Prendendo spunto dall’interessante lavoro di Alessandro Sian sulle esportazioni di vino in alcuni “nuovi” mercati, vi presento qualche dato su Giappone, Russia, Cina e India per quanto riguarda il vino italiano, aggiornati a luglio 2008. Quali sono le conclusioni? (1) gli unici mercati significativi sono quello giapponese e quello russo, mentre in India praticamente non ci siamo; (2) in tutti questi mercati, salvo il Giappone, le esportazioni crescono piu’ della media italiana; (3) sono mercati sviluppati “bene”, cioe’ dove la maggioranza delle esportazioni si riferisce a vini imbottigliati o spumanti, mentre il vino sfuso e’ quasi assente (4) i due principali mercati, Russia e Giappone, sono mercati di spumanti, dove cioe’ il mix delle esportazioni e’ piu’ sbilanciato verso questa categoria. Tutti insieme, i 4 paesi hanno generato un valore di EUR180m in termini di esportazioni, contro EUR3577m totali nei 12 mesi terminanti a luglio 2008. Passiamoli quindi in rassegna…
Building on the work of Alessandro Sian on exports of wine in some “new” markets, I present you some data on Japan, Russia, China and India for the Italian wine, updated in July 2008. What are the conclusions? (1) the significant markets are the Japan and Russia, while in India we are almost absent, (2) in all these markets, except Japan, exports are growing more than the average, (3) these are well developed markets, where the majority of exports refers to bottled or sparkling wines, while the bulk wine is almost absent, (4) the two main markets, Russia and Japan are markets where like the mix of exports is biased towards sparkling wines. All together, the 4 countries have generated a value of EUR180m of exports, against EUR3577m total in the 12 months ending in July 2008. Let’s look at them one by one…

Il Giappone e’ senz’altro un mercato molto consolidato per il vino italiano. Tanto che da fiine 2006 non cresce piu’. Ci siamo piantati su un livello di circa 100m di euro e di 290k/hl di esportazioni e di li’ non ci muoviamo, anche complice la forza dell’euro. Il prezzo mix e’ largamente superiore alla media dell’export italiano a 3.6 EUR per litro. Come avete visto dal primo grafico, il Giappone sembra un mercato principalmente di vino imbottigliato, ma non e’ cosi’: rappresenta il 3% delle esportazioni di vino imbottigliato, il 4.2% di quelle di spumante e l’1.2% di quello di vino sfuso. I grafici con l’andamento ribasato a 100 delle esportazioni in valore e volume vi rende conto della stabilita’ delle esportazioni
Japan is certainly a very consolidated market for Italian wine. So much that by 2006 there is basically no growth. We are on a level of around 100m euros and 290k/hl exports. The price mix is well above the average Italian exports at 3.6 per liter. As you saw from the first graph, Japan seems mainly a market for bottled wine, but this is not true: it represents 3% of bottled wine exports, 4.2% of sparkling wines and 1.2% of bulk wine. The graphs with developments are based to 100 of exports by value and volume in 2005.

La Russia e’ stato sicuramente un mercato di crescita, ma come vedete dai due grafici le cose sono andate molto bene fino a novembre 2007 e poi c’e’ stato una riduzione. Cosa e’ successo? Si sono ridotte le gia’ piccole esportazioni di vino sfuso, ma anno anche perso un buon 10% le esportazioni di vino imbottigliato, mentre gli spumanti hanno terminato la loro corsa, stabilizzandosi a circa 25m di euro. Vale la pena di sottolineare che la Russia rappresenta il 5.7% delle esportazioni di spumante italiano, mentre soltanto lo 0.5-1% dell’export degli altri vini.
Russia was certainly a market for growth, but as you can see from the two graphs things went very well until November 2007 and then there has been a reduction. What ‘happened? A reduction of bulk wine exports, but also bottled wine lost 10% and sparkling wines remained stable at around 25m euros after a fantastic growth. It is worth emphasizing that Russia accounts for 5.7% of exports of Italian sparkling wine, while only about 0.5-1% of the other wines.

