Fonte: Viniflhor e ISMEA
I consumi di vino in Francia sono in calo, secondo i dati appena rilasciati da Vinifhlor. I consumi di vino nei primi 6 mesi dell’anno sono in calo del 4.6%, invertendo la tendenza rispetto al primo trimestre (+1%). Il calo riguarda principalmente i vini da tavola, ma anche i vini di qualita’ sono in discesa del 3% circa. Come vedremo nel post, si tratta di un trend peggiore di quello registrato in Italia, dove secondo ISMEA le vendite di vino sono in calo soltanto dell’1% in volume nei primi 6 mesi del 2008.
The consumption of wine in France is falling, according to figures just released by Vinifhlor. The consumption of wine in the first 6 months dropped by 4.6%, reversing the trend of the first quarter (+1%). The decrease is mainly due with table wines, but also the quality wines were down about 3%. As we will see in the post, this trend is worse than in Italy, where according to ISMEA sales of wine are down only 1% in volume in the first 6 months of 2008.
I dati di consumo. Viniflhor stima consumi di vino nell’ordine di 15m/hl nel corso del primo semestre, di cui 8m/hl di vini di qualita’ e 7m/hl di altri vini. Il calo rispetto al semestre del 2007 e’ del 4.6%. Guardando i dati si notano pero’ due cose: (1) il calo si e’ consumato principalmente nel secondo trimestre (possibile impatto della Pasqua anticipata?), con un crollo del 15% degli altri vini, che porta il totale del trimestre a -9.6%; (2) il calo non riguarda i vini di qualita’, che seppur negativi, mostrano negli ultimi 3 trimestri un andamento annuo costante, in riduzione del 2-3% annuo.
The consumption data. Viniflhor estimated consumption of wine at 15m/hl in the first half, of which 8m/hl quality wine and 7m/hl of other wines. The decline compared to 2007 is 4.6%. Looking at the data we note two things: (1) the decline was focused mainly in the second quarter (possible impact of early Easter?), with a drop of 15% of table wines, which brings the total of a quarter at -9.6%; (2) the decrease does not affect quality wine, which although negative, showed in the last 3 quarters constant yearly evolution, a decrease of 2-3% per year.

I vini di qualita’. I consumi sono calati del 2.2% nel primo trimestre e del 3.5% nel secondo trimestre, con un saldo semestrale pari al -2.9%. Il calo in valore assoluto e’ da 8.2m/hl a 8m/hl. Andando ancora piu’ in dettaglio, sui valori mensili, i dati mostrano una accelerazione del calo, con un calo dell’9% sui numeri di maggio e del 6.6% sui dati di giugno. In questo contesto i dati del Q3 potrebbero essere particolarmente negativi e, come ben sapete, il consumo di vino ha una tendenza a incrementare durante l’anno: in altre parole arriviamo ai mesi importanti con un andamento molto debole.
Quality wines. Consumption fell by 2.2% in the first quarter and 3.5% in the second quarter, with a half-yearly balance equal to -2.9%. The decline in absolute value is from 8.2m/hl to 8m/hl. Going more in detail, the monthly values show an acceleration of the decline, a fall of 9% for May and 6.6% in June. In this context, the data of Q3 could be particularly bad and, as you know, the consumption of wine has a tendency to increase during the year: in other words we are moving towards the important months with a very weak performance.

Francia contro Italia. I dati non sono totalmente comparabili, siccome ISMEA riporta le vendite di vino e Viniflhor i consumi totali. Abbiamo comunque provato a metterli uno contro l’altro per avere un’idea di come stanno andando nei due paesi. Ebbene, a quanto sembra le vendite italiane vanno male, ma non quanto i consumi francesi. Le vendite di vino di qualita’ in Italia facevano +1.5% in volume nel primo trimestre e sono addirittura migliorate al +2.6% nel primo semestre, contro un trend negativo del 2.2% e 2.9% rispettivamente per i vini di qualita’ francesi. Nel computo del totale dei vini le gerarchie non cambiano: in Italia siamo passati da un +2.2% a un -0.9%, quando la Francia e’ peggiorata da un +1.1% a un -4.6%.
France against Italy. The data are not entirely comparable, since ISMEA reported sales of wine and Viniflhor consumption. I tried to put them against each other to get an idea of how they are performing. Well, apparently the Italian sales are going down, but not like the French consumption. Sales of quality wine in Italy were +1.5% in volume in the first quarter and were even better at +2.6% in the first half, against a negative trend of 2.2% and 2.9% respectively for France. Total wine in Italy moved from a +2.2% to a -0.9%, when France worsened by a +1.1% to a -4.6%.

