
La Nuova Zelanda è ancora una delle nazioni protagoniste di un incremento produttivo, addirittura pericoloso vista la stasi del consumo di vino in genere. Le sue esportazioni sono però cresciute in modo vigoroso. Oggi, grazie ai dati pubblicati da Calwine e derivanti dal World Atlas, guardiamo i numeri in dettaglio geografico per capire dove viene venduto il vino neozelandese. Non ci sono sorprese, dato che le direttrici sono soprattutto i mercati vicini, Australia e in seconda battuta l’oriente con Cina-HongKong-Singapore, e i mercati anglosassoni con il Regno Unito e gli USA come altri principali mercati. Attenzione al dollaro neozelandese, dato che questi dati sono espressi in dollaro americano: anche se il prezzo mix sembra essere migliorato (vendite in dollari in crescita superiore alle vendite in valuta locale), ciò è determinato dalla svalutazione del dollaro contro la valuta locale, il che significa che in realtà gli introiti unitari degli agricoltori non sono cresciuti. Infine, un calcolo simpatico ma che fa riflettere: il prezzo medio di export della Nuova Zelanda è il triplo di quello italiano.

- Nel 2011 la Nuova Zelanda ha approcciato il miliardo di dollari di esportazione, a 901 milioni, con un incremento del 14%. Sui 5 anni, l’aumento delle esportazioni è stato prodigioso, +18%, partendo dai 400 milioni di dollari del 2006.
- L’incremento è essenzialmente dovuto ai volumi, che nel quinquennio, sono passati da 647mila ettolitri a 1.7 milioni di ettolitri, con un balzo molto significativo. Nel 2011 il trend di crescita dei volumi ha cominciato a smorzarsi, con una crescita del 7%.
- Come dicevamo i principali mercati sono quelli anglosassoni. Prima è la vicina Australia, che nel 2011 è cresciuta del 17% a 282 milioni di dollari, con 0.5 milioni di ettolitri esportati. In realtà è il secondo mercato per valore, il Regno Unito con 234 milioni, a essere il primo in termini di volume, con quasi 0.6 milioni di ettolitri di export.
- Vengono poi gli USA e il Canada, rispettivamente a 186 e 51 milioni di dollari e circa 400mila ettolitri cumulati.
- Se guardate ai tassi di crescita si evince che la Cina è stata in forte crescita ma il suo peso sul totale dell’export è ancora molto limitato.
- Infine vi presento un giochetto simpatico. Ho comparato il prezzo medio di export della Nuova Zelanda con quello italiano in alcuni mercati. Va detto che al numero italiano mancano i vini spumanti, ma credo che sia questo il confronto più giusto da fare, visto che i neozelandesi non hanno questo prodotto. Il prezzo medio di esportazione del vino neozelantese è il triplo di quello italiano, espresso in euro. Si passa dal 20% in più dell’Australia, alle 2 volte e mezza del Regno Unito (dove vengono comunque esportati volumi “dignitosi”), alle 4 volte della Cina e alle 2 volte di Singapore. Il tutto per dire che con la nostra tradizione, c’è notevole spazio per migliorare e affrontare senza troppi patemi il tema della riduzione dei volumi a basso valore aggiunto.



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