I risultati delle aziende e cooperative vinicole italiane 2013 – Rapporto Mediobanca

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Il rapporto di Mediobanca, pubblicato in corrispondenza del Vinitaly, evidenzia gli ottimi risultati ottenuti nel 2013 dalle maggiori cantine italiane, come abbiamo anche noi testimoniato azienda per azienda negli ultimi mesi. Il fatturato è stato spinto dalle esportazioni da un lato (ricordiamo che queste 122 aziende rappresentano il 60% delle esportazioni italiane di vino) e dai prezzi in crescita in Italia, causa l’incremento dei prezzi del vino sfuso. I numeri del 2013 si possono così riassumere: fatturato in crescita del 6%, margine operativo lordo +11%, utile operativo +19%. L’utile netto, meno rappresentativo scende a causa delle componenti non operative. Migliora anche la struttura finanziaria, con un debito in calo in valore assoluto (aiutato anche da una annata magra in termini di investimenti), ma ancora di più in confronto alla generazione di cassa. Il rapporto con il MOL scende a 4.5 volte, il valore più contenuto dal 2006 a questa parte. In conclusione, il 2013 è stata una buona annata per il vino italiano. Il 2014 promette ancora bene, anche se le prime indicazioni sul fatturato di queste aziende sono di una crescita inferiore al 2%: il calo dei costi delle materie prime dovrebbe aver consentito un ulteriore miglioramento dei margini. Andiamo nel dettaglio dei numeri.

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  • Le prime 122 aziende e cooperative italiane (con oltre 25 milioni di fatturato) hanno fatturato 6.1 miliardi di euro, di cui 3.04 miliardi all’estero e 3.02 miliardi in Italia, rispettivamente +9% e +3%. Una piccola particolarità: nel 2013 il fatturato delle cooperative è cresciuto del 7%, un po’ di più delle aziende private (escluse quelle a controllo estero).
  • Il settore ha subito un incremento dei costi esterni del 5.5%, del costo del personale del 4% (a fronte di un organico praticamente stabile, 11536 dipendenti per queste 122 aziende), degli ammortamenti dell’1% (anche a fronte di investimenti piuttosto contenuti). Si arriva così a un margine operativo lordo di 550 milioni di euro, pari al 9% dei ricavi, e a un utile operativo di 324 milioni di euro, il 5.3% dei ricavi. Un ottimo risultati, naturalmente pari al “massimo storico”, che si confronta forse con una annata non molto positiva come fu il 2012 (potete vedere in tabella il leggero regresso registrato).
  • Sotto l’utile operativo, gli oneri sul debito sono in calo di oltre il 10%, mentre la pressione fiscale (calcolata prima della componente “altri”) scende dal 40% al 37%. Quindi l’utile netto scende, ma dietro questo calo si nasconde un miglioramento significativo.
  • Abbiamo detto che gli investimenti sono molto contenuti, 240 milioni di euro, praticamente allineati al “consumo di capitale”. Ciò determina il calo del debito passato da 2.55 a 2.48 miliardi di euro. Il rapporto con il patrimonio netto scende al 77%, il livello più basso di sempre, mentre in rapporto al MOL si passa da 5.2 a 4.5 volte, un numero che non si vedeva dalla metà degli anni 2000.
  • La conseguenza di tutti questi numeri è un visibile miglioramento del ritorno sul capitale, che sale dal 5.2% al 6.3%, che considerata la presenza delle cooperative non è male. Le sole aziende sono infatti nel 2014 intorno all’8% un numero che suona molto bene dato che intorno all’8% è il valore storicamente richiesto nell’investimento nelle aziende (di questi tempi meno, per via della mancanza di inflazione e dei tassi praticamente nulli, ma questo non è il luogo di queste disquisizioni).
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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