LVMH – risultati primo semestre 2012

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È in un post di mezza estate che ritroviamo una ulteriore conferma di quello che segnaliamo da diverso tempo: il mondo degli spirits, e in questo caso dei brown spirits, ha in questi anni una marcia in più rispetto al vino (e, forse, una marcia in meno rispetto ad altre categorie come la vodka). Va da sè che i risultati di LVMH divisione vino e spirits mostrano ancora una volta il primato della sottodivisione Cognac e spirits su vini e Champagne. Nel semestre terminato a giugno, le vendite della divisione sono balzate a 1.75 miliardi di euro, +22%, con un incremento del 16% per Champagne e vino a 748 milioni e un +28% per la divisione spirits a 1 miliardo di euro.

Se lo Champagne continua a crescere, passando da 20 a 21 milioni di bottiglie, la divisione è appesantita dal leggero calo delle vendite di vino fermo, in calo del 3% a 6.8 milioni di bottiglie. Vanno invece a gonfie vele le vendite sia di Cognac, che passano da 30 a 32 milioni di bottiglie che quelle degli altri spirits, che salgono da 5.9 a 6.8 milioni di bottiglie.

Anche i margini stanno andando di conseguenza: da un livello di profittabilità simile a livello del primo semestre 4-5 anni fa, gli spirits sono passati dal 30% al 31% mentre i vini e gli Champagne sono scesi al 25%, riuscendo a recuperare soltanto la metà del margine perduto in occasione della crisi finanziaria. Cosi’ nel primo semestre dell’anno oltre 300 dei 500 milioni di utile operativo totale vengono dagli spirits, contro un livello molto simile prima della crisi.

La strategia di LVMH non cambia: moderare la crescita dei volumi e cercare di posizionare i prodotti nei mercati più profittevoli. E poi innovazione: che nel campo dei vini è chiaramente scritto chiamarsi Champagne Rosè e vendemmie prestigiose.

 

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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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