40%) rispetto alla Spagna che nel 2019 l’aveva superata (2020: 1.0m/hl, -57%) appaiata alla Georgia, mentre il valore delle esportazioni si è mantenuto vicino al miliardo di euro, 958 milioni per la precisione, con un calo soltanto dell’8%. Se poi mettiamo nel conto la svalutazione del rublo del 14%, questo -8% diventa +5% per un valore di 79 miliardi di rubli. L’Italia guadagna ulteriormente quote di mercato, con un calo soltanto del 2% a 297 milioni di euro, rispetto al -4% della Francia (164 milioni) e, nuova terza forza nel mercato russo, alla Georgia che invece cresce del 18% a 147 miloni presumibilmente grazie alla prossimità geografica in un anno così complicato. Nel segment dei vini in bottiglia, la Georgia è addirittura il numero due del mercato dietro l’Italia. Nel segmento degli spumanti, storicamente importante per la Russia, il 2020 è stato un anno stabile con importazioni di 193 milioni di euro. Sono anche circa stabili i dati italiani (116 milioni, circa il 60% del totale) e francesi (54 milioni, -2%).

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Classifica fatturato e valore aggiunto delle aziende vinicole italiane 2020 – fonte: Area Studi Mediobanca

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Le usuali classifiche delle aziende vinicole italiane relative al 2020 sono un po’ meno lineari e leggibili che in passato per via di due fattori: uno positivo, che è il consolidamento in atto con due grandi operazioni che si completano nel 2021 (IWB/Enoitalia e Botter/Mondodelvino) e uno negativo, ma non per tutti, che è il COVID. Per questo motivo le tabelle oggi sono doppie, una con i dati come sono riportati nel 2020, e una con una simulazione a tendere che include un pro-forma del combinato di queste due operazioni. Venendo ai numeri, come dicevamo ci sono vincitori e vinti nel 2020, e qualcuno è anche scomparso dalla classifica avendo fatto meno di 50 milioni di fatturato (il taglio del rapporto Mediobanca). Se prendiamo i numeri di queste aziende, ne esce un calo del 2.5% del fatturato, del 5% del valore aggiunto e, volendo antipare l’argomento di uno dei prossimi post, del 14% degli utili. La leadership tra le aziende cooperative e in generale resta saldamente in mano a Cantine Riunite/CIV/GIV, che perde il 5% di fatturato, mentre la seconda nella lista “pro-forma” è IWB/Enoitalia +14% e uno dei chiari vincitori dell’era Covid. Il terzo è Caviro, mentre il quarto diventa il nuovo combinato Botter/Mondodelvino (+6%, altro vincitori). Antinori con un calo delle vendite del 13% a 213 milioni diventa il quinto gruppo vinicolo italiano nel 2020 “pro-forma”, ma guida senza nessun rivale la vera classifica, quella del valore aggiunto, con 141 milioni di euro (-11%). In questa lista, che rispecchia meglio il valore industriale delle operazioni, il secondo operatore in Italia resta CR/CIV/GIV (93 milioni e -15%), mentre il terzo diventa Santa Margherita, con un andamento particolarmente positivo (+1% a 86 milioni). Botter/MDV diventerebbe nella nuova configurazione il quarto player in Italia con 75 milioni nel 2020 (+23%), sopravanzando Frescobaldi (64 milioni, -2%).

A proposito, prima di lasciarvi alle tabelle e grafici nel resto del post (compreso quello animato), vi avverto che ho “inaugurato” una nuova sezione di Solonumeri relativa ai dati finanziari, dove potete fare copia-incolla dei dati, per ora relativi a questo post, ma con un programma ambizioso di mettere i dati di tutte le principali aziende. La nuova sezione è a questo collegamento.

