Fonte: EU
Oggi riguardiamo la ripartizione degli aiuti per il settore del vino in Italia di qui al 2013, utilizzando i dati dell’Unione Europea. L’Italia beneficera’ di 1.5 miliardi di euro di aiuti per il settore vinicolo, di cui 240 milioni gia’ spesi nel 2009, come abbiamo visto qualche giorno fa. Ne mancano quindi circa 1.25 miliardi. La considerazione piu’ importante guardando avanti e’ come spendere i soldi nella promozione. Quasi 270 milioni. Bisogna spenderli bene. Saranno soldi che verranno sottratti agli aiuti di breve termine (distillazione e mosti) e ai contributi all’espianto della vite.
Regolamentazione di settore
Il programma di supporto al settore del vino in Europa – aggiornamento 2009
2 commentiFonte: EU
L’Unione Europea ha pubblicato i dati finali relativi al programma OCM vino per il 2009. Pubblichiamo quindi oggi i dati “affettandoli” sia per nazione che per tipologia per capire come l’Italia ha usato questi 238 milioni di euro. Per prima cosa, li ha utilizzati tutti, a differenza dei francesi e degli spagnoli che hanno lasciato indietro l’8-9% della somma a loro disposizione. E questo e’ un fatto positivo. Quando invece guardiamo i dati in profondita’ ci accorgiamo di due cose: (1) che abbiamo usato molti dei soldi per distillare gli eccessi di produzione e per supportare la produzione di MCR. I soldi per la promozione (che gia’ erano pochi) non sono stati utilizzati per intero; (2) quando guardiamo all’allocazione dei soldi, ci si accorge che l’Italia sta utilizzando la maggior parte delle risorse per il breve termine (distillazione) piuttosto che per promuovere i prodotti o investire nel settore.
C’e’ molto di buono nella nuova OCM vino. Di Angelo Gaja
5 commentiCome dirlo? Ci provo con i voti.
Il 1 agosto 2009, Voto 10 per la puntualità, in barba ai furbetti dei rinvii sono entrate in vigore le nuove norme elaborate dalla commissione agricola di Bruxelles che regoleranno il mercato del vino europeo (OCM vino). Per comprendere la partita che si e’ giocata a Bruxelles occorre fare qualche passo indietro e seguire la pista dei sussidi agricoli comunitari: quelli ingenti riservati al comparto del vino europeo venivano per oltre il 75% destinati alla distruzione delle eccedenze, spesso costruite ad arte. A finanziare i sussidi comunitari contribuiscono per quota parte ognuno degli stati dell’Europa unita: appena qualche anno fa’ l’Inghilterra di Blair tuonava contro lo sperpero dei contributi agricoli comunitari e proponeva di dimezzarne l’importo. Bruxelles ha saputo cogliere il momento favorevole e attuare una profonda riforma che passa attraverso una serie di norme atte a riequilibrare il mercato disincentivando la sovraproduzione vinicola: Voto 10 per l’eliminazione dei sussidi destinati alla distruzione delle eccedenze; Voto 8 per i premi all’estirpazione dei vigneti; Voto 8 per il contenimento della pratica dello zuccheraggio dopo averne minacciato la totale eliminazione; Voto 9 per la progressiva riduzione sino alla totale eliminazione dei sussidi al Mosto Concentrato rettificato (MCR). I contributi recuperati verranno destinati, Voto 7, alla promozione del vino europeo nei mercati extra-comunitari senza però che siano stati previsti adeguati sistemi di vigilanza. E’ auspicabile che gli sprechi del passato insegnino qualcosa.
Al tavolo delle trattative fecero sentire la loro voce tutti gli stati europei, anche quelli che non producono vino ma sono invece produttori di spiriti. La nazionale degli spiriti e’ potentissima nel centro-nord Europa e guarda con crescente interesse ad espandere gli investimenti nel settore del vino europeo. L’occasione era buona per allearsi con quelli che piu’ o meno sommessamente gia’ invocavano una liberalizzazione del mercato, Voto 5, intesa allo scioglimento di vincoli e lacci vari ed all’ampliamento delle pratiche di cantina riconosciute legali. Accese polemiche hanno accolto in Italia queste ultime norme: alcune di esse però non entrerebbero in vigore prima di una diecina di anni mentre per altre, che non sono strettamente vincolanti e dovranno essere accolte dal nostro ordinamento, esistono margini di trattativa che andranno esplorati.
Quale fu l’atteggiamento dell’Italia nel corso delle trattative?
A gufare contro il vento della riforma fin dal nascere fu la poderosa compagine dei succhiatori perenni di denaro pubblico. Si esultò prematuramente non senza ambiguità per il ripetuto tentativo che Bruxelles fece di abolire lo zuccheraggio come fosse una vittoria nostra in grado di giovare al MCR italiano; per il resto ogni provvedimento di quelli in discussione veniva liquidato con critiche severe. Al tavolo delle trattative l’Italia si autoescluse, si ridusse a giocare un ruolo marginale senza mai riuscire ad incidere sulle questioni di nostro specifico interesse. Dilaniata dalle divisioni delle varie associazioni di categoria, accanite nella difesa dei rispettivi interessi ed incapaci di tessere tra di loro uno straccio di accordo da affidare ai negoziatori incaricati di rappresentare il nostro paese; con scarsa autorità morale per avere in passato beneficiato e fatto largo spreco di contributi comunitari; arroccata in difesa del MCR per la produzione del quale succhiava sussidi anno dopo anno. Venne sottovalutato il peso che la nazionale degli spiriti avrebbe avuto nel corso delle trattative: ma questa e’ l’Europa ed occorre prendere atto che le questioni del vino in futuro non verranno piu’ discusse soltanto dal nostro Paese, Francia e Spagna.
