Masi – risultati 2014

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Masi ha avuto un anno difficile nel 2014, causato dal calo di vendite in due dei suoi principali mercati, Canada e Svezia, oltre all’impatto negativo dei cambi, che hanno determinato per due anni consecutivi un impatto negativo superiore al 2%. Nonostante questo, i margini si sono mantenuti su livelli molto elevati (tra i più elevati nel panorama italiano, e non solo, del settore) e l’azienda ha raggiunto l’obiettivo di quotazione in borsa. L’operazione, che ha consentito un incasso di oltre 30 milioni di euro, è stata per circa un terzo relativa alla vendita di azioni da parte dell’azionista Alcedo (private equity), mentre per i restanti due terzi (20 milioni circa) sono confluiti nella cassa dell’azienda, praticamente cancellando il debito aziendale, di circa 19 milioni a fine 2014. Il processo di quotazione, al quale ho partecipato, è culminato alla fine di giugno, quando le azioni sono state ammesse alla negoziazione, con un flottante del 20% e un prezzo di collocamento di 4.6 euro per azione, che determinano una capitalizzazione (e valore d’impresa) di circa poco meno di 150 milioni di euro, cioè circa 13 volte gli utili (rettificati per il goodwill e gli oneri di quotazione) previsti per il 2015, 2.2 volte le vendite, 8 volte il MOL e circa 9 volte l’utile operativo. Passiamo ad analizzare i dati 2014 e a discutere anche di cosa potrebbe fare Masi con questi soldi.

 

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  • Come dicevamo il 2014 è stato un anno difficile dal punto di vista commerciale, con un calo di fatturato del 7% a 60 milioni di euro. Di questo stimiamo che circa il 2-3% sia stato dovuto alla svalutazione delle valute estere (che sarà recuperato nel 2015), circa il 6% provenga dal calo dei volumi (da 12.2 a 11.5 milioni di bottiglie) e che quindi il prezzo/mix in valuta locale sia stato invariato o leggermente positivo. Dal punto di vista geografico, le vendite sono cresciute del 7% in Italia, calate del 7% in Europa, del 10% nelle Americhe e del 27% nel resto del mondo.
  • I margini sono cresciuti rispetto al 2013, rendendo meno difficile il confronto a livello di MOL e utile operativo, entrambi calati del 3%, mentre a livello di utile netto ha ulteriormente contribuito il calo degli oneri finanziari su un debito migliorato da 22 a 19 milioni di euro.
  • Questa considerazione ci introduce alla parte finanziaria. Masi è un’azienda finanziariamente solidissima. Ha investimenti di mantenimento nell’ordine di 3-4 milioni annui e una generazione di cassa che nel 2014 è stata di 9 milioni di euro, dopo aver finanziato un aumento del capitale circolante di 4 milioni di euro. Questo, unito ai soldi della quotazione in borsa, mettono Masi nella miglior condizione possibile per perseguire nuovi investimenti e soprattutto acquisizioni: nelle ultime uscite pubbliche, il presidente e amministratore delegato Sandro Boscaini ha chiaramente indicato come sia importante per l’azienda allargare la sua gamma di prodotti acquisendo concorrenti che abbiano in portafoglio vini di qualità, possibilmente complementari: non è difficile leggere tra le righe che, restando nell’ambito del Triveneto, la principale area di interesse possa essere quella del Prosecco…
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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