
Le vendite di Cava nel 2021 tornano sul livello del 2019, grazie a un parziale recupero nel mercato europeo e una spinta dai paesi extraeuropei. In tutto 253 milioni di bottiglie commercializzate, contro 250 milioni del 2019. Scorrendo i dati che trovate nel post noterete la debolezza in alcuni mercati europei, se confrontati con il 2019, come il Belgio (-16%), la Francia (-14%), Finlandia, Svizzera e Danimarca (tutti in calo di oltre il 20% rispetto al dato 2019), ma anche della Germania che è il primo mercato estero del Cava con 29 milioni di bottiglie e che è 1.4 milioni sotto il 2019, ossia il 4%.
Il 2021 sarà sfidante: nel corso degli ultimi anni il mercato russo è diventato più significativo, circa 6.5 milioni di bottiglie, cui se ne aggiungono oltre 1 milioni in Ucraina, per una esposizione del 3% del totale.
Ci sono poi alcuni trend interessante di segnalare all’interno della denominazione: la crescita della categoria biologica passata dal 2% al 10% nel giro di 5 anni e, in minor misura, della categoria di Cava rosati che per la prima volta supera il 10% del totale delle denominazioni, anche se con una caratterizzazione qualitativa molto meno spiccata: se il Cava “base” è circa l’88% del totale dei 253 milioni di bottiglie, la penetrazione nel prodotto rosato raggiunge il 96%, mentre soltanto il 58% del prodotto biologico è nella categoria meno pregiata.
Vi lascio ai grafici del post.

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