[English translation at the end of the document]
Fonte: Istat
Le esportazioni di vino a tutto febbraio mostrano la continuazione delle tendenze che abbiamo osservato ultimamente. I volumi continuano a diminuire e sono ora scesi sotto il livello di 12 mesi fa, mentre continua il progressivo miglioramento del prezzo medio di esportazione. Tutto sommato si tratta di un altro ottimo mese per le esportazioni, che chiudono con un +10.6% mensile e un +8.6% annuale.
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A tirare le esportazioni continuano ad essere i vini spumanti, che mantengono un ritmo di crescita annuo superiore al 30%, a fronte di un aumento del 12% dei volumi e del 18% dei prezzi; nel mese di febbraio i volumi sono cresciuti solo del 4% ma abbiamo venduto a un prezzo medio del 60% superiore a quello del febbraio 2007, probabilmente a fronte di un forte spostamento del mix di vendita. Va un po’ meno bene per i vini imbottigliati (+5.6% a febbraio e sostanzialmente lo stesso ritmo di crescita a livello annuo), per i quali pero’ si sta vedendo un graduale miglioramento del mix (+3% a livello annuo) a fronte di un graduale indebolimento dei volumi (+2% sui 12 mesi ma con gia’ un paio di segni negativi a livello mensile nelle ultime 3 rilevazioni mensili).

I vini sfusi sono invece in costante calo dal punto di vista dei volumi (-19% in febbraio e -7% su base annua), mentre continua a migliorare il mix che raggiunge EUR0.50/litro (+21% annuo), ancora un valore largamente inferiore al EUR0.56/litro che segnano le importazioni (peraltro in forte calo). Riguardo ai vini sfusi sono in fortissima crescita le esportazioni verso il mercato inglese (+92% a livello annuo, EUR16m in 12 mesi), verso l’Ungheria (+52%) e gli USA (+60%). Nell’altro senso vanno invece le esportazioni di vino sfuso verso la Francia (-13% annuo a EUR27m per 0.9m/hl). Il mercato principale per i vini sfusi italiani resta indiscutibilmente la Germania che assorbe EUR121m dei EUR315m totali (+9% rispetto al +12% del totale), corrispondenti a 3.1m/hl (-10%) venduti a EUR0.39/litro (+21%).

A guardare i numeri per mercato e’ piuttosto chiaro che le nostre esportazioni sono ormai trainate dai nuovi mercati. Nel segmento dei vini imbottigliati (EUR2.8bn del totale EUR3.5bn esportato), la Germania e gli USA sono in stasi (+2% e +0%, quest’ultimo per colpa del cambio!). I mercati che stanno emergendo in modo prepotente sono il Regno Unito (+8%), la Svizzera (+12%) o i Paesi Bassi (+16%).

