
Gli scambi mondiali di vino mettono a segno un progresso del 2% circa nel primo semestre dell’anno. È questo il risultato cumulato dei primi 11 esportatori, 13.2 miliardi di euro, circa 300 milioni in più dello scorso anno. Si tratta di un recupero rispetto a una seconda parte del 2018 meno positiva, raggiunto anche grazie alla svalutazione dell’euro sul dollaro, passato da 1.21 (media primo semestre 2018) a 1.13 (primo semestre 2019). I dati mostrano un andamento leggermente sopra la media anche per l’Italia (+3%), anche se le crescite più corpose sono state realizzate dalla Francia (+6%), la Nuova Zelanda (+10%) e l’Argentina (+10%). I volumi sono cresciute del 3%, questa volta con Italia, Spagna e Nuova Zelanda in cima alla classifica. La quota di mercato del vino italiano migliora leggermente, dal 22.7% al 22.9% (in base al valore). La seconda metà dell’anno potrebbe essere caratterizzata dall’introduzione dei dazi alle importazioni in USA per la Francia e la Spagna, tra i grandi paesi esportatori. Potrebbe essere l’opportunità per il nostro vino per riguadagnare alcune posizioni (perse a vantaggio della Francia) nel mercato USA. Passiamo ad analizzare i dati.
- Le esportazioni di vino dei primi 11 produttori mondiali sono cresciute del 2.3% nel primo semestre 2019 a 13.17 miliardi di euro, a fronte di un incremento del volume esportato del 2.7% a 45.8 milioni di ettolitri.
- La Francia è andata particolarmente bene, +6% a 4.7 miliardi di euro, sospinta come abbiamo visto qualche giorno fa dallo Champagne (+8%) e dai vini di Borgogna. La crescita delle esportazioni francesi è quasi completamente basata sul prezzo medio, +5%, mentre i volumi di 7 milioni di ettolitri sono quasi stabili.
- Molto diversa la situazione italiana. Il nostro +3% a 3.01 miliardi di euro si compone di un robusto rimbalzo dei volumi (+9%) dopo la forte contrazione del primo semestre 2018. Il nostro export, come abbiamo detto, cresce leggermente di più della media.
- Un deciso passo indietro è invece quello della Spagna, calata del 9% a 1.3 miliardi di euro nonostante un sostanzioso incremento dei volumi, +6% a 11 milioni di ettolitri, dove il paese iberico resta il leader mondiale. Il calo delle quotazioni dei vini sfusi ha certamente determinato questo forte calo (-16%) del prezzo medio di esportazione.
- Tra gli altri paesi, nel primo semestre Cile, Australia e USA sono tra il +1% e il +2% a valore e mostrano dati molto volatili sui volumi (-11% per l’Australia). La Nuova Zelanda continua a guadagnare peso e con 514 milioni di euro è molto vicina a diventare il sesto esportatore, a spese degli USA, 542 milioni. I vini neozelandesi sono cresciuti del 10% nel primo semestre, più che recuperando il calo del periodo precedente.
- Se allarghiamo lo sguardo sugli ultimi 5 anni il quadro vede un incremento globale del 4.8% annuo, con la Francia a +6.5%, l’Italia a +4.9%, la Spagna a +2.3%, il Cile a +5.2%, l’Australia a +6.9% e gli USA a -1%. Sopra tutti la Nuova Zelanda con un incremento annuo composto dell’8%.
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