Canada


I consumi di vino nel mondo – aggiornamento 2022 OIV

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OIV ha aggiornato I dati sui consumi di vino, aggiungendo la colonna del 2022 alla sua tabella e, come al solito, facendo un po’ di modifiche ai dati del passato. Per chi decidesse di andare alla fonte, state attenti perché i dati pubblicati nel comunicato del 20 aprile non sono coerenti con quelli che OIV carica sul suo potente (ma forse non aggiornato) database.

I consumi 2022 sono stimati sostanzialmente uguali al 2021, 232 contro 234 milioni di ettolitri, ma comunque stabilmente sotto il livello pre-Covid, che abbiamo calcolato essere circa 242 milioni di ettolitri (2015-19 media). La sorpresa, per certi versi, è che il calo di consumi di vino è ulteriormente calato in Cina, dove OIV stima 8.8 milioni di ettolitri, -16% sul 2021, certamente ancora causato dal problema Covid. Il problema ora è capire la giusta dimensione di questo mercato perché il calo era già evidente prima del Covid. È accelerato con il Covid perché il vino è una bevanda “fuori casa” per i cinesi, ma certamente il livello attuale è metà di quello “degli anni buoni”, mettendo in luce un problema strutturale. Altrimenti, Francia e USA tornano praticamente al livello pre-Covid come consumo, l’Italia cala ma resta sopra e si conferma il terzo mercato mondiale per consumi.

All’interno del post (e su Solonumeri), tutti i dati.

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Canada – importazioni di vino – aggiornamento 2022

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Il Canada è uno dei mercati in cui nel 2022 il vino è andato meglio, in termini relativi rispetto alle altre nazioni produttrici di vino. I dati estratti da UN Comtrade (che ha cominciato a chiedere il login, speriamo che non sia un primo passo per chiedere soldi…) indicano una accelerazione delle importaizoni di vino a +13% nel 2022 in euro per un valore di 2.16 miliardi di euro, che tradotti in valuta locale diventano 2.95 miliardi di dollari canadesi e una crescita del 5%. Si tratta di una accelerazione essenzialmente legata alla rivalutazione del dollaro, visto che i dati in dollari canadesi sono molto più coerenti con un trend di crescita del 5% annuo circa. Dicevamo dell’Italia, che in effetti mostra una crescita del 17% in euro a 473 milioni di euro e si riavvicina alla Francia, che resta il leader indiscusso con oltre 500 milioni di euro. Da notare, mentre scorrete i dati, il forte progresso del vino neozelandese. Passiamo ai numeri, presenti in forma completa e scaricabile nella sezione Solonumeri.

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La valutazione delle aziende vinicole – aggiornamento 2023

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Il post di oggi è relativo alla valutazione delle aziende vinicole quotate, con dati raccolti in data 20 gennaio 2023 e relativi ai multipli di valutazione per l’anno 2023 e 2024, dunque usando le stime degli analisti finanziari per i prossimi due anni. Come l’anno scorso, abbiamo “rivisto” il campione separando le aziende della Champagne, le aziende extraeuropee e quelle europee. Ciò consente di fornire una visione più omogenea visto che le aziende extraeuropee sono molto più grandi e profittevoli, con conseguente impatto (positivo) sui multipli valutativi. Ora, i dati che leggerete oggi sono sostanzialmente peggiorativi rispetto a quelli dello scorso anno. Come sapete veniamo da un anno negativo per le borse i multipli ne hanno risentito, sopratttutto per le grandi aziende internazionali. Se volessimo fare una media potremmo dire che le valutazioni sono calate del 10% circa: ad esempio, la media ponderata del multiplo EV/Vendite delle aziende internazionali è sceso da 5.6 a 5 volte, e il rapporto prezzo/utili da 22 a 20 volte circa. Per le aziende europee il tutto è meno evidente, vista la ridotta dimensione (provate a fare la somma delle capitalizzazioni di mercato…) e quindi una correlazione meno forte con il mercato. Infine, vi richiamo l’attenzione sul grafico di sopra, dovete vedere come si pongono le valutazioni sulle vendite rispetto al margine operativo atteso per il 2023: più si guadagna rispetto al fatturato, più il multiplo del fatturato sale, ovviamente. Passiamo a commentare qualche dato.

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Andrew Peller – risultati 2021 (marzo 2022)

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L’andamento di Andrew Peller è stato tutt’altro che positivo nel 2021. Avevamo lasciato l’azienda alle prese con un piano di rifocalizzazione e taglio dei costi, la ritroviamo nel 2021 (e nei dati semestrali del 2022) in difficoltà per quanto riguarda i margini di profitto, calati visibilmente per l’effetto combinato delle tensioni inflazionistiche. Nell’esercizio chiuso a Marzo 2022 le vendite sono calate del 5% ma gli utili sono scesi ben di più, -40% a livello operativo e -80% a livello di utile netto per un dato finale di soli 5 milioni di dollari canadesi, rispetto ai “normali” 25-30 milioni degli anni passati. La struttura finanziaria si è dunque leggermente deteriorata, soprattutto per il calo degli utili e l’andamento borsistico ne ha decisamente risentito, con un prezzo delle azioni che si è dimezzato dai circa 10 dollari di fine 2021 al livello corrente nell’ordine di 5 dollari (per le azioni “A”), che corrisponde a un valore di mercato di circa 230 milioni di dollari canadesi. Passiamo a un’analisi più dettagliata dei numeri.

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Le importazioni mondiali di vini spumanti – aggiornamento 2021

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Con l’uscita dalla crisi del Covid il mercato mondiale dei vini spumanti riprende la curva di crescita vista in passato, come se niente fosse successo. I dati preliminari raccolti da UN Comtrade e da noi elaborati portano a un valore totale dell’import-export (quindi non consumo, badate bene, ma scambi internazionali) pari a circa 8.6 miliardi di dollari che nel 2021 corrispondevano a 7.2 miliardi di euro (orano sono la stessa cosa). Si tratta di un dato che probabilmente continene qualche duplicazione, se considerate che la somma dei valori di export dei maggiori paesi produttori arriva circa 1 miliardo di dollari più in basso, a 7.6 miliardi di dollari. Comunque, un rimbalzo fortissimo rispetto ai 6.3 miliardi di dollari del 2020 ma se vista come dicevo prima “in trasparenza” sul 2019, è +17% per due anni, di fatto allineato al +8% annuo degli ultimi 5 anni. Lo stesso calcolo vale per i dati in euro, salvo che al posto dell’8% annuo ci sarebbe +6% e al posto del 17% del 2021 contro 2019 ci sarebbe +12%. Continua a leggere »