Regno Unito – importazioni di vino 2017

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Sebbene per valore in euro (e per volume) il mercato del vino inglese sia rimasto stagnante nel corso del 2017, il quadro non è così negativo dato che la svalutazione della sterlina ha giocato quel 7% che, una volta portati i dati in sterline, fa una bella differenza. Infatti, gli inglesi hanno importato vino per il 5% in più dello scorso anno, 3.19 miliardi di sterline (riesportandone poi circa 0.56 miliardi, +15%) oppure 3.63 miliardi di euro, -1%. Se ritocchiamo i dati per considerare le riesportazioni, arriviamo a una via di mezzo: non cala dell’1% come dice il dato in euro, non cresce del 5% come dice il dato lordo in sterline, cresce del 3% quando togliamo le esportazioni, quindi da 2.48 a 2.56 miliardi di sterline. L’Italia perde pesantemente quota sui vini fermi ma guadagna terreno negli spumanti, con un saldo che data la differenza dei numeri è moderatamente negativo. Nei vini spumanti il progresso è stupefacente: nel 2007 il Regno Unito importava 485 milioni di spumanti francesi e 15 milioni di euro di italiani, nel 2017 siamo a 413 contro 304. La stabilizzazione del cambio vista di recente potrebbe essere un aiuto per gli spumanti francesi, che già si pongono su prezzi mediamente alti. Vediamo che cosa succede all’economia locale, perché da più parti sembra profilarsi uno scenario non così positivo.

  • Il Regno Unito ha importato 13.7 milioni di ettolitri di vino nel 2017, in calo dell’1% sul 2016 ma circa stabile rispetto alle medie storiche. Come abbiamo ampiamente commentato, si tratta di circa 3.6 miliardi di euro, di cui poi circa 630 vengono riesportati.
  • La leadership francese viene riconfermata, con 1.13 miliardi di export e un calo dell’1%, fatto da una crescita del 7% dei vini fermi (in controtendenza rispetto al costante calo degli ultimi anni) e un calo del 20% per i vini spumanti, rispettivamente a 761 e 413 milioni di euro.
  • L’Italia va peggio, in calo del 6% a 760 milioni, ma la combinazione è opposta alla Francia. Scendono i vini in bottiglia del 12% a 418 milioni di euro, mentre cresce ancora del 23% la cifra relativa agli spumanti, 304 milioni di euro, ormai non lontana dal fato francese.
  • Dopo l’Italia non si arresta la crescita della Nuova Zelanda, +7% a 291 milioni di euro, che supera dunque l’Australia anche in quest’altro importante mercato (già successo in USA). Gli australiani perdono il 3% a 276 milioni di euro e sono ormai clamorosamente lontani dal dato di quasi 600 milioni di euro che leggete dalla tabella relativo al 2010.
  • Anche Spagna (dove pesa anche il calo degli spumanti) e Cile non vanno bene nel 2017, -2% e -8% rispettivamente, mentre i dati sono un po’ più positivi per gli americani (+6%, dopo il crollo del 2015) e per i tedeschi (+5% a 160 milioni di euro).
  • Il 2018 sarà un anno sfidante perché tutti gli indicatori dell’economia inglese sono girati per il verso sbagliato. Sarà certamente critico per l’Italia capire la sostenibilità della corsa dei nostri spumanti, guidati dal successo del Prosecco.
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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