
Meno utili ma più generazione di cassa. Questo può essere un riassunto efficace dell’annata 2015 di Baron de Ley, che ha visto il fatturato riprendere vigore e superare i 90 milioni di euro (non lo faceva dal 2007) ma un calo dei margini che il management ha associato al rincaro dei costi delle materie prime e alla svalutazione del valore del vino in magazzion. Tutto ciò non ha però intaccato la generazione di cassa, che in una annata senza riacquisto di azioni e pagamento di dividendi, ha toccato quota 30 milioni di euro, non male per un’azienda che ha un valore di borsa inferiore a 500 milioni di euro. Infatti, nell’ultimo anno, le azioni sono cresciute del 19%, meglio di tutte le altre piccole aziende europee del segmento vino quotate (Advini +8%, Masi 0%, Italian Wine Brands -7%). Con 140 milioni di euro di cassa netta Baron de Ley potrebbe comperarsi il 30% del capitale (come peraltro ha fatto per diversi anni). Chissà che cosa succederà nel 2016… per ora andiamo ad analizzare i dati.

- Le vendite salgono a 93 milioni di euro, +6.5% rispetto al 2014. Dopo la ripresa del fatturato spagnolo visto nel 2014, nel 2015 il fatturato domestico è rimasto praticamente stabile e la crescita delle vendite si è materializzata interamente sul mercato europeo, +14% a 30 milioni di euro, il livello più elevato mai raggiunto.
- La qualità delle vendite è costantemente in crescita con il 94% derivante da vino imbottigliato e di questo l’85% derivante da prodotti di qualità superiore.
- I margini sono in discesa, come abbiamo visto. La questione è legata al costo delle materie prime, allo sforzo promozionale per spingere le vendite estere e al riallineamento del valore del magazzino al costo medio ponderato dei prodotti. Ne risulta un utile operativo di 18 miloni, in calo del 10% rispetto al 2014, che però era stato in crescita del 36% sul 2013 (a sua volta un anno pessimo). Diciamo che non è facile giudicare questo risultato, se non confrontandolo con la media degli ultimi anni, che è stata di un margine del 23-24%, rispetto al 20% del 2015: quindi un risultato mediamente cattivo.
- Dove invece le cose vanno a gonfie vele per BdL è nell’ambito della generazione di cassa. 5 milioni di investimenti, niente dividendi, niente riacquisti di azioni, un calo del capitale circolante di 6 milioni di euro ed ecco che la posizione finanziaria si incrementa di 30 milioni di euro. Ci sono quindi a disposizione 140 milioni di euro il livello più elevato di sempre.
- Il capitale investito cala quindi da 94 a 85 milioni di euro e “pareggia il calo dell’utile operativo. Ne deriva quindi un ritorno sul capitale stabile intorno al 20%, un livello di tutto rispetto nel mondo del vino, soprattutto considerando i 900 ettari di vigneto che BdL ha in bilancio. Come dicevamo prima, il problema sarà ora capire come verranno utilizzati…