Fonte: elaborazione inumeridelvino.it su dati Area Studi Mediobanca

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Esportazioni di vino italiano – aggiornamento agosto 2021

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Fonte: elaborazione inumeridelvino.it su dati ISTAT

I dati usciti freschi ieri sera da ISTAT e relativi al mese di agosto sono generalmente di poca rilevanza. Quest’anno non è così. L’export di vino italiano nel mese è balzato del 28%. Se applichiamo questo 28% ai pur esigui (per questioni stagionali) 402 milioni di agosto 2020, comunque arriviamo a +110 milioni, che contano 2 punti percentuali sulla performance dell’anno. Questo significa che il “rimbalzo” sul 2020 dei primi 8 mesi dell’anno tocca il 16% e che su base 2019 arriviamo al 12%. Quindi 12%/2=6% un ritmo “over the Covid” di tutto rispetto. Siamo sempre sostenuti dagli spumanti, che fanno +44% nel mese, +28% sugli 8 mesi 2020 e +17% su periodo corrispondente 2019. Gli Stati Uniti sono la forza trainante (+58% nel mese, +19% rispetto agli 8 mesi 2019), ma sono anche fortissimi i dati del Benelux (guardate Belgio e Olanda nelle tabelle che seguono nel post). In questo mese anche il Regno Unito è andato molto bene, +31%, anche se resta ancora sotto il livello del 2019 (-6%). Lo stesso vale per il Giappone (+60%), ma -14% sul 2019. I dati in ragione d’anno ci portano a 6.9 miliardi di euro di export e quasi 22 milioni di ettolitri di export. Vi lascio alle tabelle (soprattutto) nel resto del post e vi do appuntamento all’ultimo aggiornamento dell’anno prima di Natale.

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Lunelli Holding – risultati e analisi di bilancio 2020

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Lunelli, casa madre di Ferrari, Bisol, Surgiva e altri marchi, chiude il 2020 con un calo delle vendite del 20% ma con dati economici e finanziari che restano molto positivi. Come abbiamo già potuto apprezzare negli anni passati, Ferrari fornisce un contributo formidabile, che non è mancato neppure nel 2020, nonostante le vendite del marchio siano scese del 15% a 67 milioni di euro (grafico all’interno dove potete vedere l’andamento contro Berlucchi e Ca del Bosco): l’EBITDA dichiarato nel bilancio si attesta a 20 milioni di euro, soltanto 3 milioni sotto il record del 2019 e di fatto in linea con gli anni precedenti. I dati di bilancio che potete vedere in grafici e tabelle nel resto del post mostrano poi una contrazione molto pesante delle vendite di Bisol (da 18 a 11 milioni di euro, quasi -40%), causata dalla forte esposizione al mercato della ristorazione inglese. Non ci sono dati sui margini di Bisol (sempre alle prese con i problemi e le cause legali legati alle chiusure difettose del 2018), come già nel 2019, ma se prendiamo l’EBITDA di Ferrari e lo confrontiamo con quello consolidato (18 milioni di euro), arriviamo a un deficit di 2.4 milioni di euro, contro 0.5-1 milione degli anni passati: un valore questo da dividere tra Bisol (che nel 2018 perdeva 1.7 milioni di euro e tutte le altre attività, che nel 2019 ne guadagnavano circa 1. Comunque, a titolo di riassunto, Lunelli ha riportato un utile operativo di 10 milioni di euro, contro 15 del 2019 e un utile netto di 12 contro 17. Dal punto di vista finanziario, la posizione finanziaria netta di 24 milioni di euro scende di 4 milioni ma il valore degli attivi finanziari (diverse partecipazioni in società quotate) sale da 79 a 92 milioni, e quindi Lunelli è decisamente più ricca che a fine 2019, anche se si nota un forte calo dei crediti verso clienti (20 milioni) che potrebbe nascondere qualche operazione di cessione dei crediti alle banche. Ad ogni modo, l’azienda ha continuato a investire (ben 15 milioni contro 10 del 2019) e come già capitato nel passato, non ha pagato dividendi agli azionisti. Patrimonio netto e capitale investito netto crescono in modo importante per la rivalutazioni (137 milioni solo per Ferrari) consentite dalla legge di bilancio 2020 che consentiranno ampi sgravi fiscali nei prossimi 18 anni.

Fonte: bilancio aziendale consolidato

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