Fonte: Governo Australiano
Questa e’ una di quelle analisi che e’ costata tanto tempo, era partita in un modo ma, aggiungi qui e attacca la’, e’ giunta a conclusioni magari contrarie a quelle presumibili e ha prodotto qualche “effetto collaterale” di tutto rispetto. Siamo all’inizio o alla fine della crisi delle esportazioni del vino australiano? A guardare i numeri pubblicati dal Governo Australiano, sembrerebbe che le esportazioni stiano “plafonando” soprattutto in termini di volumi. In realta’ come vedremo chiaramente nel post, se tramutiamo i dati in valuta locale (da dollari australiani alle valute dei principali paesi), le cose si stanno complicando e il trend, invece di mostrare un appiattimento, si sta aggravando soprattutto in un mercato chiave come il Nord America. Siccome questi dati arrivano fino ad ottobre (quando i dati delle nostre esportazioni sono stati solo oggi aggiornati ad agosto…), queste evidenze mettono qualche punto interrogativo sulle esportazioni di vino italiano in USA e Canada, che sono due tra i principali mercati di destinazione del vino italiano…
This is one of those analysis which cost a lot of time, starts in a certain way and then, adding here and there, it comes to conclusions which are totally different from those you’d have expected with also some “side effect”. Are we at the beginning or at the end of the crisis in exports of Australian wine? A look at the numbers published by the Australian Government show that exports seems to reach a floor in terms of volume. In reality, if your translate data in local currency (from Australian dollar to the currencies of major countries), things are more complicated and trends, instead of showing a flattening, seems to sharpen in a key market like North America. Since these data arrive until October (when the data of Italian exports were only now updated to August …), the evidence put some question marks on exports of Italian wine in the U.S. and Canada, which are two of the main markets destination of Italian wine…

Tutti i numeri che vedete sono dollari australiani o milioni di litri e si riferiscono ai 12 mesi terminanti in quel mese. Come vedete, le esportazioni a Ottobre 2008 sono in calo a circa AU$2.5bn, per poco meno di 700m/litri. Rispetto al picco toccato esattamente un anno prima, a Ottobre 2007, sono in calo del 17% in valore e del 14% in volume. Gli USA sono giu’ del 16%, il Regno Unito del 25% e il Canada del 20%. Si salvano tutti gli altri paesi che, globalmente, scendono del 7% ma che rappresentano soltanto il 30% del totale esportato dall’Australia.
All the numbers you see are Australian dollars or millions of liters and refer to the rolling 12 months. As you can see, exports to October 2008 are down to about A$2.5bn for just under 700m/liters. Compared with the peak reached exactly a year earlier, in October 2007, they are falling by 17% in value and 14% by volume. The U.S. are down by 16%, Britain by 25% and -20% of Canada. All the other countries are doing better, overall, down 7% but representing only 30% of the total exported from Australia.
La curiosita’ mi ha pero’ imposto di fare un ulteriore passo in avanti. Perche’ non provare a guardare questi numeri pulendoli dall’impatto delle oscillazioni dei cambi? E facendo questo sono usciti dei dati molto piu’ interessanti. Il dollaro americano si e’ svalutato fino all’inizio dell’estate e ha poi prodotto un prodigioso balzo contro praticamente tutte le valute del mondo. Se applichiamo il dollaro alle esportazioni in USA, ci accorgiamo che le esportazioni non sono poi andate cosi’ male fino all’inizio dell’estate, perche’ molto del “cattivo” era il cambio (linea rossa contro linea blu del grafico). Invece, e qui mi viene qualche brivido, a partire da agosto-settembre il cambio ha cominciato ad aiutare. La linea rossa mostra le esportazioni in dollari americani: il crollo non e’ cominciato a ottobre 2007, e’ cominciato questa estate. E quindi… e quindi la recessione presumbilmente si fara’ sentire anche sugli altri grandi esportatori di vino in USA, tra cui… tra cui noi.
