Cottin Freres… le avete comperate le azioni? Io no, oltretutto non posso. Pero’ guardate il grafico qui sopra le azioni sono passate da 5 euro della fine dello scorso anno a 8 euro e poi a oltre 11 euro. Che cosa e’ successo? Che Cottin Freres ha annunciato la vendita di 7 ettari di vigna di proprieta’ a Mersault per 12.3 milioni di euro, realizzando un guadagno rispetto al valore di bilancio di 7.7 milioni di euro. Due le notizie che hanno spinto le azioni: prima botta: l’azienda annuncia la vendita a un valore ben superiore a quello di bilancio; seconda botta (di qualche giorno fa): l’azienda annuncia la distribuzione del guadagno agli azionisti, cioe’ 4.6 euro per azione. Questo e’ un caso eclatante di azienda/azione “dimenticata”, dove gli investitori non sono attenti a valutare l’attivita’. Le azioni trattano a largo sconto sul loro valore ma quando viene realizzata un’operazione che “cristallizza” questo valore in qualche modo nascosto (o meglio, dimenticato), allora tutti arrivano e rivalutano le azioni dell’azienda. Passiamo oltre. Se fosse per i risultati 2010 che andiamo a commentare, non ci sarebbero grandi notizie: fatturato in costante calo, margini in miglioramento grazie a un’azione encomiabile di taglio dei costi, attento controllo del capitale circolante. Sono concetti che abbiamo gia’ espresso in diverse altre aziende. Di certo, Cottin Freres ha venduto un pezzo di azienda (e ne vedremo l’effetto sul margine lordo, destinato probabilmente a calare) e ha oggi un fatturato di 30 milioni di euro annui contro i 50 milioni toccati nell’esercizio 2006.
Anche nel 2010 le vendite sono calate, questa volta un -23% a 30.5 milioni di euro. Il 2010 e’ andato addirittura peggio del 2009 (-7%), presumibilmente perche’ l’anno chiude a Settembre e quindi la stagione di Natale 2009 e’ finita in realta’ nel 2010. Le vendite crollano in Francia del 35% (ma erano cresciute nel 2009), del 28% in Europa (e in questo caso siamo a 3 anni consecutivi di calo) e del 5% nel resto del mondo. Tra i singoli mercati, stanno rimbalzando il Regno Unito (+27% nel 2010), mentre il Giappone scende del 7%, USA -4% ed Europa -17%.

Il taglio dei costi ha consentito di recuperare margine e di chiudere l’esercizio in pareggio. Il margine industriale sale dal 21% al 23% e quindi in termini assoluti scende meno che il fatturato (da 8.3 a 7.1 milioni). I costi del personale scendono ulteriormente (ora 3 milioni contro oltre 4 di 2 anni fa), come le spese generali. Il MOL che era andato sotto nel 2009 (-5 milioni) torna positivo a 2 milioni (margine 6%). Utile operativo a 0.7 milioni, utile netto 0.2 milioni, cioe’ pareggio.

La parte finanziaria invece funziona molto meglio. Dopo il grande lavoro del 2009, il debito scende ancora. Il capitale circolante restituisce 2.7 milioni di euro (ma questa volta unicamente per il calo delle vendite), non ci sono investimenti (0.4 milioni), non sono stati pagati dividendi (ne faranno indigestione nel 2011, come scritto di sopra). Il debito quindi scende da 8 a 3.5 milioni di euro, contro un patrimonio di 23 milioni e un MOL di 2 milioni. Stanno a cavallo. Poi nel 2011 avranno circa 5 milioni di incasso (13 milioni meno quello che distribuiscono come dividendo). Pero’, come dicono nella relazione, nel 2011 gli utili non si vedranno ancora…