L’andamento delle maggiori aziende vinicole italiane – margini e utili 2009

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Fonte: Mediobanca Research
Come poteva essere prevedibile dato il forte calo del costo delle materie prime, i margini delle aziende vinicole non sono piu’ calati come era successo nei due anni scorsi. Le cooperative, invece, hanno mostrato un chiaro trend contrario, dovuto probabilmente alla pressione dei soci per ottenere delle remunerazioni delle uve piu’ elevate possibili in un momento di crisi. Il quadro e’ quindi il seguente: le aziende hanno fatturati calanti e margini percentuali stabili o leggermente in miglioramento; le cooperative hanno invece fatturati in crescita e margini operativi in calo. Nel nostro piccolo campione, le aziende hanno subito un calo dell’8% delle vendite contro un +6% delle cooperative. Il margine delle aziende vinicole e’ salito dall’8.5% all’8.7% mentre quello delle cooperative e’ sceso dal 2.5% al 2%. In soldoni, le aziende hanno subito un calo dell’utile operativo cumulato da 74 a 70 milioni di euro, mentre le cooperative sono scese da 29 a 24 milioni: -5% contro -16%.



Detto del quadro generale, ci caliamo nella classifica per guardare come sono andati gli attori principali. In tutte le classifiche, il leader assoluto resta chiaramente Antinori, il produttore con una forte integrazione verticale, una produzione fortemente orientata alla qualita’ e dei marchi piuttosto forti. Antinori ha subito un leggero calo dell’utile operativo (da 34 a 33 milioni) ma ha mantenuto un valore aggiunto sostanzialmente stabile intorno a 73 milioni. Sotto Antinori, le principali evidenze sono le seguenti: Frescobaldi mostra un forte rimbalzo dopo il calo del 2008, occorso in relazione alla crisi del Brunello, e torna con 36 milioni di euro di valore aggiunto a essere il secondo operatore in Italia. Data pero’ la forte base di costi del personale e ammortamenti, Frescobaldi scala al terzo posto scavalcato da Santa Margherita, che ha mostrato un calo molto moderato del valore aggiunto (da 31 a 30 milioni) ma un piu’ accentuato calo dell’utile operativo da 18 a 15 milioni.

Passando dai numeri assoluti ai margini, Antinori resta il piu’ profittevole con un margine in leggero miglioramento al 25%, Santa Margherita ha un margine calante per il secondo anno consecutivo e si ferma nel 2009 al 19%, mentre Frescobaldi recupera quota 15% dopo l’incidente di percorso del 2008 (5%). Dopo queste tre aziende si apre una voragine che porta al 10% di Botter (il miglior margine degli ultimi anni, a dimostrazione che i puri trasformatori/imbottigliatori hanno goduto del beneficio di avere materie prime in calo e prezzi di vendita soltanto in leggero deterioramento. Si riprende il quinto posto Ruffino (controllata da Constellation Brands) con un margine del 9%.

Chi va particolarmente male? Sicuramente Giordano che ha subito un ulteriore deterioramento dei margini: il margine operativo scende al 4.4% dal 6% dello scorso anno e dal picco del 10% del 2005-06. Cio’ si traduce in un utile operativo di 11 milioni contro 14 dello scorso anno. Il secondo caso che citerei e’ Gancia, che avendo perso la distribuzione Maxximum mostra una perdita operativa di 9 milioni contro un quasi pareggio del 2008.

Resta infine da menzionare il fortissimo utile netto mostrato da CantineRiunite/CIV che senz’altro e’ frutto dell’operazione straordinaria condotta su GIV, non avendo alcun riscontro coerente a livello di utile operativo (in pareggio).


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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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