The curiosity required to take a further step forward. Why do not try to look at these numbers cleaning them from the fluctuations of foreign exchange rates? Doing this, data came out much more interesting. The U.S. dollar lost value until early summer and then produced a prodigious leap against almost all currencies in the world. If we apply the dollar on exports to U.S., we see that exports did not perform so badly until early summer, because a lot of the “bad” was the exchange rate (red line against the blue line graph). Instead, and here I am a bit thrilled, from August to September, the exchange has begun to help but the blue line did not flatten. The red line shows exports in U.S. dollars: the collapse did not start in October 2007, it started this summer. And then… and then the recession probably will impact other major exporters of wine in the U.S., including us only from August-September data.

Il discorso e’ un po’ diverso per il Canada (depurato del suo cambio) e per il Regno Unito, di cui vi mostro i uno dei due grafici nel post. Quello che vorrei farvi vedere e’ il grafico con le 4 linee colorate. Sono tutte ribasate a 100 alla fine del 2006 e vi mostrano come sono andati, in valuta locale, le esportazioni di vino australiano nei diversi mercati: linea marrone piu’ bassa, Regno Unito, ha iniziato a deterioarsi ben prima, all’inizio del 2007 e sembra ora tenere piu’ degli altri; la linea verde e la linea blu invece sono Canada e USA. Il Canada era cresciuto di piu’ e ha preso a scendere prima, mentre gli USA, anche visivamente sono in crollo verticale da quest’estate. Vedremo che succede all’Italia…
The situation is somewhat’ different for Canada (purified of its exchange rate) and the United Kingdom (in pounds), which will show one of the two graphs in the post. What I want you to see is the chart with 4 colored lines. They are all based on 100 at the end of 2006 and show you how Aussie exports performed in local currency in different markets: brown line, United Kingdom has begun to go down at the beginning of 2007 and now appears to be flattish, the green line and blue line are Canada and USA. Canada had grown more was the first to fall, while the U.S. are now witnessing a vertical drop from this summer. We will see what happens to Italy…
molto interessante, ma non capisco bene l’utilità del calcolo esente da cambio e soprattutto la procedura per arrivarci.
me la puoi spiegare a livello pratico, anche in privato se vuoi?
ciao
Ciao Ric,
il valore delle esportazioni e’ influenzato dai rapporti di cambio tra le monete. Le esportazioni italiane in USA, per esempio, sono riportate da ISTAT in euro, per poterle sommare a tutte le altre. Pero’, per chi compera questo vino cioe’ gli americani, sia che comperino in euro che in dollari americani, la loro spesa va “letta” comunque in dollari. Quindi, fino a qualche mese fa, siccome ci volevano piu’ dollari per comperare un euro, la stabilita’ delle esportazioni italiane non significava stabilita’ degli acquisti americani di vino. In realta’, loro comperavano di piu’, ma il loro maggiore acquisto era vanificato, per noi, dalla svalutazione della loro moneta.
Ugualmente, a partire da settembre ci troveremo di fronte al processo contrario: il dollaro americano di rivaluta. Cosi’, i numeri in euro delle nostre esportazioni in USA sembreranno piu’ belli (o meno brutti, direi) grazie al cambio.
Quindi scorporare il cambio aiuta a guardare come e’ andato il prodotto in quel dato mercato nella valuta di quel mercato.
Procedura: trasformi i valori in dollari australiani in dollari americani attraverso il rapporto di cambio. Io mi sono andato a guardare il cambio medio dell’anno tra USD e AU$ e ho diviso il numero.
spero di essermi spiegato…
bacca
cioè per capirci: il rapporto medio di cambio nell’anno è 1,50, mettiamo, converti tutti i dollari australiani in dollari americani con quel valore, ma il grafico tra i due valori non dovrebbe uscire perfettamente uguale? o c’è un altro passaggio che non ho compreso?
scusa l’ignoranza matematica
Sono io a scusarmi perche’ non ho spiegato giusto. Il grafico mostra come linea blu l’andamento in dollari australiani, e la linea rossa l’andamento in dollari australiani come se il cambio con lo USD fosse rimasto uguale.
Quindi mostra il valore in dollari australiani delle esportazioni in USA come se il cambio fosse rimasto fermo al valore di dicembre 2006.
bacca