Banfi – risultati 2011

nessun commento

I numeri 2011 di Banfi tornano a tingersi di nero, dopo tre anni di perdite coincise con la crisi globale e lo sforzo profuso nel piano di investimenti. Se e’ vero che ci vorra’ ancora un paio di anni per raggiungere le vendite e i margini pre-crisi e che il ritorno sul capitale e’ ancora appesantito dai forti investimenti, le considerazioni del consiglio di amministrazione e le prime indicazioni sull’andamento del 2012 lasciano ben sperare, in un anno dove al buon andamento del prodotto dovrebbe aggiungersi il  beneficio  del dollaro (le vendite  nordamericane sono oltre un terzo del totale). Soprattutto, il 2011 vede una ulteriore forte riduzione del debito, che passa da 30 a 24 milioni, grazie alla combinazione di minor capitale circolante e al calo degli investimenti dopo il picco del 2005-07, ma anche al fatto che per il momento Banfi non distribuisce dividendi.

 

  • Le vendite crescono del 13% a 62 milioni di euro, con una dinamica molto positiva (+26%) nei paesi emergenti e in generale al di fuori dell’Italia (che comunque cresce del 10%) e del Nord America (+15%). Il fatturato resta molto bilanciato tra Italia e estero con un rapporto 51%/49%.
  • I margini sono in ripresa per l’effetto combinato del miglior MOL e del calo degli ammortamenti. Il MOL cresce da 7 a 9 miloni, cioe’ dal 12.3% al 14.6% delle vendite, grazie al controllo dei costi del personale (invariati) e all’aumento del 7% delle spese per servizi, mentre invece gli acquisti subiscono un incremento superiore a quello del fatturato (+19%) presumibilmente a causa del’aumento dei costi delle uve all’origine. Gli ammortamenti sono in leggero calo (e dovrebbero continuare in questa direzione, essendo oltre il doppio degli investimenti), mentre salgono marginalmente gli oneri finanziari e le tasse. Il bilancio chiude con un utile operativo di 2 milioni (da un perdita di 0.7 del 2010) e con un “pareggio” di 0.3 milioni a livello di utile netto, dopo le perdite tra 1 e 4 milioni dei 3 anni precedenti.
  • La parte finanziaria mostra i maggiori progressi. Il debito netto, cosi’ come dichiarato dall’azienda, scende da 30 a 24 milioni di euro. Il calo si giustifica con una generazione di cassa dalla gestione di circa 7 milioni di euro, da un calo del capitale circolante (che quindi restituisce cassa) di 2 milioni, parzialmente compensato da poco piu’ di 2 milioni di investimenti.
  • Il tema del costo del capitale e del ritorno mostrano ancora larghi spazi di miglioramento. Se il capitale investito scende a 125 milioni (dal picco al termine del piano di investimenti di 146 milioni), l’utile operativo e’ ancora depresso dal carico degli ammortamenti derivante dal recente piano di investimenti. Bisognerebbe in realta’ rettificare l’utile operativo per l’ammortamento dell’avviamento, e quindi il ritorno sul capitale raddoppierebbe al 3-4%, ma comunque siamo sempre su livelli che lasciano prevedere ampi spazi di miglioramento, dato il valore del marchio e dell’attivita’.
  • Tornando alle prospettive, la relazione degli amministratori cosi’ recita: “L’esercizio 2011 si chiude con il ritorno all’utile del Gruppo dopo 3 anni di difficoltà. Il recupero della positività dei risultati è dovuto alla capacità di intercettare la ripresa economica sui principali mercati, soprattutto esteri. Il primo trimestre del 2012 vede consolidarsi un trend positivo delle vendite, principalmente per quanto riguarda l’export, motivo che lascia confidenti quanto meno per la conferma dei risultati ottenuti nel 2011.”

 

Print Friendly, PDF & Email
Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

Lascia un commento

XHTML: Puoi usare questi tag: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>