Torniamo sull’argomento dell’elasticita’ della domanda del vino con uno studio di James Fogarty che e’ stato pubblicato su AAWE e che fa una specie di riassunto degli studi condotti sino ad oggi e li rielabora cercando di mettere a confronto il vino, la birra e gli spirits sia rispetto ai diversi paesi che nel tempo. In altre parole, lo studio cerca di comprendere come il comportamento dei consumatori nei confronti delle bevande alcoliche e’ cambiato nel tempo. Quali sono le conclusioni? (1) che la birra mostra una elasticita’ minore del vino e degli spirits sia a variazioni del reddito che al suo stesso prezzo; (2) riguardo al vino, che la domanda non sembra essere particolarmente influenzata dal prezzo in Francia, Giappone e Germania, mentre lo e’ molto di piu’ in Italia e Spagna; (3) che la domanda di vino e’ molto influenzata dall’andamento dell’economia nei paesi anglosassoni, relativamente di meno in Europa e quasi per niente in Spagna; (4) lo studio rispetto al tempo mostra che la domanda di vino e’ diventata sempre piu’ sensibile al reddito fino agli anni 60 per poi cominciare a scendere. Si stima che nei prossimi anni il vino possa diventare un prodotto sempre piu’ “anticiclico”; (5) al contrario, si stima che la domanda di vino diventi piu’ elastica al prezzo, seguendo la tendenza iniziata negli anni 50, questo perche’ (secondo lo studio) il vino tende ad avere sempre piu’ alternative di consumo.
Let’s go back on the elasticity of demand of wine with a study that James Fogarty published on AAWE. He makes a kind of summary of the studies conducted to date and tried to compare wine, beer and spirits elasticity to income and prices, among countries and over time. In other words, the study seeks to understand how the behaviour of consumers changed over time. What are the conclusions? (1) that the beer shows lower elasticity than wine and spirits both vs. income and vs. price, (2) with respect to wine, that demand does not seem to be particularly influenced by the price in France, Japan and Germany, while it is much more in Italy and Spain, (3) that the demand for wine is more influenced by income changes in the Anglo-Saxon countries, relatively less in Europe and almost nothing in Spain, (4) the study estimates that the demand for wine became more and more sensitive to income up to the Sixties then it began to decline. It is estimated that in the next few years, the wine could become a more countercyclical product; (5) on the contrary, it is estimated that demand for wine could become more elastic, following the trend started in the 50s, because it tends to have more and more alternatives of consumption.
Il vino e’ visto avere una elasticita’ media al reddito di 1.1 (+1% reddito, +1.1% domanda vino e viceversa) e una elasticita’ al prezzo negativa per 0.65 (+1% prezzo del vino, -0.65% volumi venduti). Sono numeri piuttosto allineati a quelli degli spirits ma meno “difensivi” della birra, il cui consumo sembra essere meno sensibile sia al prezzo (presumibilmente un po’ piu’ basso) che alle condizioni dei consumatori.
Wine is estimate having an average elasticity to income of 1.1 (+1% income +1.1% demand wine and viceversa) and an elasticity to price negative by 0.65 (+1% wine prices, volumes sold -0.65% ). Numbers are quite closely aligned with those of spirits but as “defensive” as the ones of beer, which consumption seems to be less sensitive to both the price (presumably a little lower) and to the income conditions of consumers.
Dettaglio per nazione. L’elasticita’ al reddito non vede l’Italia presente perche’ nessuno sembra averla mai studiata (e solo 1 ha studiato quella al prezzo). Qui i numeri hanno un significato un po’ meno preciso, perche’ le elasticita’ dei paesi anglosassoni sono supportate da una valanga di studi, quelli europei sono piu’ deboli. Comunque, come vedete USA, UK e Irlanda sono sopra 1.3, significa che il vino e’ un prodotto che viene tagliato in modo piu’ che proporzionale in tempi duri (e viceversa). Quasi tutti i paesi europei nello studio sono a meno di 1, che significa esattamente il contrario, con il numero della Francia (0.87) che supera la Germania (0.51) e la Spagna (0.14).
