Il Gruppo Antinori ha chiuso il 2015 con risultati record sotto tutti i punti di vista: le vendite hanno superato quota 200 milioni, il MOL ha raggiunto quota 42% e l’indebitamento è il più basso da 10 anni a questa parte, sia in valore assoluto che in rapporto alla generazione di cassa. E’ importante sottolineare che un andamento tanto positivo si e’ realizzato anche grazie all’ottima performance del mercato americano, sia grazie alla rivalutazione del dollaro che all’andamento delle vendite locali. La cattiva annata 2014 non ha influenzato molto i risultati, anche perche’ molto di questi vini non sono in vendita. Va peraltro detto che il 2015 si è rivelato essere invece ottimo nelle zone critiche per il gruppo come la Toscana, la Puglia e il Piemonte e questo lascia ben sperare. Il 2016 è indubbiamente partito molto bene (+8% nel primo trimestre), anche se non sara’ facile mantenere il passo, visto che il trimestre ha beneficiato di alcuni ordini sui mercati esteri di vini che nel frattempo sono esauriti. Antinori non sta in questo momento effettuando rilevanti investimenti (16 milioni nel 2015 contro i 18 del 2014), ma continua a concentrare tutta la generazione di cassa al taglio del debito (sceso a 69 milioni, quindi meno di una volta rispetto al MOL), senza pagamento di dividendi agli azionisti: una nuova mossa è all’orizzonte? Passiamo ad analizzare i dati.
- Le vendite toccano quota 209 milioni, +13%, con un andamento positivo in tutte le aree geografiche. L’Italia è sorprendentemente cresciuta del 18% a 68 milioni di euro, mentre è continuato a crescere in modo significativo il contributo degli USA, +19% a 44 milioni, dove le vendite sono raddoppiate negli ultimi 4 anni. Vicino alla doppia cifra anche la crescita del fatturato nel resto d’Europa, +9% a 52 milioni di euro.
- Il MOL cresce del 13% a circa 88 milioni di euro e tocca quindi un margine del 42%. L’incidenza degli acquisti è cresciuta rispetto al 2014 (21% contro 20%) ma è stata compensata sia dal costo del personale (sceso leggermente in rapporto alle vendite) che agli altri costi. Da notare l’incremento delle spese promozionali da 9.3 a 11.1 milioni di euro (dal 5% al 5.3% del fatturato).
- Con ammortamenti in leggera crescita l’utile operativo cresce del 15% a 65 milioni mentre il calo del debito ha determinato minori oneri finanziari. L’utile netto balza del 32% grazie al forte calo della tassazione, dal 37% a 27% dell’utile pre tasse.
- Il debito scende da 88 a 69 milioni di euro, che corrisponde a un rapporto di 0.8 volte il MOL (1.1x nel 2014). Un livello di assoluta tranquillità per il gruppo, che nel 2015 ha investito “solo” 16 milioni di euro, rimanendo per il terzo anno consecutivo sotto il livello degli ammortamenti (circa 22 milioni di euro).
- Il capitale investito sale del 5% a oltre 530 milioni di euro, il che determina un ritorno sul capitale del 13% circa (pretasse), con un ritorno per l’azionista del 13.3%. Si tratta del livello più elevato mai raggiunto dal gruppo dopo l’investimento da oltre 100 milioni nella nuova sede/cantina.
- Come dicevamo le prospettive sono positive. Nel 2016 non c’è più il dollaro ad aiutare le vendite ma ci sarà una ottima annata produttiva (2015). I segnali del primo trimestre (+8%), per quanto molto poco significativo, lasciano immaginare un anno di ulteriore crescita per il gruppo.