Gli australiani sono i primi a pubblicare i dati sulle esportazioni 2010. Difatti, questi dati se li fanno pagare, a meno di non fare come noi che restiamo su quello che viene reso pubblico (motivo per cui trovate due grafici “copiati” dal loro comunicato stampa). Tutto come da copione: le esportazioni calano del 10% a 2049 milioni di dollari australiani nel 2010, a fronte di un incremento del 2% dei volumi a 7.8 milioni di ettolitri (praticamente il massimo storico) e un calo del prezzo medio di esportazione a 2.6 dollari australiani (-12%). Scavando i dati si possono fare alcune considerazioni: (1) il vini imbottigliati vanno molto male e quelli sfusi molto bene, parzialmente a causa del cambio di strategia dei produttori che imbottigliano in loco, soprattutto nel Regno Unito; (2) a partire da meta’ 2010 c’e’ una certa inversione di tendenza al deterioramento del prezzo mix dei vini imbottigliati; (3) il mercato inglese non e’ piu’ il principale mercato di destinazione dell’imbottigliato australiano, superato dagli USA; (4) il mercato cinese comincia a significare “qualcosa” per gli australiani, dato che e’ il quarto mercato sia per il vino imbottigliato che per quello sfuso (quasi il 10% del totale); (5) da ultimo, va considerato il cambio: il dollaro australiano si e’ rivalutato dell’11% contro le tre principali valute di riferimento: dollaro americano, sterlina e euro (media 2010 contro 2009). Se “rigirassimo” i dati per tenere conto dei cambi il -10% totale contro il +11% del cambio significherebbe che il valore delle esportazioni nei mercati locali e’ probabilmente rimasto sostanzialmente invariato.
Passiamo ai dettagli. Il mix delle esportazioni peggiora in modo evidente: i vini imbottigliati scendono del 10% da 4.6m/hl a 4.1m/hl mentre quelli sfusi passano da 2.9 a 3.6 milioni di ettolitri. Lo sbilanciamento e’ molto evidente: i vini imbottigliati rappresentano l’83% del valore delle esportazioni ma ormai soltanto il 53% dei volumi. Il prezzo medio di vendita tra i due prodotto e’ incredibilmente diverso: 4.12 dollari australiani per le bottiglie al litro contro 0.94.

Il trend degli ultimi mesi mostra qualche inversione di tendenza: da giugno 2010 il prezzo mix delle esportazioni di imbottigliato ha cominciato a migliorare dopo aver toccato un punto di minimo intorno a 4 euro. Dall’altro grafico e’ peraltro evidente che questo miglioramento del prezzo (=gli australiani hanno dovuto cominciare ad aumentare i prezzi locali per “starci dentro”) e’ corrisposto pero’ un ulteriore appesantimento dal lato volumi.

Principali mercati. Nell’imbottigliato gli USA diventano primi con 1.46m/hl (-4%), mentre il Regno Unito regredisce del 28% a 1.07m/hl. Terzo resta il Canada a 0.36m/hl (+3%) e cresce vorticosamente la Cina, +24% a 240mila ettolitri di vino imbottigliato alla bellezza di 5.6 dollari al litro (cioe’ oltre il 20% in piu’ della media totale). La Cina sta pero’ diventando importante anche nei vini sfusi: e’ il quarto mercato per gli australiani con 300mila ettolitri. In tutto fanno 740mila ettolitri spediti in Cina nel 2008, cioe’ poco meno del 10% del totale. Sono avanti anni luce rispetto a noi. Nel vino sfuso il principale mercato e’ invece il Regno Unito (a parziale compensazione del crollo dell’imbottigliato, come spiegato sopra) con 1.65m/hl, seguito dagli USA con 600mila ettolitri e dalla Germania a 310mila ettolitri (+32%).
Salve. Ho speso tutto il 2010 in Australia e quindi ho avuto modo di parlare con i produttori in prima persona di questo cambiamento di mercato. Una delle principali motivazioni del calo dei consumi in UK, da come mi è stato riferito, è stata la reazione di rifiuto generalizata da parte del mercato di vini “over oaked” troppo barricati e super potenziati. La risposta a questa tendenza è stato l’aumento di produzione di vini “unwooded” (senza legno) dei quali probabilmente si sentirà parlare a breve anche in Italia.
Saluti
Simone
Grazie del commento Simone. Questo e’ un tipico commento di grande valore aggiunto dove alla lettura dei dati si accoppia cio’ che ci sta dietro. Non soltanto gli australiani stanno producendo troppo vino, ma lo stile di quello che fanno non funziona.
In effetti conosco produttori in Italia che stanno abbandonando la standardizzazione della botte piccola…
bacca
Buongiorno, sono uno studente di economia e sto svolgendo una tesi sulle imprese vitivinicole australiane.Vorrei chiedere se è possibile sapere la fonte dei grafici presenti nei tuoi articoli.
Saluti
Andrea