Vini da tavola contro vini di qualita' nel bilancio del vino dell'Unione Europea – aggiornamento 2007-08

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Dopo aver analizzato i dati generali del bilancio del vino della comunita’ europea, vale la pena di guardare un po’ in dettaglio a cosa sta succedendo nei segmenti del vino di qualita’ e del vino da tavola. La considerazione generale e’ piuttosto semplice: siccome i nuovi paesi entrati nell’unione sono meno sviluppati, il loro consumo di vino e’ piu’ orientato ai vini da tavola. Siccome le misure di distillazione sono generalmente (anche se non sempre) orientate ai vini da tavola, il profilo delle scorte di vino sembra essere piu’ rassicurante per il vino da tavola. Sembra un paradosso ma e’ cosi’: si produce sempre meno vino da tavola, se ne consuma di piu’ e oltretutto viene anche distillato in misura maggiore (circa 10 milioni di ettolitri contro solo 3 del vino di qualita’). Quindi, a fine vendemmia 2007 le scorte di vino da tavola erano l’86% del consumo “vero” annuo (cioe’ senza le misure di distillazione), mentre quelle del vino di qualita’ (VQPRD) stavano quasi al doppio.


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After analyzing the data of the general budget of the wine of the EU, it is worth looking a little in detail at what is happening in the segments of the quality wines the table wines. The conclusion is the folllowing: (1) since new countries entering in the community are less developed, their consumption of wine is more oriented to table wines and (2) as the distillation measures are generally (though not always) oriented table wine, the stock of wine seems to be less worrying for table wines than for quality ones. It seems a paradox but it like that: there is less and less table wine, as it is consumes more and, moreover, is also distilled to a greater extent (about 10 million hectoliters compared with only 3 of the quality wine). So, at the end of harvest in 2007 the stocks of table wine were 86% of “real” yearly consumption (without the distillation measures), while those of the quality wine (VQPRD) were almost twice as much.

Il primo grafico vi rende conto dei consumi: il consumo dei vini da tavola e’ sceso da 66m di ettolitri a 55m tra il 1999 e il 2003, per poi tornare a quota 66m grazie essenzialmente ai nuovi paesi (+19%). Nel caso dei vini di qualita’, invece, se nel primo periodo i consumi sono rimasti stabili a 55m di ettolitri, la crescita dal 2003 al 2007 e’ stata del 10%.
The first graph shows you the consumption: the consumption of table wine fell from 66m to 55m hectoliters between 1999 and 2003 and returned to 66m due mainly to new countries (+19%). In the case of quality wines, if in the first period the consumption remained stable at 55m hectoliters, growth from 2003 to 2007 was 10%.

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Tra i nuovi paesi, i maggiori contributori sono Ungheria e Romania, che hanno contribuito mediamente con circa 2m e 1.2m di ettolitri di VQPRD, oltre a un altro 1.5m di ettolitri di tutti gli altri paesi entrati. Quindi, 4.8m di ettolitri in piu’ che rappresentano la maggior parte del balzo dei consumi di vini di qualita’ (5.4m di ettolitri tra il 2003 e il 2007. Il discorso e’ circa uguale per i vini da tavola, dove l’incremento tra il 2003 e il 2007 e’ di circa 10.7m di ettolitri: di questo 8.4m e’ derivante dai nuovi paesi che si sono aggiunti.
Among the new countries, the major contributors are Hungary and Romania, which contributed an average of about 2m and 1.2m hl of quality wines, plus another 1.5m hectoliters are coming from all other new countries joined. 4.8m hl of new wine consumption which constitute the majority of the surge in consumption of VQPRD (5.4m hectoliters between 2003 and 2007). The story is about the same for table wines, where the increase between 2003 and 2007 was around 10.7m hl: out of this 8.4m came from the new countries that have been added.

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Il quadro delle rimanenze e’ chiaro: i vini da tavola hanno scorte di 60m/hl con circa il 38% nelle mani dei commercianti, in discesa rispetto al record di 75m di ettolitri a fine vendemmia 2004. I vini di qualita’ invece hanno scorte ancora vicine a 100m di ettolitri, con una quota maggiore, circa il 70% nelle mani dei produttori. Anche visivamente potete vedere che non siamo molto lontani dal massimo. Incrociando rimanenze e utilizzi annuali si ricava una situazione ancora piu’ divergente: il vino di qualita’ oggi a fine stagione e’ a circa 1.6 anni di consumi (e utilizzi industriali), mentre il vino da tavola e’ a circa 0.9 anni. In altre parole, se la vendemmia successiva non ci fosse, finirebbe il vino. Tutto per dire che questi dati indicano che il vino in eccesso potrebbe essere non quello da tavola, ma quello DOC…
The picture of inventories shows that the table wines have stocks of 60m/hl with around 38% in the hands of dealers, down from a record of 75m hectoliters in 2004 at the end of harvest. The quality wines are still rather close to 100m hectoliters, with a greater share, about 70% in the hands of producers. Also you can visually see that we are not very far from the top. Putting together stocks and annual use means showing an even more divergent trend: quality wines at the end of the season still have 1.6 years of consumption (and industrial uses), while table wine are at about 0.9 years. In other words, if in the next harvest there were no wine table wine would not be enough. All this to say that this data indicates that the wine in surplus may not be the table wine, but rather the quality category…

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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

2 Commenti su “Vini da tavola contro vini di qualita' nel bilancio del vino dell'Unione Europea – aggiornamento 2007-08”

  • Marco Baccaglio

    Sicuramente si. Difatti una quota “endemica” di scorte di vino di qualita’ sono relative alla necessita’ di invecchiamento. Va anche detto che nella totalita’ del vino DOC le produzioni a lungo invecchiamento sono a naso piuttosto piccole…

    bacca

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