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Anche nel 2016 la Cina si conferma uno dei mercati più interessanti del mondo per le importazioni di vino. E’ ormai chiaramente la quarta destinazione mondiale per valore, con 2.1 miliardi di euro e 6.3 milioni di ettolitri di vino importato. Interessante perché il mercato cinese è uno dei pochi dove si intravedono strabilianti opportunità di incrementare i consumi di vino e dunque le importazioni. Il 2016, scendendo nei dettagli, è stato caratterizzato dalla svalutazione dello Yuan (CNY) del 6% in media, che ha ridotto un pochino la crescita in euro (+16%) rispetto a quella in valuta locale (+24%). E’ stato anche un anno buono per l’Italia (come per l’Australia e per la Spagna), +33%, che non si schioda però dalla posizione di secondo piano nel mercato. 120 milioni di vino esportato per un mercato di importazioni di oltre 2 miliardi continuano a essere un numero ridicolo rispetto alla posizione che occupa il prodotto italiano nel panorama mondiale. Passiamo ai dati.
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- La Cina ha importato nel 2016 6.3 milioni di ettolitri di vino, in crescita del 15% rispetto al 2015. La progressione rispetto al 2011 è dell’12% circa in termini di volume.
- In termini di valore, ciò si traduce in una crescita del 24% a 15.7 miliardi di Yuan. Di nuovo, sui 5 anni 2011-2016 in valuta locale la crescita è dell’11% annuo. Se passiamo invece agli euro i dati sono un po’ meno positivi nel 2016, +16% per 2.1 miliardi di euro, ma più positivi nel quinquennio, dato che lo Yuan si è rivalutato significativamente (+19%).
- La leadership è saldamente in mano francese, anche se nel 2016 le importazioni sono cresciute “solo” dell’11% a 900 milioni di euro. Si tratta del 42% del mercato, che diventa il 45% una volta che si considera il “prodotto finito”, quindi vino in bottiglia e spumante. Si tratta anche di una quota di mercato in strutturale calo (cinque anni fa i francesi erano il 52% del vino in bottiglia e ben il 73% dello spumanti).
- Il secondo importatore è l’Australia, che dopo il raddoppio del 2015, cresce ancora del 26% e supera 0.5 miliardi di euro di vino esportato. Qui bisogna sottolineare un punto importante: gli Australiani esportano in Cina a 5 euro al litro, contro 4.6 euro al litro dei francesi e 3.7 euro degli italiani. Quindi, si tratta di un export di notevole “qualità” che non sarà facile sostituire nel tempo. Bisogna dire che gli amici di TWE hanno fatto un ottimo lavoro!
- Venendo all’Italia, dicevamo di un anno buono. I volumi sono in crescita del 12% a 322mila ettolitri, che esportati a 3.7 euro al litro portano ai 120 milioni di euro del totale, quindi +33%, fortemente guidato dal miglioramento del price-mix. Siamo ancora dietro alla Spagna, obiettivamente difficile da spiegare se non per la dimensione più importante delle aziende iberiche rispetto alle nostre. Un punto a nostra discolpa sono i dati poco rilevanti del mercato degli spumanti, soltanto 51 milioni di euro sugli oltre 2 miliardi (chiaramente dominato dai francesi), che oggi rappresenta indubbiamente un fattore critico di successo del nostro prodotto.
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Dati molto interessanti e mercato da osservare con estrema attenzione nei prossimi anni. I consumatori cinesi sono avidi di novità vinicole, e in questo senso la comunicazione gioca un ruolo fondamentale. Aggiungo un dato interessante legato agli acquisti online, che ci racconta che nel 2016 più di 21 milioni di cinesi hanno acquistato vino su differenti siti e-commerce. Occhio dunque anche a questo canale di vendita.