
Baron de Ley ha chiuso un dignitoso 2014 dal punto di vista finanziario, anche grazie al rimbalzo delle vendite nel mercato domestico, con vendite in crescita del 5%, un margine MOL quasi stabile e un utile in decisa crescita grazie però a componenti non ricorrenti relativi ai cambi e all’assenza di svalutazione di attivi. Alla fine, l’utile netto cresce da 18 a 28 milioni di euro. I driver sottostanti non sembrano però così promettenti: in particolare, la quota dei vini imbottigliati sul totale scende dal 94% al 92% del fatturato e l’azienda si è trovata a far fronte a una variazione della domanda di vino verso i vini bianchi rispetto ai vini rossi, su cui è prevalentemente concentrata (la denominazione Rioja rappresenta il 95% della produzione). Fatte queste precisazioni, l’azienda continua a generare cassa in modo sostanziale, tanto che la posizione finanziaria sale a oltre 100 milioni di euro (secondo la nostra stima) nel 2014.

- Le vendite crescono del 5.4% a 87 milioni di euro, di cui 80 milioni sono vino imbottigliato (+3%).
- Le vendite in Spagna sono in crescita del 7% a 48 milioni di euro, dopo aver toccato il minimo storico nel 2013. Siamo ancora molto lontani dai tempi d’oro, in cui il fatturato arrivò a 64 milioni di euro. A differenza degli scorsi anni, invece, sono un po’ meno brillanti i dati sulle esportazioni. In Europa il fatturato è 26 milioni, +4%, mentre nel resto del mondo sfiora 13 miloni, +2%, ma in entrambi i casi si tratta di “crescita sopra crescita”, quindi di dati che si confrontano con livelli di vendite già molto buoni. La propensione alle esportazioni è del 45% contro il 46% dello scorso anno.
- A livello di margini, ci sono due cose da dire. Primo, che il MOL cresce del 3% con un margine del 36%. La profittabilità dunque si diluisce. Detto questo, due cose hanno aiutato BdL nel 2014. Primo, l’assenza di svalutazione di attività, che lo scorso anno pesarono per circa 5 milioni, e che hanno spinto l’utile operativo a toccare 20 milioni, +37%. Secondo, la presenza tra i proventi finanziari di 4 milioni di proventi da cambi, non ricorrenti, che hanno dato un secondo colpo agli utili. Alla fine, l’utile netto tocca 28 milioni di euro, +49%, un livello mai toccato dall’azienda negli ultimi anni.
- Tutto ciò va naturalmente a impattare in modo molto positivo il ritorno sul capitale e dell’azionista, che crescono rispettivamente al 21% e al 13%.
- La struttura finanziaria vede una posizione finanziaria netta positiva per 109 milioni di euro (nostra stima, i dati finali non sono stati ancora pubblicati) forte di una generazione di cassa di 37 milioni di euro, e dunque un capitale investito di circa 315 milioni di euro.

