Advini – risultati e analisi di bilancio 2010

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Il 6 ottobre 2008 scrivevo un post su un produttore francese quotato di nome Jean Jean e titolavo: “Jean Jean – un produttore con grandi ambizioni di crescita”. L’obiettivo scritto nel bilancio era di arrivare a 200 milioni di vendite entro il 2010 e 250 entro il 2012. Ebbene, tra quell’obiettivo e oggi c’e’ stata la crisi di mezzo, ma Advini (perche’ cosi’ ora si chiama la vecchia Jean Jean) ci e’ quasi arrivata. 189 milioni. Non ci e’ arrivato in modo “organico” ma tramite acquisizioni (Laroche in Borgogna e’ stata la piu’ recente ma quest’anno ce n’e’ una nuova), e le acquisizioni sono il DNA di questa azienda. La crescita quindi continua anche se in verita’ gli utili, se aggiustati per le componenti straordinarie, sono ancora bassi e proprio questa sara’ la sfida dei prossimi anni: gli amministratori hanno anticipato un obiettivo di crescita superiore al 10% per il 2011 (nuovamente grazie alla acquisizioni) ma sara’ ora che anche i margini si riprendano, altrimenti il debito, che e’ cresciuto molto, sara piu’ difficilmente sostenibile.



Le vendite dicevamo sono arrivate a 189 milioni, +11% da 170 del 2009. Le vendite francesi crescono del 2% a parita’ di perimetro, mentre quelle estere fanno +9% in termini organici e +29% quando si considerano le acquisizioni. Con le nuove acquisizioni, l’export sale al 41% delle vendite consolidate. Oltre alla casa madre Advini, gli altri marchi importanti sono Ogier (Chateneuf-du-Pape) con 35 milioni di vendite, Antoine Moueix (St. Emilion) con 24 milioni e Laroche in Borgogna con 20 milioni di vendite.

I margini sono ancora in sofferenza: la campagna acquisti non si e’ ancora riverberata sugli utili che sono in effetti tornati nel 2010 ma grazie a componenti non ricorrenti. Bisognera’ attendere il 2011 quando l’integrazione di Laroche dovrebbe sortire qualche risultato. Per il momento, il MOL sale da 9 a 11 milioni ma resta molto basso, intorno al 6% delle vendite. I costi per acquisti sono calati dal 69% al 65% delle vendite mentre quelli del personale sono passati dal 13% al 15% e lo stesso e’ successo agli altri costi, che sono cresciuti anche in proporzione. Sotto il MOL salgono gli ammortamenti per l’acquisizione, restano invece stabili gli oneri finanziari grazie al ribasso dei tassi. Con proventi straordinari significativi l’anno 2010 si chiude con un utile di 9 milioni, rispetto al breakeven del 2009.

Il debito e’ di 81 milioni, in calo rispetto al primo semestre (86) ma ovviamente piu’ alto di fine 2009 (57 milioni). L’acquisizione e fusione con Laroche (vi ricordo che fu un’operazione mista azioni e cassa, che ho analizzato qui) determina un forte incremento del capitale investito, che passa da 87 a 137 milioni di euro. Se prendiamo i dati non aggiustati (cioe’ includendo le partite straordinarie) il ritorno sul capitale e’ vicino al 10%, altrimenti i dati aggiustati (cioe’ quelli “ricorrenti”) parlano ancora di un 4%. Qui sta la sfida. C’e’ tanta carne al fuoco, bisogna cuocerla…



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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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