
ISTAT ha cominciato a produrre una mole impressionante di dati sul censimento 2010 dell’agricoltura. I dati sono talmente tanti e talmente dettagliati che è facile perdersi. Questo post è il primo di una serie dove cerchiamo di analizzare la struttura del sistema produttivo italiano, analizzando i dati relativi alla superficie vitata, in questo caso quella “in produzione”. Partiamo con un disclaimer: abbiamo pubblicato in post precedenti una superficie vitata “ufficiale” di 632mila ettari nel 2010. Il database del censimento oggi parla di 664mila ettari totali e 610mila ettari in produzione. Proprio su questi 610mila ettari in produzione baseremo le nostre analisi. Oggi partiamo con l’analisi per forma di conduzione e per titolo di possesso. Cioè cerchiamo di capire come si struttura, a livello nazionale e regionale (le provincie le ho cancellate, come sostengo al governo Monti). Passiamo quindi all’analisi del giorno e cioè come si struttura il vigneto italiano dal punto di vista della proprietà e della conduzione. In grande sintesi, l’Italia resta un paese dove la conduzione dei vigneti resta fatta a livello personale dall’agricoltore su oltre l’80% della superficie in produzione e dove il modello unico “di proprietà” rappresenta oltre il 50% del totale. Ma vediamo i numeri in dettaglio.

- Dei 610mila ettari in produzione, la quota condotta in proprietà è il 56% cioè 341mila ettari. Ci sono poi circa 49mila ettari condotti solo in affitto, 115mila ettari condotti nella configurazione mista, 12mila in uso gratuito e oltre 50mila nella forma mista proprietà, affitto e uso gratuito.
- La situazione come vedete dal grafico è molto variegata a livello regionale. Il modello prevalente della proprietà è molto forte soprattutto al sud. In Calabria il 76% del vigneto è condotto con il modello esclusivo della proprietà, ma percentuali ben superiori al livello nazionale si trovano in Puglia, Sardegna, Lazio, Campania, Abruzzo, Molise e Sicilia. Di contro, al Nord il modello “solo proprietà” è molto meno diffuso con il 36% soltanto in Lombardia, il 37% in Friuli Venezia Giulia, il 43% in Piemonte e meno del 50% in Veneto ed Emilia Romagna.
- Il modello affitto o misto affitto/proprietà è soprattutto usato al nord, in regioni come l’Emilia Romagna, il Piemonte, Veneto e Lombardia, tutte tra il 35% e il 45% del totale.
- La seconda analisi che presento in questo post è quella relativa alla conduzione, dove qualche sorpresa si trova. Come dicevamo, l’83% delle superfici, quindi oltre mezzo milione di ettari sono condotti direttamente dall’agricoltore, mentre sono 99mila gli ettari in produzione condotti con personale dipendente. La sorpresa di cui vi parlavo viene dalla penetrazione di questo modello, che è massima nel centro Italia, e precisamente in Toscana con il 41% della superficie in produzione e Umbria, con il 33%. Questo è il modello “imprenditoriale”, e vedremo in un prossimo post come si suddivide la superficie italiana rispetto alle forme societarie, mettendola in correlazione con questa statistica. Proseguendo l’analisi, potete notare come la forma di conduzione con salariati sia praticamente assente in regioni come l’Abruzzo, la Campania, la Liguria e, stranamente, Trentino e Veneto, dove sono meno del 10% della superficie contro il 16% medio in Italia.