Details by nation. The elasticity to income has no data about Italy as it seems that nobody ever studied it (and only 1 has studied the price elasticity). Here, the numbers might not be all significant in the same way, as the elasticity of the Anglo-Saxon countries is supported by several studies, while Europeans are just the average of a few reports. However, as you can see the U.S., UK and Ireland are above 1.3 meaning that the wine is a product that is cut more than proportionally in hard times (and viceversa). Almost all European countries in the study are less than 1, which means exactly the opposite, with the number of France (0.87) in excess of Germany (0.51) and Spain (0.14).

Passando a quella al prezzo, l’Italia sta 1 (cioe’ domanda perfettamente elastica). I piu’ sensibili al prezzo sono Finlandia e Irlanda, molto poco sensibile sembra la Francia, con i paesi anglosassoni molto allineati ai valori totali visti prima (anche perche’ gli studi sono soprattutto i loro…).
Turning to the elasticity to price, Italy is 1 (meaning perfectly elastic). The most sensitive to the price are Finland and Ireland, very little seems the sensitivity to France, with the Anglo-Saxon countries much aligned with the values seen before for the total wine business (also because these studies are particularly heavy in that average figures…).

Cosa si prevede per il futuro? Da questi due grafici che ho tenuto nel formato originale (e mostrano la variazione dell’elasticita’, attenzione), si prevede che la domanda diventi piu’ elastica al prezzo (un incremento di 0.16 in negativo dal 1994 al 2010), seguendo il trend iniziato negli anni 50. Dal punto di vista del reddito invece, la tendenza e’ contraria, con una riduzione dell’elasticita’ di 0.2-0.3 (a seconda del metodo stastistico utilizzato) dal 1994 al 2010, anche qui come proseguimento delle tendenze passate.
What is expected for the future? From these two charts that I kept as published in the study (and show the change in the elasticity, be careful, not the total elasticity), it is expected that demand will become more elastic to the price (an increase of 0.16 of the negative value from 1994 to 2010), following the trend started in the Fifties. Moving to income, however, the trend is the opposite, with a reduction in the elasticity by 0.2-0.3 (depending on the statistical method) from 1994 to 2010, again as a continuation of past trends.
Marco, perchè non fare noi l’indagine sull’Italia? Offro la mia collaborazione.
Analisi centrata e molto utile per noi operatori per affrontare il mercato nei prossimi mesi. Complimenti.
@ Corrado:
Grazie!
@ Paolo:
posto che esiste nel mio caso un serio problema di tempo, ma quello potremmo anche trovarlo, io sono molto aperto a mettermi a disposizione. Il problema sarebbe di trovare un po’ di dati. Tu hai delle fonti “non costose”?
bacca
la parte sull’italia…. (Passando a quella al prezzo, l’Italia sta 1 (cioe’ domanda perfettamente elastica)è sbagliato….. state attenti!!!!
Buongiorno. Leggendo il suo commento e la sua provenienza (Universita’ di Cagliari) mi stupisco che il suo commento sia cosi’ lapidario (e anche grammaticalmente difficile da decifrare).
Per il “bene” e la conoscenza di tutti, ci potrebbe spiegare dove l’analisi di James Fogarty (oppure anche la mia analisi, potrei aver preso il valore errato!) e’ sbagliata e, gia’ che ci siamo, quale e’ secondo lei l’elatistica’ corretta (e in base a quali dati l’ha calcolata?)?
Grazie per la collaborazione.
Marco Baccaglio
PS se non dovesse rispondere nei prossimi giorni mi sentiro’ legittimato a cancellare commento cosi’ poco circostanziato e screditante per chi ha condotto questo lavoro.
Salve,
penso si riferisse alla parte “Passando a quella al prezzo, l’Italia sta 1 (cioe’ domanda perfettamente elastica)”. Se la domanda fosse stata perfettamente elastica, a una minima var. di prezzo in alto la domanda sarebbe schizzata immediatamente a 0. Per come penso io elasticità “-1” per l’Italia significa elasticità unitaria. Ergo se aumento dell’1% il prezzo, la domanda cala dell’ 1%; calo il prezzo dell 1&, la domanda sale di 1%.
Ciao