Il consumo di vino e bevande alcoliche in Italia – aggiornamento ISTAT 2016

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E’ il momento di aggiornare le nostre tabelle sul consumo di vino e di alcolici in Italia, che ISTAT pubblica annualmente, esprimendo non le quantità ma bensì la penetrazione del consumo (cioè quanti rispetto alla popolazione), tagliando i dati per tipo di bevanda, zona di consumo e intensità del consumo (in realtà il rapporto è più orientato a monitorare l’eccesso di consumo, anche se poi i dati sono molto completi). Il momento non è dei migliori per il vino, a leggere i dati che noi mettiamo in prospettiva temporale, cioè confrontandoli con quelli degli anni passati. La penetrazione del consumo di vino cala seppur di poco al 51.7% della popolazione, ma lo fa in un contesto di crescita della penetrazione del consumo di alcolici (64.7%) dove si avvantaggiano la birra (47.8%) e le altre bevande alcoliche (43.2%). E questo è a sua volta frutto della tendenza sempre maggiore di consumare alcolici in modo sporadico e soprattutto fuori pasto. Non solo. I dati confrontati al passato mettono in luce che per la prima volta dopo anni non cresce nemmeno la percentuale della popolazione che consuma vino ogni tanto, fino allo scorso anno in costante crescita, mentre continua il calo strutturale del “bicchiere di vino a pasto”. Passiamo dunque a guardare qualche dato insieme, lasciando al prossimo articolo l’analisi più approfondita delle tendenze regionali e per classi di età.


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  • Coloro che consumano vino in Italia sono il 51.7% della popolazione sopra gli 11 anni, in calo rispetto al 52.2% dello scorso anno, dato peraltro in crescita evidente rispetto al minimo storico del 2014. Sono invece in crescita i bevitori di birra, 47.8% rispetto al 46.4% del 2015, il livello massimo da quando analizziamo questo rapporto. Lo stesso vale anche per le altre bevande alcoliche, salite al 43.2% dal 42.1%, a suggellare una penetrazione totale delle bevande alcoliche vicinissima al 65% della popolazione sopra gli 11 anni di età.
  • Come ben sappiamo, il consumo abituale è strutturalmente in calo, soprattutto per il vino: siamo per la prima volta sotto il 20%, rispetto al 25% del 2008. Il consumo abituale non migliora peraltro per le altre categorie, talchè solo il 21.4% della popolazione (25% nel 2008) consuma abitualmente alcolici.
  • Quale la penetrazione degli stili di consumo? Il consumo intenso, oltre mezzo litro al giorno scende al 2.3% della popolazione, come lo scorso anno, e rispetto al 3.5% del 2008. Il “bicchiere di vino a pasto”, quindi 1-2 bicchieri al giorno passa dal 17.7% al 17% in un anno (era il 22% nel 2008), mentre il consumo sporadico che come potete apprezzare da grafici e tabelle cresceva strutturalmente, nel 2016 passa al 27% dal 27.7% dello scorso anno.
  • Se le tendenze di fondo sono simili, il 2016 sembra essere un anno negativo per il consumo maschile rispetto a quello femminile, che si mantiene su percentuali più vicine a quelle degli anni scorsi. I consumatori maschi di vino sono il 65% della popolazione rispetto al 66% dell’anno scorso e al 67% del 2008, mentre per le donne si mantiene intorno al 39-40% tra il 2015 e il 2016 e non è lontano al 67% del 2008. Quindi si potrebbe ben dire che il calo del consumo di vino è soprattutto un tema maschile.
  • Senza voler entrare nell’argomento del prossimo post, vedete anche un’anticipazione dei consumi per macroarea geografica: il calo di consumo sembra più netto al nord, dove si perde circa l’1.5% della popolazione nel 2016 rispetto al passato, mentre l’indagine ISTAT sembra identificare una inversione della tendenza negativa al centro/sud (ma non nelle isole) probabilmente legata a un maggiore impatto positivo della stabilizzazione dell’economia.
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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