Il mercato dello Champagne nel 2019 ha registrato una crescita del 4% a valore, sfondando quota 5 miliardi di euro, nonostante i volumi siano arretrati dell’1%, poco sotto 300 milioni di bottiglie. Il bilancio finale è dunque positivo, sicuramente meglio del 2018 (valore stabile, volumi calati del 4%). Ci sono alcune “cattive” analogie con il passato, come il calo strutturale del mercato francese, ma anche e soprattutto delle “buone” differenze: i vigneron indipendenti una volta tanto non sottoperformano il mercato, il mercato americano accelera ulteriormente e rappresenta il vero traino del prodotto francese, il mercato inglese si stabilizza in volume e riprende a crescere in valore, il mercato italiano somiglia a quello americano. Unica differenza: noi stiamo recuperando i livelli del passato, gli americani sono sui loro massimi storici. Passiamo ai numeri.
Esportazioni
Portogallo – esportazioni di vino 2019
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Il Portogallo arriva alla crisis Covid-10 con un percorso di piccoli ma costanti progressi nelle esportazioni di vino, guidate essenzialmente dal miglioramento del prezzo mix (e dunque con volumi praticamente stabili) e da un percorso virtuoso nel continente americano, sia negli Stati Uniti che in Brasile. Non va comunque nascosto che il vino portoghese ha avuto un andamento molto stabile nel mercato inglese, probabilmente guidato dalla quasi nulla presenza di spumanti, mentre il principale mercato, la Francia, si mantiene su valori circa stabili, nel 2019 in leggero calo dopo un segno più nel 2018. Quali sono i numeri? 822 milioni di euro di esportazioni e 3 milioni di ettolitri, il resto nel breve commento che segue.
USA – esportazioni di vino – aggiornamento 2019
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La forza del dollaro non ha aiutato le esportazioni americane di vino, che rappresentano comunque una piccola frazione del business generato dall’industria locale. Per darvi un’idea, si parla di 3.5 milioni di ettolitri esportati su una produzione di oltre 20 milioni, quindi destinata principalmente al mercato locale. Fatta questa premessa vale comunque la pena di notare che “dollaro o non dollaro” il prodotto americano riscuote sempre meno successo all’estero: nel 2019 le esportazioni sono calate a 1.39 miliardi di dollari, -4%, per il terzo anno consecutivo (se tradotte in euro sarebbero a +1%, ma comunque in calo da due anni a questa parte). Le cause sono essenzialmente due: primo, il mercato canadese, storicamente quello più importante ha un andamento stabile/calante; in secondo luogo, le esportazioni di vino in Cina e Hong Kong sono calate in modo significativo negli ultimi due anni. Bene, passiamo all’analisi dei dati.
Esportazioni di vino italiano – aggiornamento gennaio 2020
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Commentare dei dati così positivi come quelli di export di vino in gennaio nel contesto in cui ci troviamo non è facile. La partenza del 2020 è stata particolarmente buona e supportata da un fortissimo (non ricorrente quasi di certo) incremento delle spedizioni nel mercato americano, che ha più che compensato il calo registrato nel Regno Unito e in genere negli altri mercati (messi tutti insieme). Con questa dinamica, si è anche consumato il sorpasso nel segmento degli spumanti tra Stati Uniti e Regno Unito, ormai una questione di tempo. Mettendo giù due numeri, le esportazioni di gennaio crescono del 13% a quasi 500 milioni di euro, portando il dato sui 12 mesi a quasi 6.5 miliardi di euro. Oltre al mercato americano va menzionata una buona partenza d’anno in Germania e Giappone e nei paesi nordici in genere. Passiamo a una breve analisi dei dati.
Spagna – esportazioni di vino, aggiornamento 2019
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Le esportazioni spagnole di vino tornano indietro di un paio di anni con il calo dell’8% registrato nel 2019. Il dato è il combinato di trend molto dissimili: 1) un recupero dei volumi esportati dell’8%, quasi al livello di massimo storico, più che compensato dal calo del prezzo medio del 15%; 2) un andamento molto negativo per i vini sfusi (fattore prezzo) e per gli spumanti, mentre tengono i vini fermi in bottiglia; 3) una debacle nei due principali mercati dell’Europa continentale, Francia e Germania, parzialmente compensato dalla stabilità nel mercato nordamericano). Quindi un anno di difficile lettura per il settore del vino spagnolo, che resta fortemente legato alle forti oscillazioni di prezzo del vino sfuso e di bassa qualità. Detto questo, la Spagna resta pur sempre la terza “potenza mondiale” nel settore del commercio estero del vino, anche se tra è decisamente la meno performante del gruppo degli “esportatori” naturali (+1.3% annuo negli ultimi 5 anni contro il +5% degli altri, escludendo USA e Germania, dove la quota di export sulla produzione è relativamente limitata). Passiamo a leggere qualche dato insieme.