Costi e margini dell’industria vinicola – aggiornamento giugno 2015

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Gli indicatori ISMEA sul secondo trimestre ci mostrano un quadro ancora in miglioramento per il settore, caratterizzato da un residuale piccolo incremento dei prezzi di vendita al dettaglio (+1%), una stabilità dei prezzi dei mezzi di produzione e un ulteriore calo dei prezzi dei vini comuni, che nel secondo trimestre hanno “rotto” la linea di tendenza dei vini DOC che invece sono rimasti su livelli stabili. Eppure, sebbene anche tutti i dati “macroeconomici” che influenzano il mondo del vino siano positivi, il clima di di fiducia non è migliorato nell’ultimo rilevamento ISMEA, mostrando anzi un calo significativo. Da qualunque lato lo si guardi, l’indicatore messo in fila, ci porta a un clima di fiducia ai minimi storici. E non dovrebbe essere così come dicevamo: l’euro è ai minimi sulle altre valute da anni, l’economia italiana finalmente da’ segnali di risveglio, le esportazioni di vino vanno a gonfie vele anche all’effetto Prosecco e spumanti. E’ vero che la vendemmia 2014 non è stata buona e che i prezzi dei vini comuni sono crollati, ma lo hanno fatto da livelli francamente insostenibili! Andiamo a leggere qualche numero insieme.

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  • La fiducia del settore come dicevamo scende di 8 punti, dopo un rimbalzo nel primo trimestre… negli ultimi 12 mesi il calo cumulato è stato di 23 punti, il dato peggiore dal 2010 a questa parte.
  • Eppure, come dicevamo, i dati sembrano essere intonati verso “il bello”. I prezzi dei mezzi di produzione sono sotto il livello del 2014, grazie al petrolio, mentre il prezzo delle materie prime (vino all’origine) è rimasto stabile per quanto riguarda i vini DOC nel loro complesso (un indice 128 rispetto a 100 nel 2000).
  • Sono invece crollati i prezzi dei vini da tavola a causa della forte concorrenza dei vini esteri (spagnoli), ma anche penso dalle previsioni incoraggianti sulla vendemmia 2015. Il loro prezzo è calato del 18% rispetto al secondo trimestre 2014 e del 12% rispetto a marzo 2015, portando l’indice del prezzo a un valore di 110, quindi ben al di sotto (proporzionalmente) al valore dei vini di qualità.
  • In questo quadro i margini dell’industria vinicola si espandono dopo un paio di trimestri in calo. L’indice del livello dei margini è 112, rispetto a 108 del primo trimestre e 102 di un anno fa. Ciò significa che anche il 2015 si prevede un anno in cui i margini delle aziende si andranno ad espandere (soprattutto quelli che esportano!).
  • Da un punto di vista di bilanciamento tra fase agricola e fase industriale, le dinamiche in atto mettono un altro tassello a favore dell’industria. Fatto 100 i margini (giusti o sbagliati che fossero) nel 2006, oggi l’agricoltore guadagna 129 e il “trasformatore” 86, quindi peggio per l’agricoltore (132 un anno fa) e meglio per il trasformatore (80 un anno fa).
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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