Australia/NZ


I consumi di vino nel mondo 2014 – aggiornamento OIV

3 commenti
consumi mondo 2014 1

Fonte: OIV

Nella nota di OIV di fine aprile l’andamento dei consumi di vino è stato rivisto al ribasso rispetto alle stime precedenti. La realtà dei fatti è che il consumo di vino oscilla da diversi anni tra 240 e 245 milioni di ettolitri e che l’abbrivio degli anni pre crisi (quella globale del 2009, non l’agonia italiana) si è perduto perchè in una serie di paesi non si cresce più. Il mercato americano si conferma il più importante del mondo e l’unico con crescita quantitativamente interessanti (0.5-1 milione di ettolitri in più ogni anno da diversi anni), anche se con dati un po’ rivisti rispetto al passato. La seconda cosa da notare è che la Francia sembra aver preso la via del ribasso, qualche anno dopo l’Italia. La terza è che la Cina sembra aver subito un calo dei consumi di vino molto significativo, oltre 1 milione di ettolitri nel corso del 2014. Chiudiamo con l’Italia dove OIV attesta un consumo di vino calato del 6% nel 2014 a 20.4 milioni di ettolitri, minimo storico e peggiore performance insieme a Russia e Cina (che da mercati emergenti sembrano essere diventati immergenti). Direi che queste sono le cose da portare a casa da questo post sui consumi 2014, che ora però andiamo ad analizzare più in dettaglio.

Continua a leggere »

La produzione di vino nel mondo 2014 – aggiornamento OIV

nessun commento
oiv 2014 march 0

Fonte: OIV

Nota: i dati possono differire da quelli pubblicati in altri articoli del blog in quanto ho deciso di mantenere uniformità dei valori pubblicati dall’ente, per poter fornire il quadro coerente. (vedere commento sulla produzione italiana in proposito)

La nota di congiuntura di Aprile di OIV ha rivisto i dati pubblicati in modo preliminare a Novembre su produzione e consumi 2014. Oggi ci concentriamo sull’argomento produzione, limitandoci a menzionare che dal lato consumi la stima 2014 è stata rivista un filo al ribasso, a un valore di circa 239 milioni di ettolitri, cioè lo stesso più o meno del 2013. Tornando alla produzione, la revisione è invece al rialzo, da 271 a 278 milioni di ettolitri prodotti per il 2014, quindi un dato di nuovo sopra media (circa 273 miloni di ettolitri negli ultimi 10 anni). A determinare la revisione al rialzo hanno concorso due variazioni significative: primo, l’incremento della produzione spagnola, rivista da 37 a quasi 42 milioni di ettolitri; secondo, la revisione della voce “altre nazioni”, da 40 a 44 milioni di ettolitri. Per il resto sono piccole variazioni, con valori un po’ più alti in Europa e un po’ meno nel resto del mondo (Cina e Australia in particolare). Andiamo a leggere insieme i numeri.

Continua a leggere »

Le esportazioni di vino nel mondo – aggiornamento 2014

4 commenti
export mondo 2014 0

 

Anche se il passo è stato meno sostenuto che nel 2013, anche nel 2014 l’Italia è riuscita a compiere un leggero progresso nel suo posizionamento nel commercio mondiale di vino. Date le evidenti problematiche di far crescere i volumi, come ben sapete la partita si gioca sulla qualità dei prodotti e sulle quote di mercato rispetto agli altri paesi. Da questo punto di vista il vino italiano, pur partendo da una posizione che non rispecchiava le nostre ambizioni, si è ripreso. Nel 2014, il prezzo medio di export è di circa 2.5 euro al litro ed è quello cresciuto di più negli ultimi anni. La Francia è ancora molto lontana (5.4 euro), ma abbiamo “allontanato” paesi come il Cile, l’Australia o il Sud Africa che qualche anno fa avevano prezzi di export molto simili e, come commentavamo, potevano beneficiare di costi locali ben più bassi dei nostri. Quindi, la lettura dei dati è positiva. Con 5.1 miliardi di export siamo gli unici in crescita rispetto allo scorso anno insieme al fenomeno Nuova Zelanda e al Sud Africa. In un arco di medio termine (5 anni) il nostro tasso di crescita (8%) è superiore sia a quello francese (7%) che a quello spagnolo (6%).

