Hong Kong – importazioni di vino, aggiornamento 2014

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Hong Kong sta diventando un “osservato speciale” nel mondo dei beni di lusso. Come dice un simpatico manager di Tod’s: “Hong Kong si è trasformata da un mercato a una città”. In altre parole, se prima le aziende consideravano Hong Kong allo stesso livello di una nazione, come la Francia o la Danimarca, oggi ha perso questo status a causa del forte calo del flusso di “turisti per shopping” dalla Cina. Questa dinamica ha cominciato ad impattare anche il settore del vino, come possiamo vedere dai dati publicati recentemente da Calwine e da noi rielaborati. Le elaborazioni che analizziamo oggi sono leggermente diverse da quelle precendenti sul blog (qui), perchè questi sono dati riferiti al vino totale e non soltanto al vino in bottiglia. Quindi se li confrontate trovate numeri, a parità di anno, leggermente superiori in questa serie di dati rispetto all’altra. Detto questo, cosa dicono i dati? Beh, che nel segmento del vino il boom fu nel 2011 e non nel 2013, ma che il 2014 le cose sono comunque peggiorate, con un calo delle importazioni di vino (nette delle riesportazioni in Cina) del 7% in dollari americani e del 3% in volume. In questo contesto, fa la sua prima apparizione il vino cinese (oppure estero ma importato dalla Cina), che diventa immediatamente la seconda forza nel mercato locale. L’Italia resta marginale, con un peso del 7% dei volumi e del 4% del valore, anche se va detto che l’andamento della “quota di mercato apparente” è stato costantemente positivo negli ultimi anni. Andiamo a leggere i numeri insieme.

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  • Nel 2014 Hong Kong ha importato 525mila ettolitri di vino, +4.4% rispetto al 2013 e al massimo storico. Nettando le riesportazioni, l’import scende a 300mila ettolitri e mostra invece un calo del 3% rispetto allo scorso anno, che a sua volta era sceso rispetto al picco del 2012 (321mila ettolitri).
  • I dati relativi al valore raccontano una storia diversa e sono largamente influenzati dalla bolla speculativa sui prezzi dei vini francesi (e di Bordeaux in particolare). L’import a valore è circa 1.1 miliardi di dollari lordo, +5% sul 2013 e +4% annuo dal 2010, mentre cala del 7% per quanto riguarda il vino rimasto a Hong Kong, a 772 milioni. Siamo ben lontani dal miliardo di dollari del 2011, ma soprattutto non viene confermato il leggero incremento fatto registrare nel 2013.
  • La Francia continua a dominare la scena, ma rappresenta ormai il 50% del valore rispetto al 55-60% degli anni scorsi e il 24% del volume rispetto al 30-35% del passato. L’andamento 2014 è stato particolarmente negativo, con un calo del 25% del volume a 72mila ettolitri e del 20% del volume a 390 milioni di dollari.
  • La seconda forza nel mercato locale sembra essere diventata di colpo la Cina, con 92 milioni di dollari esportati (niente nel 2013). Qui viene il dubbio che questo vino non sia cinese, bensi Australiano per esempio, dato che l’Australia cala da 60 a 16 milioni. Anche per gli USA l’annata è stata negativa, soprattutto in termini di valore (-20%), mentre il volume esportato continua a crescere a doppia-cifra come gli anni scorsi.
  • Venendo all’Italia, i dati sono positivi, siamo a 28 milioni di dollari, +4%, su un volume calato del 15% a 21mila ettolitri. Come vi dicevo sopra, le quote di mercato crescono leggermente sui valori ma restano marginali, cioè meno del 4%…
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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