Foster’s ha annunciato i risultati annuali a giugno 2009 che mettono in luce il forte calo dei risultati, particolarmente nella divisione vino e per quanto riguarda i margini. I risultati consolidati del gruppo (cioe’ includendo anche birra e spirits, mostrano un incremento delle vendite del 3% (tutto dovuto al fattore cambio, che ha portato un beneficio di oltre il 4%), un utile operativo stabile a 1143 milioni di dollari australiani (ma sarebbe stato -5% a cambi costanti) e un utile netto rettificato di 725 milioni (dichiarato di 438 milioni), sostanzialmente stabile. Il debito e’ cresciuto a 2.6 miliardi di dollari australiani (da 2.4 miliardi) interamente a causa dell’impatto dalla conversione del debito in valuta (400 milioni di impatto negativo), che se aiuta gli utili penalizza il debito.
Cosa dice Foster’s per il futuro? Sebbene la ristrutturazione della divisione vino stia andando avanti, non e’ ancora completata. Il 2009/10 dovrebbe beneficiare delle azioni (100m di dollari di taglio costi, riduzione del magazzino, riorganizzazione della distribuzione in alcuni mercati), mentre la produzione di uva cala del 6% in Australia ed e prevista stabile in USA. Per fortuna, i prezzi delle uve sono in calo, il che dovrebbe aiutare Foster’s a ristabilire i margini, che nella seconda parte del 2008/09 sono stati particolarmente bassi.

Entriamo nel dettaglio dei risultati della divisione vino. Dunque, nel 2008/09 le vendite sono in realta’ salite, come combinazione di un calo dei volumi del 5%, un price-mix sostanzialmente stabile e un impatto positivo dei cambi del 9% circa. Se guardiamo ai mercati, il mercato domestico e l’Asia fa -1%, l’America fa +12%, Europa/Africa/Medio Oriente (EMEA) sono a -12%.

Questi numeri nascondono delle verita’ molto diverse tra loro e sono delle vere medie del pollo. Spieghiamo: primo, il fatturato a fine anno cresce come a fine primo semestre ma l’impatto dei cambi passa dal 6% al 9%, il che significa un secondo semestre (che pesa di meno) a oltre il +12%. Secondo, se i volumi sono effettivamente migliorati (da -6% a -5%), cio’ e’ in parte da attribuire alla base di comparazione piu’ facile. Va invece detto che il prezzo mix che era negativo del 3% nel primo semestre e’ finito a zero.

Dal punto di vista geografico vi faccio notare il crollo in EMEA, con -12% dei volumi e -3% dei prezzi, che fa -15% e che si confronta con il -10% del primo semestre. Qui il cambio di modello distributivo nei paesi nordici (da indiretto a diretto) ha avuto un impatto.
I margini sono invece molto peggiorati. L’utile operativo e’ sceso da 173 milioni a 121 milioni nel secondo semestre fiscale (il nostro primo semestre), quando invece era migliorato nel primo semestre. Il margine semestrale crolla al 13%, mentre quello annuo viaggia intorno al 17%. Come dice Foster’s, nel 2009/10 le cose dovrebbero andare meglio, con i tagli di costo, la nuova distribuzione nei paesi nordici e, aggiungiamo noi, una base di comparazione particolarmente facile…