Cavit – risultati 2015/16

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Il bilancio 2016 (maggio 2016) di CAVIT è tutto orientato verso il segno più. Crescono le vendite di un sano 7% a 178 milioni, e questo non succedeva dal 2011, crescono i margini e la generazione di cassa, per quanto siamo comunque di fronte a una cooperativa. Infine, anche i volumi trattati dalla cooperativa, circa 658mila ettolitri, sono cresciuti del 3% rispetto allo scorso anno. L’acquisizione di Kessler Sekt si è rivelata di successo e CAVIT sta esportando le sue basi spumanti di qualità dall’Italia per essere processate e imbottigliate in Germania, dove la controllata ha realizzato un fatturato di 7.2 milioni di euro (+9%), rispetto ai 178 consolidati. L’evoluzione della gestione è vista positivamente, con un andamento incoraggiante delle vendite estive (2016) e un piano di investimenti senza particolari picchi fino al 2020, quando la cooperativa dovrà intervenire con un rinnovamento importante delle strutture italiane. Passiamo ai dettagli.

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  • Il fatturato di 178 milioni di euro segna un progresso del 6.7%, che si compone di un incremento del 3% del fatturato italiano e del 7.6% di quello estero, che come potete vedere dai grafici è la stragrande maggioranza del fatturato (81%). I dati contenuti nella relazione degli amministratori in realtà segnalano un andamento delle vendite in Italia più sostenuto, +6%, spinto dall’incremento dei vini spumanti, mentre nel principale mercato estero di CAVIT, gli USA, le vendite sono cresciute del 5% circa.
  • In termini di vendite per categoria, il fatturato degli spumanti cresce dell’8% a 26 milioni (di questi come dicevamo 7 sono generati dalla controllata tedesca), mentre nei vini fermi le vendite toccano quota 150 milioni, +7%.
  • Come dicevamo i margini sono in miglioramento. Il MOL passa da 5 a 7 milioni di euro, cioè il 4% delle vendite, l’utile operativo da 1 milione a 3 milioni e l’utile netto da 5.1 a 5.3, non aiutato quest’anno come nel passato da proventi straordinari.
  • L’”economia” della cooperativa va però guardata dal lato conferimenti. I dati di Cavit sono piuttosto incompleti, ma trovate un grafico con i volumi, che nel 2016 sono cresciute da 642mila a 658mila ettolitri (+2.5%), quasi completamente da parte dei soci. Non abbiamo il dato sul valore medio dei conferimenti, salvo che questo valore è cresciuto nel 2016 del 10% rispetto all’anno scorso. Se ripercorriamo questo dato per gli ultimi 5 anni arriviamo a una crescita cumulata dal valore per ettolitro del 37%, pari al 6.4% annuo. Se passiamo dal valore per ettolitro al “fatturato” che i conferenti hanno realizzato i dati sono meno positivi, segnando un incremento netto di circa il 2.6% annuo.
  • La parte finanziaria va letta con attenzione. CAVIT dichiara un forte miglioramento della posizione finanziaria netta da 7 a 21 milioni di euro. Il dato “quadra” con una politica di investimenti molto moderata, 1.5 milioni rispetto a 4 milioni di euro ammortizzati. Non “quadra” invece con il forte incremento del capitale circolante da 64 a 74 milioni di euro. La quadratura viene dal rapporto con i soci. I debiti commerciali verso i soci sono passati da 44 a 55 milioni di euro e spiegano da soli ben 11 dei 14 milioni di euro di miglioramento della struttura finanziaria. Una normalizzazione di questa voce potrebbe quindi avere un impatto nel corso del 2016.
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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