
La Norvegia è un mercato importante per l’Italia, come del resto lo è tutta la Scandinavia. I dati che pubblichiamo oggi, forniti da UN Comtrade, ci mostrano una moderazione della crescita nel 2015 a 351 milioni di euro, che però va almeno in parte letta nell’ottica dell’evoluzione dei tassi di cambio. Infatti, il calo dei corsi petroliferi ha pesantamente influito la Corona Norvegese, visto che l’economia è fortemente legata all’estrazione di idrocarburi. Così, la valuta ha cominciato a svalutarsi dal 2012, predendo il 20% del suo valore. Nel solo 2015, la svalutazione è stata del 7%. Quindi, il +1% in euro e il -2% in volume di importazioni di vino 2015 sono in parte frutto del minor potere d’acquisto della moneta, anche se va detto che prima dei cambi la crescita in corone del 2015, +8% (3.14 miliardi di corone) è comunque meno del +12% registrato nel 2014 (2.9 miliardi di corone). All’interno di questa tendenza l’Italia rafforza costantemente la sua leadership, con una quota di mercato del 36%, mentre sia Francia che Spagna perdono posizioni. Qualche posizione la guadagnano i vini del nuovo mondo, che però come potete leggere dalla tabella hanno posizioni per lo più marginali. Nel 2016 la tendenza al ribasso della valuta continua: per ora la valuta è giù di un altro 7% in Gennaio contro la media 2015, anche se vista la volatilità dei mercati è meglio aspettare. Andiamo a leggere qualche numero insieme.

- Le importazioni di vino in Norvegia sono cresciute dell’1% a 351 milioni di euro nel 2015. Se depuriamo per l’impatto del cambio, la crescita sarebbe stata dell’8% a 3.14 miliardi di corone. Nel corso degli ultimi 5 anni la Norvegia è cresciuta costantemente, con un +6% annuo, che diventerebbe +8% se depurassimo l’effetto dei cambi.
- L’andamento del vino italiano è molto positivo. Nel 2015 l’import è cresciuto del 2% a 127 milioni di euro, con una quota di mercato del 36% rispetto alla Francia che con 101 milioni ha il 29% del mercato. Le sottocategorie dicono che i vini imbottigliati sono stati 83 milioni di euro, +1%, mentre i vini spumanti, dove occupiamo la seconda posizione sono cresciuti del 15% a 17 milioni di euro (ma notate dalla tabella che la crescita è stata esponenziale negli ultimi anni). Siamo leader anche in volume con 300mila ettolitri degli 840mila totali, quindi il 35%. E’ molto interessante notare come l’Italia abbia strutturalmente guadagnato quota di mercato in Norvegia, con una crescita in Euro del 10% annuo contro il 6% del totale import.
- La Francia nel 2015 ha avuto un andamento leggermente negativo, -2% a 101 milioni. L’andamento del prodotto francese è allineato al mercato, sia per i vini imbottigliati che per gli spumanti.
- La Spagna è invece “nel mucchio” di tutti gli altri, con solo 33 milioni di export e nessuna crescita negli ultimi anni. Soffre la stasi del Cava ma anche l’andamento negativo del prodotto imbottigliato. Dietro la Spagna anche i vini tedeschi sono stabili, mentre sembrano in crescita tumultuosa sia i prodotti portoghesi e americani, per quanto partano da valori molto limitati.