Chiaramente il trend delle esportazioni sta seguendo la dinamica produttiva del vino italiano. I volumi scendono, ma per fortuna per ora sono compensati da un miglioramento dei prezzi e della qualita’ del vino esportato, tanto da consentire di mantenere una bilancia commerciale ancora in crescita (EUR3167m, corrispondente al saldo annuo tra EUR3516m di esportazioni e EUR348m di importazioni, in crescita del 17% sull’anno precedente, sostanzialmente trainate dagli Champagne e dai vini sfusi). Sara’ interessante vedere quanto e come saranno impattati questi numeri dagli scandali recenti: ma se questo effetto ci sara’ non sara’ sicuramente visibile prima della seconda meta’ dell’anno…
Exports of Italian wine in February show the continuation of trends that we have seen lately. Volumes continued to decline and are now below the level of 12 months ago, while the gradual improvement in the average price of export is going on. All in all, this is another good month for exports, with a +10.6% monthly and a +8.6% on the moving 12 months base.
The key growth driver of exports continue to be sparkling wines, which maintained an annual growth rate of above 30%, made of a 12% increase in volume and 18% of prices; in February volumes grew by only 4% but we sold at an average price of 60% higher than in February 2007, probably against a strong shift in the mix of sales. The performance was a bit less exciting for bottled wines (+5.6% in February and essentially the same pace of growth at annual level), for which we can however note a gradual improvement in the mix (3% annual level) and a gradual weakening of the volumes (+2% on 12 months but already with a couple of negative signs in monthly figures for the last quarter).
The bulk wines are in steady decline in terms of volumes (-19% in February and -7% on an annual basis), while they continue to improve the mix that reached EUR0.50/liter (21% per annum), yet a value below the one of wine imports of EUR0.56/liter (in sharp decline). With regard to bulk wines we note a strong growth in exports to the British market (+92% in the year, EUR16m in 12 months), to Hungary (+52%) and the U.S. (+60%). On the other hand, exports of bulk wine to France are declining (-13% per annum to EUR27m for 0.9m/hl). The main market remains indisputably Germany absorbing EUR121m of EUR315m (+9% compared to +12% of total), corresponding to 3.1m/hl (-10%) sold to EUR0.39/litro ( +21%).
A look at the numbers by market shows that our exports are now driven by new markets. In the segment of bottled wines (EUR2.8bn of the total exported EUR3.5bn), Germany and the U.S. are in stasis (+2% +0%, the latter due to forex). The markets that are emerging are the UK (+8%), Switzerland (+12%) and the Netherlands (+16%).
Clearly the trend of exports is following the dynamics of Italian wine production. The volumes are down, but fortunately the value is now driven by an improvement in prices and quality of wine exported. As a result, the commercial balance of trade is still growing (EUR3167m, corresponding to annual balance between EUR3516m of exports and imports of EUR348m, increasing by 17% over the previous year, mainly driven by Champagne and bulk wines). It will be interesting to see how much and how important will be the impact on these numbers of the recent scandals, but if this effect will happen it will not be visible before the second half of 2008…
ma sei proprio sicuro che i dati siano espressi in hl? io su coeweb vedo solo kg, e non mi pare molto ortodossa la tua equazione 1 kg = 1 litro
Ciao Dario,
direi che non ci sia molto da discutere….
Coeweb riporta i dati in kilogrammi, che divisi diviso 100 fanno 1 ettolitro.
ciao
bacca
il problema è che per chilo non si intende “un chilo di vino”, bensì un chilo di “materia” messa su un container o su un camion, ovvero: liquido (il vino) + solido (la bottiglia, la cassa, il container stesso). fossi in te, mi limiterei all’analisi in valore.
Avrai anche ragione tu, non discuto.
Quello che ti posso dire, avendo controllato di nuovo i numeri ISTAT e le varie pubblicazioni o notizie di stampa, tutti quanti concordano che le esportazioni italiane di vino sono state 18.8m/hl nel 2007, che e’ il numero che esce traducendo i kilogrammi del report ISTAT in ettolitri.
Se proprio volessimo essere precisi, ci sarebbe una ulteriore rettifica da apportare: nell’ambito dell’UE le spedizioni inferiori a 54 bottiglie (se non ricordo male) non sono soggette a dichiarazioni doganali. Quindi, da quando sono cadute le frontiere tra i paesi europei, esiste una piccola parte di import-export (di cui orgogliosamente sono stato partecipe come compratore!) che non viene rilevata.
Le tue considerazioni sono molto interessanti e ci aiuteranno sicuramente a mettere nel giusto quadro i numeri che saranno pubblicati. Se poi tu avessi un’idea (visto che io non ce l’ho!) di quanto possono rappresentare gli imballaggi sul totale si potrebbe provare anche a rettificare i numeri…
Grazie ancora del tuo commento
Marco Baccaglio
Guarda, la mia analisi si conclude lì, nel senso che anche io ho notato che i dati (kg convertiti in litro) si avvicinano, ma ti posso assicurare, per averlo appreso da gente che lavora negli istituti di statistica, che quei dati sono soggetti a non meglio precisati fattori di conversione, che una volta faceva l’ismea, poi d’incanto non ha fatto più, lasciando tutti in mutande (tutti quelli che lavorano nel settore, intendo, compreso me, anche se non posso identificarmi e spero tu non me ne voglia).
A questo punto, i dati che escono in ettolitri, mesi dopo, non so neanche più che attendibilità abbiano. E’ purtroppo la chiusura di un cerchio sui ‘numeri del vino’ che fa vergognare: agea e istat litigano sui dati delle superfici vitate, il catasto non c’è, i manuali sui vqprd di federdoc, pagati dal Mipaaf e quindi da noi, fanno ribrezzo per come vengono calcolati i dati ‘non pervenuti’, ma giusto per arrivare a tirare una riga di totale (ti posso fare esempi illuminanti in proposito), e poi a cascata tutto il resto, Brunellopoli compresa, che è solo la punta di un iceberg.
E pensare che gli australiani sanno esattamente dove e quanto cabernet pianteranno da qui al 2010… Non penso proprio sia una questione di dimensioni di vigneto, come spesso ci consoliamo noi italiani: loro hanno solo cinque aziende, è più facile controllare, BALLLE. La verità è che qui non controlla nessuno e chi lo volesse fare si troverebbe impallinato. Mi pare naturale calare le braghe e teorizzare che sia meglio che a fare i controlli per esempio siano i consorzi, ‘perché sono più competenti’. E se è così, ritorno al quesito iniziale, è possibile che con tutti questi controlli ancora non sappiamo quanto esportiamo? Quanto produciamo? Quanto vendiamo in Italia? E per sapere qualcosa bisogna aspettare che sia la Nielsen (buoni pure quelli) a dirci qualcosa non si sa bene preso da dove?
Saluti
Grazie per il tuo commento.
La metto sul ridere: letto cosi’ il tuo commento sembra quasi un invito a chiudere il blog…
bacca