
Oggi il post è soltanto tabellare. Avendo raccolto i dati Federdoc provo a riproporre la classifica delle DOC Italiane (ormai DOC-DOCG non vale la pena fare distinzioni…). Quest’anno è molto più difficile dello scorso perché l’incompletezza dei dati è piuttosto grave. L’escamotage è quello di considerare per le grandi DOC mancanti il dato dell’anno scorso. Mancherebbe soltanto una DOC grande, il Chianti, perché Federdoc gli attribuisce una produzione di 16mila ettolitri, contro i 790mila dello scorso anno. Inizialmente avevo deciso di lasciarlo nonostante sia evidentemente errato. Poi ho pensato di mettere il medesimo numero del 2009. Ripropongo una domanda: ora che ci sono le certificazioni obbligatorie, come è possibile che si possa pubblicare un rapporto così incompleto? Alla Federdoc l’ardua risposta…
Siccome la media della variazione percentuale delle grandi DOC è mediamente dell’1-1.5% positiva, sicuramente prendiamo dei dati sbagliati nel particolare ma non in generale. Comunque, la notizia non tanto inattesa è che il Prosecco (+35%) è diventato la prima DOC Italiana, scalzando il Montepulciano d’Abruzzo (stabile). Se andiamo nel dettaglio, queste due DOC ovviamente guidano i ranking degli spumanti e delle DOC Rosse, mentre nel segmento delle DOC bianche il Soave dovrebbe continuare a guidare la classifica (non c’è il dato) e in quelle geografiche il primato del Trentino DOC non è altrettanto in discussione. Andiamo nel dettaglio.
- La classifica generale, oltre al cambio al primo posto, vede salire la DOC Conegliano Valdobbiadene (+16%), anch’essa principalmente legata al Prosecco, che diventa la sesta DOC Italiana. Scompare dai primi 10 la DOC Oltrepo’ Pavese, che è stata incredibilmente spezzata in diversi tronconi (della serie “ognuno sta bene a casa sua”).

- Il Prosecco è la prima DOC che sfonda la barriera del milione di ettolitri. Come l’anno scorso, ci sono 4 DOC sopra i 500mila ettolitri. Ci sono invece 31 DOC sopra i 100mila ettolitri rispetto alle 28 dello scorso anno. Le “new entry” sono la DOC Bonarda dell’Oltrepo’ Pavese che si è separata dalla DOC generale e la DOC Gutturnio, presumibilmente uscita dalla DOC Colli Piacentini (come anche l’Ortrugo) che si è difatti dimezzata.
- Nel dettaglio, tra le DOC Rosse le posizioni nei primi 4 posti dovrebbero essere invariate, anche se i dati del Veneto sono fortemente incompleti, mancando sia Bardolino che Valpolicella, oltre ai dati errati del Chianti. La DOC sopra citata relativa alla Bonarda è al sesto posto, scalzando il Barbera d’Asti (-3%). Il Chianti Classico è in calo del 17%.

- Nelle DOC Bianche non ci sono grandi scossoni, tutte le principali DOC sono in crescita tra il 5% e il 10% salvo il Trebbiano d’Abruzzo.
- Nelle DOC Geografiche, dopo la DOC Trentino (-6%), vale la pena menzionare il +24% della DOC Piemonte che diventa seconda, scalzando la DOC Alto Adige (-8%).
- Finisco con il menzionarvi che c’è una tabella con le superfici vitate denunciate delle principali DOC, che risponde al principio: “se il dato non c’è mettiamo quello dell’anno scorso, se c’è lo lasciamo anche se presumiamo possa essere errato”. Quindi questa volta niente Chianti. Il prossimo anno si vedrà.




Credo che le incompletezze dei dati riferiti al Veneto (Valpolicella, Soave, Bardolino) sia riferibile al fatto che la certificazione di queste denominazioni è affidata a Siquria, un ente certificatore locale, mentre Federdoc fa riferimento a Valoritalia. Non è un caso che il Custoza, unica doc veronese a essere stata certificata da Valoritalia e non da Siquria nel 2010, abbia dati completi. Per un aggiornamento dei dati riferiti alle tre doc veronesi dovresti pertanto chiedere i dati a Siquria.
Ho verificato. Il Chianti è certificato da Toscana Certificazione Agroalimentare S.r.l. Dunque, anche in questo caso l’ente certificatore non è quello che fa riferimento a Federdoc. Pertanto mi pare assodato che Federdoc abbia reso noti i dati solo delle denominazioni certificate dal proprio ente di riferimento, ossia Valoritalia.
[…] spunto dal post di oggi di Marco Baccaglio, “I numeri del vino“, sulle statistiche di produzione delle principali denominazioni di orgine italiane (senza […]
Ciao Angelo,
conosco bene la questione delle certificazioni DOC e di come si sono “strutturate”. Mi ricordo di avere scritto anche un pezzo per conto terzi (cioe’ commissionato e pagato in beneficenza), poi a quanto mi e’ dato di capire mai pubblicato.
Federdoc dovrebbe pero essere un organismo sopra le parti. Valoritalia pubblica i dati relative alle DOC sul suo sito e li rende pubblici, quindi che Federdoc abbia questi dati e’ semplicemente frutto del fatto che questi dati ci sono (io non li raccolgo perche’ ci metterei dei giorni a riclassificarli e non ho il tempo di farlo).
Detto questo, il tutto e’ un’altra storia all’italiana. Ci sono camere di commercio, Federdoc, enti di certificazione tutti quanti che fanno i conti sulla stessa cosa. Un chiaro spreco di risorse che, intendiamoci, viene pagato parte dal settore e parte da tutti quanti, sia bevitori che non. Perlomeno io sono un bevitore “sopra la media”!
Per fare un passo in avanti, sarebbe necessario ergersi a nuovo catalizzatore dei dati, diventare la controparte degli enti di certificazione e fare un bel lavoro. Ma questa sarebbe un’ulteriore duplicazione. Conclusione: come sarebbe bello se Federdoc facesse un lavoro completo e preciso come sarebbe auspicabile!
bacca
Condivido molte delle cose che dici nella risposta, Marco, ma c’è un misunderstanding. Non è che Federdoc “raccoglie”, bontà sua, i dati di Valoritalia. Semplicemente, Federdoc è proprietaria di Valoritalia. I proprietari di Valoritalia sono infatti Federdoc e CSQA Certificazioni. Federdoc i dati di Valoritalia li ha per questo motivo e di conseguenza li divulga.
Valoritalia è il più grande tra gli organismi di certificazione italiani, che credo siano in tutto otto. Per avere il quadro generale della produzione è necessario mettere a fattor comune le certificazione di questi otto enti (se sono otto, ma non credo di essere tanto distante dalla realtà).
Domanda: c’è qualcuno che mette a fattor comune tali dati? Risposta: al momento no, perché non tutti gli enti di certificazione hanno ancora reso pubblico quanto di loro competenza. Auspico che accada presto, e che magari sia Federdoc a rendere questo servizio.