ISTAT ha pubblicato i dati sul valore della produzione agricola ai prezzi di origine, da cui noi estrapoliamo un po’ di dati interessanti sul mondo del vino. I dati sono aggiornati al 2009 e che il 2009 non fosse andato bene lo sapevamo. A dire la verita’, pero’, il vino se l’e’ cavata meno male del resto, con un calo in termini reali del 6.5% contro un -11.8% dell’industria vitivinicola nel suo complesso e del 12.2% del totale del settore agricolo. Se invece allarghiamo il campo agli ultimi 9-10 anni, non notiamo significative differenze: il settore vino e’ sceso dell’1% circa contro il -2-2.5% del settore agricolo. Il peso del settore vitivinicolo sul totale dell’agricoltura italiana ha raggiunto il 12.7%. Come vedete dal grafico allegato, il peso della viticoltura del nord Italia e’ cresciuto in relazione a quello agricolo della stessa macro regione, mentre sia per il centro italia (linea rossa) che per il sud (linea verde) la tendenza e’ alla calo. I numeri dicono che nel nord Italia la viticoltura e’ il 13.4% del totale, stesso vale per il centro, mentre al sud e’ scesa all’11.6%..
Esistono differenti serie statistiche, che si riferiscono sia alla produzione di vino che a quella globale vitivinicola. Vi mostro un grafico che fa vedere quanto della produzione vitivinicola e’ derivato dal vino. Come potete apprezzare ci sono regione dove la coltivazione e’ completamente dedicata al vino, come il Piemonte, la Toscana, il Friuli Venezia Giulia o la Valle d’Aosta, tutte sopra il 90% di peso del vino sul settore vitivinicolo. Ci sono invece regioni come la Puglia, che pur e’ un grande produttore di vino in termini quantitativi, dove il principale business e’ quello dell’uva da tavola, dato che il vino raccoglie soltanto il 25% del valore totale. Lo stesso vale per il Molise (30%), l’Abruzzo (36%) e la Sicilia (38%).

Chi va bene e chi va male? Nel lungo termine la regione vincente, dal punto di vista della crescita del valore della produzione e’ certamente il Trentino Alto Adige (+7.5% annuo dal 2000 al 2009), cui si aggiunge ma con valori molto piu’ limitati il Molise (+8%). I perdenti del decennio sono il Lazio, la Basilicata, la Liguria (tutti a -9.5% annuo, che tirato su 9 anni significa -40% cumulato), ma anche Abruzzo (-9%) e Marche (-7%) sono andate male. Le grandi regioni vinicole italiane come il Veneto, la Sicilia e l’Emilia Romagna sono tutte circa stabili, con l’eccezione del -2.6% della Puglia, cosi’ come le regioni di grande qualita’ come il Piemonte e la Toscana.

Nel 2009 le cose sono andate un po’ diversamente, come dicevamo un -6.5% a livello nazionale. Sul breve termine intervengono considerazioni come l’andamento della vendemmia e via dicendo: la regione peggiore e’ stata la Puglia (-21%), seguita dalle Marche (-20%), dal Moliste (-19%) e dall’Abruzzo (-18%). Le uniche regioni con una variazione positiva del valore della produzione sono state l’Umbria (+7%), la Liguria (+2%) e la Sardegna (+0.2%). Le regioni chiave per la qualita’ come il Piemonte e la Toscana sono a -2/3%