Le esportazioni francesi di vino hanno continuato a guadagnare terreno nel corso degli ultimi mesi. Alla fine del 2010 avevano raggiunto un livello di 13.5 milioni di ettolitri e un valore di 6.33 miliardi di euro. I picchi di 7 miliardi di euro del 2007 sono molto lontani, ma incomincia anche ad allonarsi lo spettro dei 5.5 miliardi di euro del 2009. In piu’, a differenza di altri (dell’Italia per esempio), la ripresa dell’export si basa su una combinazione piuttosto ben bilanciata tra volumi e prezzi, entrambi in crescita del 7% circa per arrivare al +14% del dato provvisorio 2010. In linea di massima si assiste a un pieno ribaltamento dei trend del 2009, con i vini di qualita’ che erano quelli che perdevano di piu’ nel 2009 a rimbalzare. Se pero’ per i vini rossi di qualita’ (Bordeaux e Borgogna) stiamo assistendo a un nuovo record, per lo Champagne siamo ancora lontano dai picchi storici. Il gap tra il prezzo medio di export francese e quello italiano sta inevitabilmente crescendo…
I dati non sono perfettamente comparabili al passato, per cui troverete una differente denominazione dei VQPRD, che ora sono soltanto gli AOP tranquilli. Nella nuova classificazione sono stati inclusi i vini varietali, cioe’ i vini da tavola con menzione di vitigno, che per la Francia hanno cubato circa 740 mila ettolitri per circa 140 milioni di euro di esportazioni, cioe’ circa il 5% dei volumi totali e il 2% dei valori.

La categoria che appare in crescita piu’ forte e’ chiaramente quella degli Champagne, che e’ risalita da 800mila ettolitri a 968mila ettolitri (+21%) nel corso del 2010, recuperando poco piu’ del terreno perduto (1.1m/hl al picco). In termini di valore, lo Champagne rappresenta poco meno di 2 miliardi di euro, per una crescita del 22%, molto simile a quella dei volumi. Il picco di 2.4 miliardi e’ molto lontano.

Tassi di crescita simili sono pero’ ravvisabili nelle altre categorie “di alta qualita’” del vino francese, cioe’ Bordeaux e Borgogna. Per il Bordeaux, il 2010 si chiude con un +20% dei volumi a 1.8m/hl e un +31% a valore, a circa 1.5 miliardi di euro. Nel caso del Bordeaux, tutto il terreno perduto e’ stato recuperato. Ancora meglio e’ andato l’anno 2010 per il vino di Borgogna, che cresce del 21% a volume (630mila ettolitri) ma di ben il 40% a valore a 550 milioni. Vale lo stesso discorso del Bordeaux: siamo sul picco storico e ogni crescita di qui in avanti e’ un nuovo record.
Infine vi lascio con un grafico interessante che fa il rapporto tra il prezzomix francese e quello italiano. Che cosa ci dice? Che i francesi esportano a un prezzo di circa 2.6 volte superiore a quello italiano, EUR4.7 contro EUR1.8 al litro. Ci dice anche che la “sciacquata” della crisi ha ampliato questo divario. Il vino italiano ha avuto una forte crescita (piu’ forte di quella francese) ma ha ulteriormente affossato il suo prezzo di vendita, probabilmente in parte anche a spese dei margini delle aziende vinicole. Vedremo.
Mah, speriamo in una lenta ripresa.
Di certo ci vuole pazienza, la crisi colpisce certi settori piuttosto che altri. Non vorrei che questi dati fossero una dimostrazione dell’aumento della quantità piuttosto che della quantità. Forse puntare ancor di più sulle produzioni derivanti da vitigni autoctoni potrebbe essere una buona soluzione per rivalutare coloro che di questa crisi risentono di più, i tanti piccoli produttori insomma da cui però, spesso, escono fuori i prodotti migliori..
O no?
P.