Vini di qualita’ contro vini da tavola. In un contesto economico difficile sembra particolarmente difficoltoso portare i consumi verso i vini di qualita’. In termini quantitativi, il grafico che vi propongo mostra che i francesi non stanno cambiando le abitudini di consumo. Siamo a cavallo del 55% di consumi VQPRD sul totale dei consumi, e i valori di inizio 2008 non sono molto differenti da quelli di un paio di anni fa.
Quality wines against table wines. In a difficult economic environment it seems particularly difficult to promote the consumption of quality wines. In quantitative terms, the chart shows that the French consumers are not chaning habits. We are at about 55% of the total consumption in VQPRD wines, and values of early 2008 are not very different from those of a couple of years ago.
[…] Consumi di vino in Francia I dati si riferiscono a giugno 2008 (fonte Vinifhlor): i consumi di vino nei primi 6 mesi dell’anno sono in calo del 4.6%, invertendo la tendenza rispetto al primo trimestre (+1%). Il calo riguarda principalmente i vini da tavola, ma anche i vini di qualità sono in discesa del 3% circa [leggi qui] […]
Questi continui cali dovrebbero far capire alle aziende che le loro politiche di marketing, tanto per usare termini cari ai bocconiani, sono inesistenti o totalmente da rivedere.
Mi pare che la situazione sia peggiore in Italia, 43/45 litri annui procapite, mentre personalmente riscontro un aumento di interesse in Germania.
Certo che i giovani, diciamo la fascia under 28, sono sempre tenuti a distanza da questo mondo complicato, con denominazioni farraginose e vini di ispirazione internazionale spesso troppo alcolici e carichi di tannini.
Mi pare anche quantomeno curioso che le aziende abbiano un prodotto base di scarsa qualità, uno medio di buon prezzo ed uno super che raggiunga cifre sopra i 50€. E’ mai possibile che 8 su 10 aziende lavorino come nel settore auto con un’utilitaria, una media ed una berlina nel listino?
Caro Paolo, un secondo problema, per come lo vedo io, e’ fino a che punto funzionera’ il “trading up” cioe’ la tendenza a bere meno ma meglio, spendendo un po’ di piu’. Nel mercato del latte (parallelo non simpatico ma significativo, per certi versi), la gente si e’ messa a comprare le private labels al posto di Parmalat e Granarolo (che perdono un paio di punti % di quota ciascuno nel giro di 12 mesi…). Potra’ succedere anche per il vino?
In un ragionamento di mercato, che esula dalle abitudini personali (bottiglie da EUR10 in avanti), devo immaginare che qualcosa succedera’ anche nel mondo del vino, dove i soldi immagino si facciano con le utilitarie e non con i vini super, almeno in Italia e salvo qualche rara eccezione…
Sulla questione dei giovani, io non sono molto speranzoso. Non sara’ che il consumo di vino cresce con l’eta’? Io stesso mi sono avvicinato a questo prodotto quando avevo oltre 30 anni… qui gli esperti di marketing (o di sociologia?), per quanto possano avere sbagliato potrebbero spiegarci qualche cosa…
bacca
Secondo me, in un periodo di crisi come quello attuale, il trading up scompare. E non c’è neanche da dire che il consumo della birra prenda il posto di quello del vino, perchè le birre di qualità (trappiste, non pastorizzate, weizen, nicchie di artigiani, etc.) costano altrettanto care.
Sul latte io, nella mia doppia veste di consumatore/distributore, vedo che nel nord sta sempre più prendendo piede il consumo di latte dai distributori ricaricati dalle stalle. Costa meno, 1€ contro 1.40€ medio, ed è nettamente migliore.
Che il consumo del vino sua legato all’età te lo confermo, anche se la mia generazione, i baby-boomers, ha sempre bevuto vino durante i pasti. Oggi è tutto diverso, ma lasciamo ai guru del marketing il compito di scervellarsi sui perchè.
Invece io vedo sempre troppa rigidità sulle modalità di distribuzione, che incide ancora troppo sui prezzi. Ho letto il rapporto Pambianco sul lusso, ci sono degli spunti interessanti.