Costi e margini dell’industria vinicola – aggiornamento 2012

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Non è più di due mesi fa che commentavamo queste tabelle prodotte da ISMEA dicendo che nel terzo trimestre, quello di apertura della campagna 2012/13, il prezzi all’origine del vino (quindi le materie prime dell’industria) si erano stabilizzate, portando così a un deciso miglioramento del clima di fiducia del settore. I dati del quarto trimestre, che ci consentono anche di fare un quadro della situazione dell’intero 2012, sono di nuovo improntati a un forte incremento dei cost i della filiera, che viene soltanto parzialmente scaricato sui prezzi di vendita, date le cattive condizioni del mercato interno (che pur sempre rappresenta quasi la metà del vino italiano). La novità è che a prendere a crescere sono anche i vini DOC/DOCG, a differenza del passato dove il fenomeno aveva riguardato soprattutto i vini da tavola. Il 2012 è quindi stato un anno con margini unitari veramente depressi, sotto il livello base dell’indice, che parte dal 2000. Va peraltro detto che l’onda di incremento dei prezzi di vendita è partita decisa soltanto verso metà 2011, mentre le materie prime hanno cominciato a crescere circa 6-9 mesi prima: da questo punto di vista, sempre che i rincari non continuino, siamo forse in un punto di minimo per i margini. Andiamo a vedere i numeri.

 

 

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  • Nel 2012 ISMEA calcola che il costo del prodotto semilavorato vino da imbottigliare e produrre sia cresciuto del 30-35% in media rispetto al 2011, con un punto di uscita (quarto trimestre 2012 su quarto trimestre 2011) che segna un rincaro del 45%. Tale incremento si declina in un incremento del 40-45% per i vini da tavola e IGT e un +10/15% per i vini DOC/DOCG.
  • Dall’altro lato, non si vedono clamorosi incrementi nei prezzi di vendita. Il prezzo medio al litro del quarto trimestre 2012 per tutti i vini è di 3.43 euro al litro, molto di più del 2.97 del terzo trimestre, ma non va dimenticata la stagionalità dell’attività con i vini pregiati e gli spumanti (che costano di più) concentrati in questo periodo. In un confronto “onesto” della media annua, l’incremento dei prezzi di vendita sembra essere nell’intorno del 10%, mentre la velocità di uscita del +4% del quarto trimestre si deve al maggior peso dei vini spumanti che invece sono rimasti stabili.
  • Da questo quadro deriva un forte deterioramento del clima di fiducia dell’industria, un “meno 12” che se messo in fila da quando questo indice viene redatto ci porta a un numero totale di “52” rispetto a “100” del 2007. Quindi, una fiducia dimezzata per così dire, con dei margini del trasformatore ormai al minimo storico e quelli dell’agricoltore a livelli mai raggiunti prima.
  • Però bisogna fare attenzione, perchè tutti questi calcoli sono fatti sui margini unitari e non su quelli totali. La realtà dei fatti è che si producono 10 milioni di ettolitri di vino in meno rispetto a qualche anno fa. Quindi il saldo finale è un margine inferiore per il settore, aggravato dal calo dei volumi…

 

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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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