Cina. Qui c’e’ la crescita vera, la linea ininterrotta che cresce (mi riferisco a quella dei valori). Peccato che il punto di partenza fosse talmente tanto basso che anche dopo questo grande incremento la Cina copre lo 0.4% delle esportazioni di vino imbottigliato, lo 0.4% di quelle di vino spumante e lo 0.7% di quello sfuso. Stiamo comunque parlando di EUR16m in 12 mesi.
China. Here there is real growth, the unbroken line that grows (I refer to that of value). It’s a pity that the point of departure is so low that even after this big increase in China is covering just 0.4% of bottled wine exports, 0.4% of sparkling wine and 0.7% of the bulk. We’re still talking about EUR16m in 12 months.

Dell’India io penso di non mettere nessun contributo grafico. EUR1.5m sono troppo pochi per derivarne un qualsiasi trend, che comunque non sarebbe stato cosi’ eccitante, dato che le esportazioni sono raddoppiate tra il 2005 e meta’ 2006 ma poi si sono completamente bloccate. We skip India since it does not make any contribution. EUR1.5m are too few to derive any trend, which was by the way not so exciting, given that exports doubled between 2005 and H1-2006 but then they were completely blocked.
Una considerazione finale invece la farei relativamente a come si comporteranno le nostre esportazioni di vino nello scenario di recessione: i paesi emergenti in queste situazioni sono quelli che sono piu’ danneggiati, perche’ hanno meno ricchezza per sopportare i momenti difficili. Ecco, una considerazione interessante potrebbe essere che i produttori piu’ esposti ai mercati emergenti potrebbero essere quelli che dovrebbero preoccuparsi di piu’…
A final consideration would rather be how our exports in emerging markets will behave in the recession scenario: the emerging countries in these situations that are more badly hit, because they have less wealth to withstand the difficult times. In other words, while until a few months ago a big exposure to Russia or emerging market was beneficial, this is not true anymore from now on…
Per quanto riguarda la Russia, parrebbe un mercato facile per l’Italia, ma così non è. L’ICE ha, come al solito, lavorato poco in profondità, non ci sono dati aggiornati e si conoscono i consumatori solo superficialmente. Non è valida l’equazione vino/made in Italy= aumento delle vendite. Per fare un esempio: i giovani rampanti russi non ambiscono a guidare un’auto sportiva, come gli italiani e gli americani invece farebbero. Lo status è una grossa berlina dotata di tutti i confort con l’autista. Ecco perchè Bentley vende più di Lamborghini. D’altro canto, con 142 milioni di abitanti, si immatricolano 2.7 milioni di nuove vetture l’anno, poco più che in Italia. Tornando al settore del vino, la Russia è produttrice di spumanti, buon consumatore, ma forse i nostri spumanti non incontrano i loro gusti o non hanno sufficiente appeal come lo champagne. Qui varrebbe la pena di indagare, ma chi lo fa?
Dici bene, Paolo, la RUssia e’ un posto con una sua cultura ben definita. In tema di vino, per esempio, ha un grande richiamo il vermouth: il rilancio del vermouth Cinzano e la stratosferica performance che sta avendo ha il suo segreto nel mercato russo e dell’Est Europa, dove sembra che il vermouth sia bevuto dalle signore.
Un secondo esempio, che supporta la tua visione che lo Champagne non e’ cosi’ differenziato come negli altri mercati, e’ che la stessa Cinzano nel segmento spumanti riesce a vende un metodo classico a oltre 20euro grazie a una bellissima bottiglia… e’ un mercato dove funzionano i prodotti che aiutano ad apparire…
Ma anche quel mercato, a quanto sembra, comincia a dare qualche colpo di tosse. Ne parleremo nei prossimi giorni quando discutiamo dei risultati di Campari del terzo trimestre.
bacca