Importazioni di vino in USA – dati primo semestre 2010

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Fonte: OEMV
Guardiamo oggi ai dati pubblicati da OEMV (Spagna) sulle importazioni di vino in USA nei primi 6 mesi dell’anno. L’Italia esce vincitrice da questa analisi, avendo incrementato ulteriormente la sua quota di mercato nei primi 6 mesi del 2010, fino a sfiorare il 30%, con dati in dollari. Se l’Italia ride, la Francia in questo caso piange. Dopo aver perduto la prima posizione nel mercato nel 2009 a favore dell’Italia, la sua quota di mercato continua a scendere e, al 22% del primo semestre, e’ ormai piu’ vicina al n.3 nel mercato, l’Australia, che non all’Italia. Tra le altre nazioni va chiaramente sottolineata la forte crescita dell’Argentina, che ha superato il Cile, diventando il quarto esportatore di vino a valore in USA, con il 7% del mercato. Un risultato eccezionale, se consideriamo che gli argentini erano quasi inesistenti soltanto 5 anni fa. Quando guardate questi dati, considerate i cambi: il dollaro americano si e’ rivalutato, quindi i nostri prodotti sono diventati piu’ competitivi nel mercato.



Andiamo piu’ in dettaglio sui numeri del primo semestre. Il mercato dei vini esteri e’ stato in crescita del 9.5% a 2 miliardi di dollari (ancora -3% sui 12 mesi a 4.15 miliardi, a causa del calo del secondo semestre 2009). L’Italia e’ cresciuta del 13% a 592 milioni di dollari, con un incremento del 15% per gli spumanti a 44 milioni di dollari (in questo caso siamo lontani secondi con i francesi che veleggiano vicino al 145 milioni di dollari, con un +64%) e un incremento del 13.3% dei vini imbottigliati che a 541 milioni di dollari rappresentano la stragrande maggioranza delle nostre esportazioni. E’ utile notare che la Francia sui vini imbottigliati e’ calata dell’8% nel semestre ed e’ giu’ del 22% sui 12 mesi, ormai lontanissima dall’Italia a circa 291 milioni (cioe’ quasi la meta).

Sotto Italia e Francia vale la pena di notare la stabilizzazione dell’Australia, che comunque cala del 3% contro un mercato in crescita del 9%, la stabilita’ del Cile e piu’ sotto la forte crescita di nazioni come la Spagna (+17%), l’Argentina (+22%), la Nuova Zelanda (+22%) e la Germania (+19%). Mentre per Spagna e Germania si tratta di una sorta di recupero dei livelli passati (sui 12 mesi sono stabili), sia Cile che Australia vanno guardati da vicino, perche’ stanno crescendo a un ritmo doppio rispetto all’Italia.

Quali sono i driver di crescita? A livello di mercato si conferma una ripresa del prezzo mix, dato che il volume nel semestre e’ stato stabile a 4.45 milioni di ettolitri. L’Italia ha un +1% nel prezzo mix, inferiore a quello della Francia (+4%), che pero’ e’ favorita dalla forte ripresa dello Champagne. Gli Austaliani stanno riequilibrando il rapporto tra prezzi e volumi (+17% prezzo con -17% volumi), mentre sottolineerei soprattutto la crescita dell’Argentina che e’ spinta sia dai volumi (+4%) che dal prezzo mix (+18%). Nel caso di Spagna e Nuova Zelanda, il recupero e’ essenzialmente dovuto ai volumi.


Cosa succedera’? A guardare questi numeri, l’Argentina e’ destinata a diventare stabilmente il quarto esportatore di vino in USA. Nel semestre ha gia’ superato Cile e Spagna, mentre cio’ non e’ ancora capitato a fine anno. Bisogna vedere cosa succede ai vini imbottigliati francesi, che sembrano in profonda crisi, anche se credo si tratti piu’ di un cambio di mercati di destinazione (Cina?) piuttosto che di una vera difficolta’ del prodotto.

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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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