L’Italia perse malamente la partita ma il torneo europeo durerà ancora a lungo e per riprendere a competere bisogna rimediare ai molti errori commessi: rifare la squadra da inviare a Bruxelles, precisare gli obiettivi, ridisegnare la strategia delle alleanze senza scordare che e’ la Francia la naturale alleata dell’Italia. L’avvio e’ da Voto 10 per l’avvenuta nomina dell’ex-ministro Paolo de Castro alla presidenza della commissione agricoltura del parlamento europeo, ma e’ solo l’inizio.
L’Europa c’è, evviva l’Europa
Le norme dettate dalla commissione agricola di Bruxelles venivano spesso accolte da sfottò, ironia, sarcasmo. Quel voler legiferare sulla lunghezza e curvatura dei fagiolini verdi, sul colore del guscio delle uova, su forma e calibro dei pomodori con la pretesa di stabilire quali di questi prodotti fossero commerciabili e quali altri no appariva quanto meno bizzarro.
Quella introdotta da Bruxelles il 1 agosto e’ una riforma vera, che si ispira alla morale pubblica ed al buon senso – merce rara al giorno d’oggi – e pone termine a trent’anni di spreco di denaro pubblico.
Da soli i paesi del vino non ce l’avrebbero fatta mai: va reso merito ai paesi del nord Europa.
Certo, si e’ dovuto pagare il prezzo di una eccessiva liberalizzazione ma di questa e’ responsabile anche l’Italia per essere stata latitante al tavolo delle trattative.
C’e’ una buona ragione in piu’ per sentirsi europei.
Angelo Gaja
1 settembre 2009
Ripartizione regionale dell'aiuto per arricchimento dei mosti 2008-09
5 commentiFonte: Ministero delle politiche agricole e forestali.
Vi dico subito che l’argomento e’ delicato e che le conclusioni mi sembrano piuttosto sorprendenti, per usare un eufemismo. Dunque, parliamo oggi di quei soldi che l’Italia e’ riuscita a ottenere dall’unione in cambio dello zuccheraggio che i paesi del nord fanno dei propri vini. Si tratta, come abbiamo visto nel post sulla OCM di una misura di carattere transitorio, da 73m per il 2009, altrettanti per il 2010, in calo poi da 59m nel 2011 e a 47m nel 2012 (poi basta). E si tratta di un aiuto per i produttori di vini DOC, DOCG e IGT al fine di arricchire i propri mosti con mosti concentrati o MCR o altri stratagemmi (compresi procedimenti di osmosi inversa) per alzare il grado alcolico. Come potrete apprezzare nell’art. 6 del provvedimento, il provvedimento per il 2008-09 paga EUR1.7 per ettogrado fino a un massimo di 1.5% di alcol nel caso di mosto concentrato e di EUR2.2 per ettogrado in caso di MCR. Ora, quello che a me pare esce dai calcoli e’ che questi sussidi vanno (come ci si potrebbe aspettare) in regioni di grandi produzioni VQPRD di livello medio basso (Emilia Romagna, Veneto), ma anche (e in proporzione in modo quasi incredibile) in regioni come la Sicilia. Ma manteniamoci ai numeri. Questi 73m sono per il 66% destinati al nord Italia, per il 26% al mezzogiorno e soltanto per l’8% al centro italia. Si tratta di una allocazione che forse compensa un po’ quello che abbiamo detto qualche giorno fa sugli aiuti per la riconversione dei vigneti: tanto da una parte, un po’ di meno dall’altra.
Programma di estirpazione e riconversione dei vigneti – contributi 2008 e 2009 per regione
1 commentoFonte: Ministero delle politiche agricole e forestali.
Torniamo al segmento della regolamentazione per affrontare l’argomento della, cito testuale, “applicazione della misura della riconversione e ristrutturazione dei vigneti”, di cui potete trovare qui tutti i dettagli regolamentari, oltre al modulo di domanda. I numeri parlano chiaro: nel periodo fino a luglio 2008 erano stati allocati originariamente EUR95m per espiantare o riconvertire 11570 ettari di vigneto (cioe’ circa EUR8200 per ettaro). Sono poi stati aggiunti EUR6m di dotazione alla Campania e 0.5m alla Toscana e, in un momento successivo, si e’ accettato un “overbooking” del 20%, portando quindi la dotazione totale per il 2007-08 a ben EUR120.2m, di cui circa EUR63m per il sud, EUR38m per il nord e EUR19m per il centro Italia. La situazione nel 2008/09 cambia, in quanto le risorse (come abbiamo visto quando abbiamo parlato della OCM) sono circa EUR70m. Ma non solo, nel 2008-09 sembra anche aprirsi un divario tra il nord e il resto d’Italia: la maggioranza dei soldi sembra, in proporzione, andare al centro e al sud Italia. Queste misure, come vedremo non sono applicate in modo omogeneo a livello regionale, ma dipendono da dove vengono le domande. Un contributo alto rispetto alla superficie vitata vuol dire maggior richiesta di sussidi… Questo significa che queste allocazioni potrebbero, alla fine, essere modificate con dei “versamenti” di contributi da una regione (dove non ci sono domande) a un’altra (dove non ci sono abbastanza soldi).