Cosa succederà nel 2015? Le premesse sembrano positive. I mercati emergenti hanno ancora problemi, e questo sembra essere più una questione francese che italiana. L’euro si è indebolito e questo favorisce l’export italiano in USA, ma dobbiamo stare attenti che lo stesso vale per gli altri. Infatti, ai più attenti non è sfuggito che le esportazioni francesi hanno dato segni di risveglio nell’ultimo trimestre del 2014. Vedremo, per ora concentriamoci sui dati.

Continua a leggere »

Treasury Wine Estates – risultati primo semestre 2014/15

nessun commento
twe 201415 0

 

Il primo semestre di TWE (giugno-dicembre) ha finalmente mostrato il primo raggio di sole dopo molto tempo. Sebbene i volumi siano ancora in calo, la strategia di focalizzazione sull’alta gamma e di separazione di questo canale dal resto dell’attività comincia a dare dei frutti. Infine, come dicevamo in occasione del commento dei risultati 2014, il cambio ha cominciato a svalutarsi (-3/4% sul dollaro americano nella media del semestre, con un impatto che diventerà fragoroso nella seconda parte del loro anno fiscale (i primi 6 mesi per noi), dato che il cambio è letteralmente crollato. Ne esce un quadro rassicurante: le vendite crescono del 9% in dollari australiani, l’utile operativo quasi raddoppia grazie anche al controllo dei costi corporate, il debito resta molto basso (sotto i 300 milioni di dollari). L’azione TWE che era crollata dopo il rifiuto di negoziare con KKR la possibile vendita dell’azienda, si è ripresa e tratta vicino a 5.5 dollari, per un valore di mercato di 3.56 miliardi di dollari australiani (circa 2.5 miliardi di euro). Il recupero, a ben vedere, non è solo legato al fatto che i numeri finalmente sono migliori ma anche al fatto che i falchi (sciacalli?) del private equity stanno di nuovo approcciando l’azienda. Prima di andare a vedere i numeri, guardiamo insieme quali sono i piani del gruppo: (1) continuare a separare i brand commerciali da quelli di lusso (Penfolds su tutti) in termini di canali distributivi; (2) investire nel marketing per migliorare la percezione dei brand commerciali (quindi quelli non di alto livello); (3) cercare acquisizioni nel segmento di altissima gamma. Il management ha già anticipato che il secondo semestre, grazie alla svalutazione del cambio, sarà molto molto meglio…

Continua a leggere »

Il valore dei vigneti in Italia e nel mondo – aggiornamento 2013

4 commenti
valorevigneti 2014 2

 

Lo studio annuale di Knight Frank sui valori per ettaro delle tenute vinicole purtroppo non aggiunge molto a quello che abbiamo pubblicato lo scorso anno. Invece di parlare di Knight Frank (che ha vissuto di rendita!) discutiamo oggi di un altro contributo, quello di INEA, che analizza ogni anno i valori fondiari dei vigneti italiani, definendo un valore minimo e medio delle transazioni. Pur avendo provato a tracciare delle tendenze annue, vi anticipo immediatamente che parlare di cali o di incrementi è molto difficile perché i dati sono spesso riportati uguali a se stessi da un anno all’altro e sono quindi frutto di pure stime. Ci servono però come punto di riferimento per dare un’idea a chi legge di dove sono i vigneti più preziosi  e dove lo sono di meno. Questo è anche un punto di riferimento importante per giustificare il prezzo delle uve che crescono in quei vigneti: a un valore maggiore corrisponde un “rendimento richiesto” superiore e dunque il costo implicito di detenere il vigneto si dovrebbe (dico così perché in qualche caso potrebbe non farlo) trasferire dentro il prezzo delle uve e dei vini.

Sono 5 le zone che si differenziano dal resto d’Italia per il valore dei vigneti: le Langhe sopra a tutti, poi il Lago di Caldaro, Valdobbiadene, Montalcino e la zona di Trento. Tutti intorno o sopra 400mila euro per ettaro in media con la punta di 600mila (media del pollo tra 200mila e 1milione) per la zona delle Langhe.

Come vi dicevo, invece Knight Frank ha riportato soltanto le variazioni percentuali dell’incremento, +4.5% per il valore delle tenute a giugno 2014, contro +6.3% nel 2013. Secondo lo studio sono in ripresa i valori delle tenute toscane (+12% nel Chianti e +4% a Montalcino) mentre sono scese dell’8% quelle piemontesi.

Qualche dettagli in più nel prosieguo del post.

Continua a leggere »