Nel tourbillon di tutti questi annunci sul commercio globale di vino, facciamo un post di riassunto, dove proviamo a fornire un quadro di quello che e’ successo nel 2010, mettendo fianco a fianco i dati delle diverse nazioni e traducendo i valori in Euro. Quali sono le principali conclusioni? (1) che nel post crisi la reazione piu’ forte in termini di volumi si e’ avuta nei paesi storici della produzione vinicola, cioe’ quelli europei; (2) che tra i paesi del nuovo mondo soltanto l’Australia sembra continuare a perseguire una strategia sui volumi, guidata dai problemi di sovrapproduzione; (3) che altri produttori come il Cile o l’Argentina stanno focalizzando la loro attenzione sul migliorare il mix dell’export, che e’ nel breve termine una opportunita’ per il nostro vino sfuso ma nel medio termine una minaccia per il nostro vino di qualita’, che e’ la vera spina dorsale delle nostre esportazioni; (4) in linea generale il volume del commercio mondiale del vino e’ in ripresa (e ci mancherebbe altro, direbbe qualcuno), segnale positivo per l’industria.
Le 8 grandi nazioni del vino (Francia, Italia, Spagna, Australia, Cile, USA, Sud Africa e Argentina) hanno esportato in tutto 79.5 milioni di ettolitri nel 2010, con un incremento dell’8% sul 2009. I volumi hanno recuperato in toto il -3% del 2009, e si pongono oggi su un livello di massimo storico. Considerato che fuori da questo calcolo ci dovrebbero essere 10-15 milioni di ettolitri, potremmo dire che il commercio mondiale di vino sta tra 90 e 95m/hl nel 2010.
I valori sono leggermente diversi, nonostante l’euro debole aiuti la traslazione dei dati nelle valute straniere. Gli 8 paesi sono a 16.7 miliardi di euro (questo dato sconta una stima sul Sud-Africa che pero’ non incide di piu’ di 0.1 miliardi di euro), in crescita del 13% sul 2010. Anche in questo caso l’export e’ sopra al 16.6 miliardi del 2008 ma veramente di poco.
Passiamo ai dati per nazione. La considerazione principale e’ che i paesi storici guadagnano quota sugli altri. Nel 2007 Italia-Francia-Spagna erano il 65% dell’export a volume e il 73% dell’export a valore di questi 8 paesi. Nel 2010 erano cresciuti al 67% dei volumi (in un mercato che e’ salito del 5%) ed erano invece scesi dal 73% al 72% del totale in termini di valore. Questo e’ un segno del bisogno di aumentare le esportazioni a valore.
Andiamo ancora piu’ nel dettaglio e questa volta lo facciamo escludendo l’Argentina che come abbiamo gia’ commentato in altre occasioni, fa storia a se. Chiamiamo i 7 grandi produttori il V7 (vino-7). L’Italia cresce tra il 2005 e il 2010 dal 25% al 28% dei volumi e dal 22% al 24% del valore. La Francia perde quota sotto tutti i punti di vista e passa dal 22.4% al 17.8% dei volume e dal 41.6% al 39.3% dei valori (con l’eccezione del 2010 in cui ha recuperato quota). L’Australia scende dal 12% al 9% del mercato a valore, mentre Cile e USA guadagnano (dal 5% al 7% e dal 4% al 5%). Il Sud Africa, a parte l’Australia sembra essere il paese emergente “malato” tra i V7. Appuntamento tra 6 mesi con i dati semestrali 2011.