Esportazioni di vino Italiano – aggiornamento febbraio 2012

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In un clima nazionale devastato da dati macroeconomici che puntano spaventosamente verso il basso, commentare dati ancora così positivi sulle esportazioni italiane sembra o fuori luogo, o frutto di un errore di calcolo (mi sembrano però corretti, e mi fermo qui). Dunque, se è vero che la tendenza ribassista dei volumi continua, avendo perso altri 80mila ettolitri in volume, l’export di febbraio a valore è andato molto bene, con un +11% che sburgiarda i due dati di dicembre e gennaio quando eravamo a una crescita inferiore al 5%. Che cosa significa tutto ciò? A prima vista, ma qui gli esperti mi verranno incontro, i volumi che mancano sono quelli del vino “in eccesso” che veniva sparato fuori dall’Italia a qualsiasi costo (cioè prezzo) per eliminare le scorte. I numeri più eclatanti in questo senso sono proprio quelli dei vini sfusi: i volumi calano del 15%, il valore cresce del 12%, manco avessimo regalato i volumi in più dell’anno scorso. Andiamo nel dettaglio dei numeri.

  • Detto questo, vediamo i numeri. L’export di febbraio è stato di 338 milioni, per 1.6 milioni di ettolitri. Rispettivamente si tratta dell’11%  in più dello stesso mese del 2011 e del 4% in meno. In ragione d’anno le esportazioni sfondano per la prima volta 4.4 miliardi di euro, mentre il volume continua a “rientrare nei ranghi” rispetto al picco storico di 24 milioni di ettolitri toccato a novembre 2011: siamo ora a 23.6 milioni.
  • Le esportazioni di vino imbottigliato stanno perdendo forza in termini di volume (+2% in febbraio, +7% in ragione d’anno) mentre continuano a correre in termini di valore (+9%). Nel dettaglio per mercato si nota come in febbraio si siano riprese le esportazioni verso gli USA (sul bimestre stabili), restano forti tutti i principali mercati ad eccezione della Danimarca.
  • Nel segmento dei vini sfusi abbiamo già commentato i dati principali. Esportiamo soprattutto in Germania e finchè quel mercato continua a tirare a valore non ci sono problemi. Il resto è molto volatile.
  • Nel segmento degli spumanti le cose continuano ad andare molto bene, ma si aprono dei divari tra le diverse categorie. I dati globali mostrano un +21% a valore per il mese di febbraio, che diventa +23% se si guarda ai 12 mesi. Gli spumanti restano il mercato più dinamico anche “a volume” con un aumento del 10% in febbraio. Come dicevamo però ci sono degli aggiustamenti sul mercato russo, per esempio, che determinano un forte impatto negativo sulle vendite di Asti, in calo del 20% sui primi 2 mesi dell’anno, compensate dagli spumanti DOP che continuano a crescere sul piede del 35% annuo, presumibilmente sulle ali del Prosecco. Dal punto di vista dei mercati, le principali forze trainanti restano USA e Germania (+20% ciascuno) e torna in auge il Regno Unito che nei primi due mesi dell’anno ha raddoppiato le esportazioni (+90%): date le caratteristiche di ottimi mercanti degli inglesi e il cattivo andamento del mercato locale, viene da domandarsi se questo vino non sia soltanto di passaggio.


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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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