Caviro – risultati 2016

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Il bilancio 2016 di CAVIRO mostra un netto calo degli utili a fronte di un fatturato in leggero incremento. Ciò è in buona parte dovuto a una serie di oneri straordinari (7 milioni) che sono stati contabilizzati nel 2016 per l’adeguamento ai nuovi principi contabili recentemente introdotti in tema di oneri pluriennali.. Nel complesso, i soci della cooperativa hanno ricevuto il 4% in più dell’anno scorso per i prodotti apportati, essenzialmente grazie all’incremento dei volumi. La performance commerciale del gruppo vede un netto incremento delle vendite all’estero, tutto generato fuori dai confini dell’Unione Europea, e una sostanziale tenuta dell’attività italiana, dove il prodotto di punta, il Tavernello, soffre un po’ per lo spostamento dei consumi nelle fasce premium del mercato, pur restando il vino in assoluto più venduto. Proprio verso questa categoria di prodotti il gruppo continua a investire. CAVIRO sta moltiplicando le iniziative all’estero per esportare il successo di questo prodotto. Importanti accordi sono stati siglati sia nel mercato inglese che in quello cinese, mentre in USA CAVIRO ha deciso di effettuare un investimento diretto per importare i propri prodotti. Le prospettive per il 2017 sono un po’ incerte: nel mercato italiano l’azienda ha aumentato i prezzi, mentre all’estero viene chiaramente menzionato come rischio il potenziale rallentamento in Gran Bretagna e l’adozione di dazi di importazione.

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  • Le vendite di 304 milioni di euro sono in crescita dell’1%. Di queste, 222 milioni sono vendite di vino, mentre circa 82 sono derivanti dalle attività di trattamento dei sottoprodotti ed Energia da fonti rinnovabili (distilleria). L’Italia rappresenta 213 milioni di euro, -1%, mentre l’Europa con 50 milioni di euro è in calo del 2%. A compensare questi cali è un incremento del 17% delle vendite al di fuori dell’Europa, che passano da 35 milioni a 41 milioni di euro.
  • I risultati finanziari consolidati come abbiamo detto sono influenzati da 7 milioni di oneri straordinari. Il MOL scende del 35% a 17 milioni, ma sarebbe stato 24 senza questi oneri (-9%). Da una rapida occhiata alla struttura dei costi, va rilevato un leggero incremento del costo del packaging (probabilmente dovuto alla “premiumizzazione” del portafoglio) e un livello di pubblicità e promozioni (28 milioni) stabili rispetto al 2015.
  • Il 2016 chiude quindi in perfetto pareggio, dopo aver spesato gli oneri straordinari.
  • La liquidazione dei prodotti apportati dai soci cresce del 4% a 73 milioni di euro, con un incremento dei volumi dello stesso tenore. Secondo la relazione degli amministratori il prezzo medio di liquidazione dei conferimenti ordinari è cresciuto del 3.7%.
  • L’indebitamento del gruppo resta sostanzialmente invariato a 56 milioni di euro, dopo il forte miglioramento del 2015 (riconducibile al capitale circolante), oltre agli ormai ricorrenti 10 milioni di debito nei confronti dei soci. Ciò corrisponde a un rapporto di 3.3 volte il MOL consolidato (2.4 volte se aggiustato per le partite non ricorrenti). Gli investimenti del 2016 sono stati circa 9 milioni di euro, contro i 13 del 2015, mentre il capitale circolante quest’anno non ha apportato alcun contributo.

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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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